Stupro di Priverno, è stato interrogato il 22enne accusato di aver violentato una ragazza nella notte del primo novembre
Si è difeso il giovane di 22 anni, di origine tunisina, J.Y. (queste le sue inizlali), che stamani, 6 novembre, è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Mario La Rosa. Il 22enne, difeso dall’avvocato Guerrino Maestri, ha risposto alle domande del magistrato, negando di aver usato violenza nei suoi confronti. La versione del 22enne è che lui e la ragazza (una giovane madre), secondo gli inquirenti vittima di stupro, in realtà avrebbero avuto una relazione sentimentale. Proprio il giorno della contestata violenza, la ragazza era andata ad una festa e il giovane non l’aveva trovata più a casa.
Al termine dell’interrogatorio, il Gip La Rosa, però, ha convalidato l’arresto e lasciato l’uomo in carcere, non ritenendo sufficienti le spiegazioni fornite.
L’arresto è avvenuto il 3 novembre quando i militari della Stazione Carabinieri di Priverno, guidati dal luogotenente Maurizio Colorito, al termine di una rapida attività investigativa, hanno sottoposto a fermo di polizia giudiziaria, per il reato di violenza sessuale, il 22enne magrebino, di origine tunisina, in Italia senza fissa dimora.
Tra la tarda serata del 1° novembre e le prime ore del giorno seguente, a bordo del suo ciclomotore, secondo la ricostruzione dei Carabinieri, coordinati dal Pm Daria Monsurrò, l’uomo ha avvicinato la ragazza, trentenne, offrendosi di accompagnarla a casa, ma una volta giunto in una strada isolata, l’avrebbe obbligata, con forza, a seguirla all’interno di uno stabile e lì, contro la sua volontà, dopo averla denudata, l’avrebbe costretta ad avere rapporti sessuali completi.
La donna, che nella serata, prima dell’incubo, aveva partecipato a una festa a Priverno, sarebbe riuscita a divincolarsi e fuggire, ancora nuda, rifugiandosi per le campagne circostanti, dove avrebbe vagato sino a quando non è stata soccorsa da un passante, che l’ha condotta presso l’ospedale di Latina.
I sanitari hanno emesso un referto con una prognosi di 10 giorni, per un trauma cranico non commotivo, contusioni ed escoriazioni multiple. Al termine degli accertamenti medici, in serata, il soccorritore ha accompagnato la donna presso la Stazione dei Carabinieri di Priverno per sporgere denuncia. Le immediate indagini attivate dall’Arma hanno consentito di rintracciare velocemente l’aggressore.
Il 22enne è associato presso la Casa Circondariale di Latina.
Al contempo, la giovane madre ha scritto sui social il suo pensiero dopo l’episodio: “Era un conoscente. Avevo fretta di tornare da mia figlia. Ho accettato il passaggio (e ho sbagliato). Ma solo per questo è stato giusto subire tutto ciò? I suoi urli, la sua violenza carnale, i suoi pugni in testa…ho reagito nel momento in cui ero sicura di non sbagliare e di riuscire a scappare. Ho sopportato il freddo nuda 6 ore in mezzo alle spine e agli alberi per non farmi trovare, perché mi ha cercata per ore. Quando non mi ha più cercata, e quando sentivo che il mio corpo non si muoveva più perché intorpidito dal freddo e dallo choc, pur di trovare una uscita sicura dove poter chiedere aiuto, mi sono portata avanti al petto tutti gli alberi, rami e spine camminando al buio pesto. Sapete perché? Per tornare da mia figlia! La mia unica ragione di vita. E per sei interminabili ore bloccata li, non ho mai dubitato che sarebbe andato tutto bene. Ho il corpo ricoperto di ferite ma non è stato nemmeno un pizzico rispetto al dolore della lontananza di una madre dalla propria figlia. non sono io che mi devi vergognare! Ma quell’essere, che credeva che avrebbe schiacciato una donna. Forse è riuscito a farmi del male, ma non conosceva la forza di una mamma. E questa frase la dedico a lui: “non ti farò vincere nemmeno un giorno di più regalandoti la mia tristezza o il mio dolore“.