Statua di San Lidano: la storia infinita del monumento, che sarebbe dovuto sorgere nel piazzale del Belvedere, continua. Don Massimiliano Di Pastina ricorre al Tar contro l’irrogazione della sanzione da 20mila euro per non aver ottemperato al ripristino dei luoghi
Nonostante siano stata aggiudicati i lavori alla ditta setina 3B SERVICE SRLS per 6mila euro al fine di demolire quel che è stato impiantato sul Piazzale del Belvedere e ripristinare i luoghi, a Sezze continuano le carte bollate tra Don Di Pastina, Simone Leva, rappresentate legale di BUILDING S.r.l. (ditta che avrebbe dovuto eseguire i lavori per la Statua di San Lidano) e il Direttore dei Lavori Ferruccio Pantalfini da una parte, e l’amministrazione comunale dall’altra.
Il 20 aprile scorso, infatti, il Commissario prefettizio Raffaele Bonanno, insediatosi dopo le dimissioni di maggioranza e Sindaco per lo scandalo del cimitero, ha approvato la delibera con cui l’Ente conferisce all’avvocato Domenico Bianchi – che ha già rappresentato il Comune nei due gradi giudizio amministrativo i quali hanno posto le basi la demolizione e il ripristino dei luogo, e dato torto a Don Di Pastina – per farsi rappresentare in giudizio nel secondo ricorso al Tar promosso da Di Pastina medesimo, imprenditore e tecnico.
Con tale ricorso, Di Pastina, Leva e Pantalfini chiedono, principalmente, l’annullamento, previa sospensione cautelare, di due atti: l’ordinanza del primo febbraio scorso con la quale è stato ingiunto loro il pagamento della sanzione amministrativa pari a 20mila euro e la delibera, pubblicata il 10 marzo scorso, con la quale l’amministrazione comunale di Sezze ha stabilito che la spesa di ripristino dei luoghi oggetto di presunto abuso, pari a 6.113 euro, debba esser posta a carico dei responsabili della realizzazione dell’opera sine titulo.
L’ennesimo capitolo di una vicenda che dura ormai da un biennio.