SPORT NEGATO AI GIOVANI DAL GOVERNO DRAGHI, L’INTERVENTO DI DUE GENITORI DI ITRI

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Sport negato: la lettera di due genitori di Itri, Pierpaolo e Vincenza, sulle ultime misure anti-Covid stabilite dal Governo Draghi

Genitori di due ragazzi di 14 e 10 anni, riceviamo e pubblichiamo la loro lettera

“Siamo molto  preoccupati per le prossime restrizioni previste dal Decreto Legge 24 dicembre e 29 dicembre n. 229  che a partire dal 10 gennaio impediranno ai tutti gli atleti e amanti dello sport,  di svolgere attività sportive o perché con Green Pass da vaccinazione in scadenza o perché non vaccinati, per motivi di varia natura

Sono passati quasi due anni dall’inizio della pandemia Covid19 e dopo due anni, nonostante le vaccinazioni, sullo sport siamo tornati al punto di partenza o forse peggio

Quello che sorprende ed amareggia ragazzi e genitori oggi è il nuovo Decreto di Natale che impedirà a giovani sani e controllati, con tamponi settimanali negativi, di poter continuare a fare sport

Un bel regalo di Natale per ragazzi a cui l’anno scorso è stato impedito di vivere vite normali, chiusi in casa in dad, senza contatti sociali e senza sport. Ragazzi di cui nessuno si è realmente interessato, giovani che oggi si trovano pieni di ansie e paure, molti depressi e demotivati. 

Lo sport ad alcuni di loro ha ridato fiducia, speranza e voglia di andare avanti. Lo sport li ha aiutati ad essere più forti e motivati. Li ha staccati dai dispositivi elettronici e li ha riportati al benessere psico fisico perduto. 

Pare curioso che il Ministero della Salute non sappia o dimentichi quanto lo sport sia fondamentale nella crescita dei nostri giovani e nella formazione dei futuri cittadini italiani. Pare curioso che il Ministero della Salute non ritenga doveroso dover mettere in atto ogni sforzo perché nessuno sportivo debba essere fermato, bensì incoraggiato, sostenuto ed aiutato ad andare avanti. 

Questi nuovi decreti infatti non considerano  che i vaccinati possano contagiare, a questi ultimi non è mai stato richiesto un test per poter accedere a strutture sportive.  

Pertanto, sembra ormai evidente che per prevenire la circolazione del virus potrebbe essere quindi più sensata la richiesta di tamponi per tutti, indipendentemente dallo stato vaccinale. 

Impedire di fatto solo ai non vaccinati l’accesso allo sport (perfino all’aperto) significa ancora una volta non prendere decisioni di protezione sanitaria per nessuno, bensì usare una logica punitiva e discriminatoria non giustificata da dati scientifici attualmente disponibili. 

Punire con l’esclusione gli atleti che per mesi si sono sottoposti a tamponi due o tre volte la settimana a proprie spese pur di poter praticare sport, appare a questo punto un’inutile e dannosa misura che potrebbe avere conseguenze gravissime sulla salute mentale dei nostri ragazzi, quali ad esempio depressione, ansia e senso di frustrazione.

Inoltre, a ferire ancora di più i nostri figli e le famiglie tutte, contribuisce la totale assenza di empatia e di vicinanza da parte di Enti, Federazioni e Associazioni sportive.

L’atteggiamento degli Enti è stato quello di non chiedere un dialogo serio al governo o agli enti preposti, meglio cercare di andare avanti, dopo le chiusure dell’anno scorso, piuttosto che provare a trovare soluzioni per non escludere, discriminare e abbandonare la minoranza dei nostri ragazzi. 

Anni di norme severe alle quali tutti (scuole e atleti) si sono scrupolosamente attenuti per poter svolgere sport in sicurezza sembrano ora spazzati via dalle ultime norme che dividono e discriminano i nostri figli, Siamo obbligati ad un lascia passare sanitario che cambia ogni giorno in funzione non dell’evoluzione del virus e delle sue mutazioni o del buonsenso ma piuttosto di una sorta di “punizione” verso chi ha rispettato fin adesso le regole di sicurezza per sé e per gli altri. 

Anni di sacrifici, abnegazione e allenamenti liquidati in articoli di legge

Sogni e speranze di chi allo sport dedica gran parte della propria vita vengono distrutti da un decreto. 

Bisognerà rinunciare a metà anno a percorsi formativi cominciati, con tutte le conseguenze che questo arresto avrà su forma fisica, psiche e risultati sportivi dei nostri ragazzi. 

Forse le Federazioni, le scuole sportive di appartenenza, gli enti avrebbero potuto porre dei dubbi, cercare un dialogo con chi impone l’applicazione di quanto sopra. Forse si sarebbe dovuto studiare con maggiore rigore quanti e quali casi o focolai si sono verificati all’interno delle scuole calcio, danza, basket o altro. 

Forse si sarebbe potuto evitare di discriminare dei ragazzi sani e controllati. 

Questa lettera serva a dar voce ai nostri ragazzi, per due anni abbandonati da un Governo miope, ai nostri fantasmi abbandonati in casa alla sola cura dei genitori.  

A tal proposito è nato su Instagram #sportnegato, un gruppo di genitori, allenatori sospesi e liberi cittadini per chiedere un confronto sul Green pass e Super Green pass per lo sport dei ragazzi”.

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