Erosione e Covid-19: queste le ragioni per cui, dopo San Felice Circeo, anche Sabaudia dà la possibilità ai privati di richiedere tratti di arenile pubblico per la stagione appena iniziata
Non che non avesse avuto l’esempio del Comune gemello comprese le polemiche e ben due interrogazioni regionali, eppure anche la Giunta Gervasi ha tirato dritto e, nella giornata di ieri, ha deliberato che nella Città delle Dune, proprio come a San Felice Circeo, ci sarà la possibilità per i privati di chiedere spiaggia libera in ragione delle erosioni, intese come le mareggiate di inizio giugno, e dell’emergenza Covid-19.
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Più sicurezza che dovranno garantire i privati facendo rispettare le ordinanze regionali, le linee guida e i provvedimenti governativi sul Coronavirus, ma meno libertà. È l’estate 2020, una stagione che difficilmente verrà dimenticata a breve.
Secondo la Giunta, “la gestione dell’emergenza epidemiologica COVID-19 nell’attuale fase di riavvio delle attività economiche aventi un impatto preponderante sul tessuto economico del Comune di Sabaudia, ed in particolare le attività legate all’economia costiera, necessitano di misure straordinarie per assicurare la fruibilità in sicurezza dell’arenile“. Ecco perché si necessita dell’attività di presidio degli arenili liberi per espletare l’attività di monitoraggio e vigilanza sulle misure di contenimento del Covid-19.
Due, come detto, le ragioni principali di questo surplus di controllo.
La prima, una concausa, è data dall’erosione per quanto riguarda una reintegrazione al 30% della superficie della concessione demaniale marittima.
Ossia, se il chiosco o lo stabilimento ha perso spiaggia a causa di erosione, il Comune dà la possibilità di richiedere altra spiaggia, libera ovviamente.
“L’arenile di Sabaudia – si legge nella delibera della Giunta Gervasi – è interessato da diversi anni da importanti fenomeni erosivi, aggravati dalle ultime mareggiate dei primi giorni di giugno, che ha eroso parte di alcune concessioni demaniali, per le quali è necessario reintegrare le superfici erose (seppure entro il 30%), per rendere funzionale la gestione delle stesse, che risultano aggravate anche dalla necessità del distanziamento per Covid-19″.
E per far sì che il privato possa ottenere spiaggia libera, il Comune richiama una nota della Regione Lazio, datata maggio 2020, in cui si esplicita che “le spiagge libere contenute entro il 50% della linea di costa disponibile del litorale, possono essere assegnate tramite apposita convenzione agli Esercizi di attività commerciali, che possono anche attraverso convenzioni sottoscritte con soggetti, da proprietà privata o da suolo comunale/demaniale (non marittimo) offrire quei servizi che agevolano una permanenza distanziata ed in sicurezza ai fruitori degli arenili liberi“.
Allora, per dare adeguate risposte alle problematiche emerse sia di natura economica che epidemiologica, “si intende assicurare e potenziare la vigilanza anticovid 19 sia sulle spiagge libere, che per aree sottoposte a titolo concessorio, attraverso l’integrazione della superficie in concessione persa anche in seguito all’applicazione degli standard del distanziamento sociale, il tutto per assicurare la fruibilità delle aree“.
Misure, quelle della Giunta Gervasi, che avranno pure la loro ratio (opinabile), ma che si scontrano col fatto che il 21 giugno, al netto dell’erosione che sicuramente esiste, è stato determinato dal Comune (Settore II Polizia Locale) il bando di affidamento, con un importo a base d’asta di 256mila euro, per il servizio di vigilanza e salvataggio a mare nelle spiagge libere del litorale del Comune di Sabaudia per la stagione balneare 2020.
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Insomma, se da una parte si concede ai privati di estendersi su spiaggia libera per vigilare e come “ristoro” ai danni delle mareggiate, dall’altra si imbastisce un bando di gara, un disciplinare e tutta la burocrazia annesso per il servizio di vigilanza.
Non ci sarà qualcosa di troppo?