Accusati di corruzione e concussione, sette tra imprenditori, tecnici e dirigenti del Comune di Sperlonga: finisce tutto in prescrizione
Non è la prima volta che un processo che coinvolge Sperlonga converga verso un proscioglimento per intervenuta prescrizione. Da ultimo il processo Ganimede che a dicembre scorso ha avuto il medesimo esito.
Questa volta, a vedere tramontato il giudizio è il procedimento che vedeva sul banco degli imputati Massimo Pacini, ex dirigente comunale di Sperlonga, imputato anche nel processo Tiberio insieme al sindaco Armando Cusani.
Secondo gli inquirenti, nel 2013, Pacini, allora dirigente comunale, e il tecnico, Luca Faiola, avrebbero ricevuto la somma di 77.500 euro dall’imprenditore Ruggiero Battista, così da avviare e proseguire i lavori su un immobile in via Vespucci e su un altro in località Caldarelle.
L’accusa sosteneva, inoltre, che già nel 2009 altri tre imprenditori, Raffaele Iuliano, Giosuè e Gaetano Cardi, avrebbero consegnato 30.000 euro al responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Antonio Faiola, per il rilascio di un’autorizzazione illegittima a favore della società “Immobildì”. Nel processo, il Comune di Sperlonga era costituito come parte civile.
Proprio le date, fatte valere dall’avvocato difensore Giulio Mastrobattista, hanno consentito la via della prescrizione per tutti. Infatti, tra gli episodi contestati c’è il succitato risalente al 2009, oltre ad altri episodi tra il 2011 e il 2013.
Il Tribunale di Latina ha dichiarato, quindi, la prescrizione per tutti gli imputati che così escono dal processo, ormai finito.