SORGENTI IDRICHE DI SABAUDIA E SAN FELICE CIRCEO: QUANTE CE NE SONO E COME STANNO

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lago di paola sabaudia

Il boom economico e lo sviluppo urbanistico degli ultimi cinquant’anni hanno modificato profondamente l’Agro Pontino insieme alla circolarità degli ecosistemi preesistenti all’avvento antropico. Il contesto culturale che ha accompagnato questi stravolgimenti ambientali, oggi, può essere definito a dir poco miope rispetto a quello che si è dimostrata essere la tutela dei beni culturali locali, ma soprattutto nei confronti del vastissimo patrimonio ambientale di cui la provincia di Latina era stata chiamata a gestire.

Il naturale status quo dell’idrografia superficiale della pianura pontina (e della Piana di Fondi) ha subìto, quindi, una radicale trasformazione a seguito della realizzazione del reticolato dei canali realizzato con le bonifiche degli anni ’30, insieme al tombamento di fossi, al cambiamento del corso di rivi e all’arginatura di interi tratti di corsi d’acqua. Tutto ciò è indubbio che abbia contribuito ad alterare l’andamento delle falde sotterranee e la ricarica delle stesse mediante l’assorbimento delle acque piovane.

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La grande crescita della produzione agricola nelle due piane pontine ha determinato, inoltre, un sistematico ricorso all’emungimento delle falde sotterranee per scopi irrigui quando l’acqua dei canali non risultava essere sufficiente. La mancanza di parsimonia di molti degli imprenditori agricoli che utilizzano un bene preziosissimo, l’acqua, ad oggi, non hanno alcun obbligo di corrispondere il prezzo delle quantità utilizzate e nemmeno quello di utilizzare metodi irrigui per attutire lo sfruttamento delle risorse idriche sotterranee.

Il censimento delle sorgenti che la Provincia di Latina ha condotto nello scorso decennio costituisce uno stralcio tematico del “Progetto Monitoraggio acque superficiali Interne e Costiere” di cui la stessa Provincia è competente per disposizioni legislative nazionali. Il censimento, su cui si fonda la pubblicazione dell’Atlante delle sorgenti della Provincia di Latina (Gangemi Editore), è un compendio che risale almeno ad una decina di anni fa, perciò i dati che seguiranno potrebbero non essere aggiornati.

In questo articolo verranno citate le sorgenti presenti nel perimetro dei comuni di Sabaudia e San Felice, area sottoposta a tutela per la concomitante presenza di un Parco Nazionale, quello del Circeo, insieme a una fiorente filiera agricola convenzionale sviluppata soprattutto in produzioni serricole.

strutture idrogeologiche e sistemi acquiferi agro pontino latina
Atlante delle sorgenti della Provincia di Latina – a cura del settore Ecologia e Ambiente della Provincia di Latina, Gangemi Editore, anno edizione 2010

SISTEMA ACQUIFERO COSTIERO

Il sistema acquifero pontino costiero (circolazioni idriche differenti stratificate in funzione della diversa permeabilità degli strati) è caratterizzato dalla presenza di diverse circolazioni idriche sotterranee. Quella più superficiale si localizza nelle sabbie della duna antica mentre, in profondità, gli acquiferi si diversificano su più orizzonti acquiferi con caratteristiche molto differenti da settore a settore. Le sorgenti censite si localizzano, in genere, alla testa di numerosi fossi naturali, noti già dai rilevamenti precedenti la bonifica integrale realizzata negli anni trenta. Rispetto a quanto riportato nella cartografia storica, molte sorgenti risultano attualmente scomparse o non più accessibili.

SABAUDIA

FONTANA DI CAPOGROSSO – La sorgente un tempo veniva usata per alimentare l’acquedotto comunale di Sabaudia. Ad oggi sono ancora presenti le opere di presa anche se tutta l’area risulta alterata con la messa in posto di terreni di riporto. È, inoltre, segnalata la presenza di un’altra piccola sorgente in testa al fosso dell’Annunziata.

FONTE DI LUCULLO (BAGNAIA, BAGNARA) – La Fonte di Lucullo, conosciuta anche come sorgente Bagnaia, è un’acqua ferruginosa nota già ai romani che nel 78-75 a.C. costruirono impianti di captazione a servizio delle ville presenti lungo le rive del lago di Paola. “Riscoperta” nel 1904 fu utilizzata anche da uno stabilimento di imbottigliamento di bibite. Attualmente è meta di prelievo da parte della popolazione locale che la considera avere proprietà terapeutiche, anche se in alcune occasioni è risultata contenere un elevato contenuto in nitrati. Le acque sorgive sgorgano all’interno di un’antica cisterna romana; una seconda venuta d’acqua è presente nel fosso adiacente, alcuni metri più in basso.

DELLA MOLELLA – La sorgente sgorga alla testa del prosieguo del Braccio della Molella, in corrispondenza di un banco di sabbia cementata che funge da limite di permeabilità. Nella cartografia storica del 1929 sono indicate almeno tre diverse sorgenti allineate al predetto banco di sabbia ed il toponimo “sorg. della Molella” è assegnato a quella posta più a nord che non è stato possibile rintracciare. Durante il sopralluogo l’acqua presentava tracce di inquinamento.

PORTO DEL BUFALO – La sorgente sgorga circa 4 metri più in basso della strada comunale, in una vasca servita da un dreno.

LA BOTTE – La sorgente, censita già nel 1929 attualmente è secca. In sito presenta comunque un notevole interesse, sia per la presenza delle antiche opere di presa, sia per la presenza, nelle vicinanze, delle opere di derivazione realizzate dalla Cassa del Mezzogiorno (Ufficio Acquedotti del Lazio – anno 1965). L’area sorgiva, situata all’interno del bosco del Circeo, è caratterizzata dalla presenza di un ampio cunicolo drenante in pietra, con volta ad arco che si approfondisce per circa 1,5 m dal piano di campagna. Il fondo del cunicolo intercettava probabilmente la superficie piezometrica della falda idrica formando, di fatto, una cisterna.

SAN FELICE CIRCEO

LA MOLA – Si tratta di una o più polle sorgive che sgorgano nell’alveo e sulla sponda sinistra del Rio Torto. Sulle sponde del fosso è stato realizzato un caratteristico sistema di lavatoi con più vasche collegate, attualmente in stato di abbandono e non più alimentate. Verso monte l’area del lavatoio termina contro una briglia sul Rio Torto su cui era impostato lo sbarramento di un antico mulino ancora riconoscibile. La sorgente principale sgorga nell’alveo, nella parte alta del lavatoio in prossimità della sponda sinistra al di sotto della traversa, con una portata inferiore ad 1 l/s.

LA MOLA 2 – La sorgente si colloca nell’alveo del fosso Campo di Croce, affluente di destra del Rio Torto. Le acque sgorgano alla base di una piccola briglia in pietre con una portata di qualche frazione di l/s. Altre piccole sorgenti sono presenti ai margini dell’alveo del Rio Torto. Le emergenze idriche sono probabilmente determinate dalla presenza di un orizzonte meno permeabile intercalato nelle sabbie della “Duna antica”

LATINA

SENZA NOME – La sorgente, secca stagionalmente, si trova in località Farnetozzo alla testa di un fosso che incide le sabbie silicee per una profondità di 4-5 metri.

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STRUTTURA IDROGEOLOGICA DEL MONTE CIRCEO

Delle acque sotterranee del piccolo acquifero carsico carbonatico del Monte Circeo sono note due piccole sorgenti di modesta portata ubicate nel settore nord-orientale del promontorio. Queste presenze idriche sono disposte come una struttura idrogeologica, ossia un insieme di più unità idrogeologiche, e sono comprese ne territorio comunale di San Felice Circeo.

MEZZOMONTE – Nell’area dove un tempo era presente la sorgente di Mezzomonte sono presenti i ruderi di epoca roma di quello che doveva essere un suggestivo ninfeo. Si riconosce un’ampia vasca circolare che un tempo ospitava probabilmente un laghetto. Attualmente, nei pressi del ninfeo sono presenti le opere di captazione dell’acquedotto acquedotto di Mezzomonte (portata derivata pari a circa 17 l/s).

ORTO CARBONE – La sorgente, attualmente secca, è nota ai residenti e ancora negli anni cinquanta dello scorso secolo alimentava un fontanile utilizzato anche a scopo potabile. Successivamente nell’area sono stati realizzati dalla Cassa per il Mezzogiorno due pozzi per l’acquedotto che probabilmente hanno contribuito ad abbassare i livelli di falda prosciugando la sorgente. L’area rimane ricca di acque, come si è potuto osservare dal drenaggio del garage interrato di un vicino condominio.

FONTANA COPELLA – La Sorgente alimenta un caratteristico lavatoio (nelle foto) posto 100 metri più a valle delle opere di presa realizzate in epoca romana attualmente non visibili. I residenti riferiscono della presenza di una vasca romana con profondi cunicoli drenanti in parte ancora percorribili. La portata emergente in parte alimenta il lavatoio e in parte viene convogliata in una tubazione sepolta che raggiunge il Fosso Fontana Coppella, parzialmente intubato.

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