È la notizia degli ultimi giorni a Latina. Il Comune ha perso più di 800mila euro in riferimento a un bando di Regione Lazio che avrebbe dato la possibilità all’ente di Piazza del Popolo di recuperare e valorizzare le aree pedonali tra Capoportiere e via Casilina. Tante le voci critiche nei confronti dell’amministrazione Coletta, sia da parte dell’opposizione, con l’interrogazione presentata dalla consigliera comunale di Fratelli d’Italia Matilde Celentano, che persino in casa LBC con la consigliera Maria Grazia Ciolfi, delegata del Sindaco al mare di Latina, che ha chiesto conto (ha presentato anche lei un’interrogazione) di tale ingente de-finanziamento del progetto Metamorfosi (così si chiama) all’Assessorato e al Servizio competente. In questo caso, sorprendentemente, una richiesta di chiarimento rivolta non al settore ambiente e, quindi, all’assessore Roberto Lessio, dove sarebbe stato più naturale che fosse stato ancorato il progetto o, al limite, al decoro urbano di competenza dell’Assessore Emilio Ranieri, ma a Francesco Castaldo, Assessore all’Urbanistica.
Un’anomalia che già di per sé denota quantomeno un po’ di confusione amministrativa e che ha prodotto una situazione in cui nessuno ha voluto assumersi la responsabilità, almeno all’inizio, di lavorare al raggiungimento del risultato.
Il progetto, in origine, cioè a fine 2016 quando fu presentato, non era stato ammesso tra i vincitori. Poi, in una seconda fase, fu riammesso al finanziamento. Alcune fonti qualificate ci spiegano che a gennaio 2018 il progetto presentava dei problemi di natura amministrativa: sarebbero mancati pareri del Genio Civile, del Demanio, paesaggistici. E pure il Responsabile Unico del Procedimento avrebbe potuto far presente le difficoltà di arrivare a dama, senza contare che fino alla fine sono stati fatti tentativi di chiedere proroghe alla Regione.
Insomma, un progetto con mille criticità che, già molto probabilmente nel 2017, era destinato a esaurirsi per via di questa serie di problemi oggettivi frammisti a mancanza di organizzazione, controllo da parte dell’amministrazione e inadempienze diffuse.
Così la Regione Lazio, a giugno 2018, ha dato l’ultimatum al Comune pena la tagliola del definanziamento. Evento che si è poi tristemente realizzato.
824,525mila euro di contributo regionale che avrebbero fatto molto comodo alla cosiddetta Marina di Latina con l’implementazione dei servizi, delle attrezzature, con il miglioramento dell’accessibilità degli arenili e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Erano previste tre discese al mare che servirebbero come il pane per il litorale latinense, sicuramente di serie B per carenze di ogni tipo rispetto ai litorali di altri Comuni della provincia e della Regione.
Tanta l’indignazione sui social e nell’opinione pubblica. Abbiamo chiesto al capogruppo di Latina Bene Comune in Consiglio Comunale, Dario Bellini, riguardo a questo vero peccato amministrativo.
Cosa pensa della perdita di questi soldi? È stato un errore o c’è qualche altra motivazione?
È sempre un errore quando si perdono dei soldi pubblici per fare opere per la città, su questo non ci piove. A malincuore questo finanziamento lo abbiamo perso, l’intento era assolutamente di farlo. Il problema è che l’amministrazione nel nostro caso è un’amministrazione, e questa è una nota dolente che ci portiamo da sempre (e che molte amministrazioni locali scontano), è in deficit di risorse umane. Noi abbiamo assunto il massimo che potevamo assumere e con il blocco delle assunzioni ogni Comune può assumere un tot personale a reintegro di tutti coloro che vanno in pensione. Noi è già da due anni che assumiamo il massimo che possiamo assumere per reintegrare, nonostante questo il problema rimane. È un problema di risorse umane, d’altra parte stiamo continuando a spendere finanziamenti pubblici. Di bandi ne abbiamo vinti, su tutti quello che chiamiamo il Bandone di 18 milioni di euro (ndr: in realtà sostanzialmente fermo per problemi di eterogenea causa e molti dei quali ascrivili all’amministrazione Coletta). Le risorse umane sono impegnate per l’appunto nello spendere questi soldi pubblici, ovviamente per fare delle opere pubbliche. Sul finanziamento di Metamorfosi contavamo, speravamo con gli assessori di riuscire a spenderlo, non ci siamo riusciti. È una nota dolente per la nostra amministrazione ma che è figlia di fatto di un blocco assunzionale che coinvolge tutte le amministrazioni locali e che manda in sofferenza su qualsiasi lavoro che devono fare gli uffici. Lo dico in modo umile e spicciolo, facendo anche dei mea culpa ma che sono legati a un’amministrazione che è in sofferenza dal punto di vista delle risorse umane.
Rispetto a Maria Grazie Ciolfi che ha disposto un’interrogazione all’assessore Castaldo, il gruppo LBC come si pone?
L’interrogazione è sicuramente un mezzo valido di interlocuzione tra consiglio comunale e organo esecutivo dell’amministrazione che porta a conoscenza della città quelli che sono i nodi di cui ho parlato prima. Un mezzo valido e condiviso.
Quindi, è stata concordata con il gruppo di Lbc l’interrogazione della consigliera Ciolfi?
No. Ma non c’è stato nulla di anormale. È già successo con l’interrogazione di Valeria Campagna (ndr: consigliera comunale LBC) sulla questione della biblioteca, per cui si rivolse all’assessore Emilio Ranieri. È successo in questi casi e potrà succedere di nuovo, è un modo per portare a conoscenza i problemi dell’amministrazione. Anche in Parlamento ci sono gruppi di opposizione ma anche di maggioranza che fanno interrogazioni al Governo.
La Regione ha fatto due richiami all’amministrazione per evitare che i soldi si perdessero. Cosa pensa in merito?
Chiaro, la Regione fa il suo perché quando mette a disposizione questi fondi vuole che le amministrazioni li spendano. È un problema per la Regione vedersi tornare indietro molti dei fondi che vengono assegnati su determinate progettualità. Ripeto, non siamo l’unico Comune nel quale non si riescono a spendere i soldi per queste progettualità date le scarse risorse umane.
Non sono informato sui richiami della Regione ma non ho dubbi a crederlo, è il modus operandi regionale che avverte i Comuni anche perché la Regione ha interesse, per i suoi vincoli di bilancio, che questi soldi vengano spesi e che abbia certezza che entro tot mesi vengano impegnati altrimenti non gli quadrano i conti anche rispetto alle risorse stanziate per i territori del Lazio.
Ci pare di capire che, quindi, Lei non era conoscenza piena della questione in sé?
Conoscevo la difficoltà di spendere questi soldi su un progetto che, tra l’altro, era abbastanza complesso nel quale c’era un impegno comunque di cofinanziamento da parte del Comune di Latina molto oneroso, circa il 50% della cifra totale prendendo i soldi dalle finanze dell’amministrazione.
Si trattava di un cofinanziamento al 50% oltre alle 824mila euro di contributo regionale?
Questo non lo so dire con esattezza, dovrei informarmi. Ad ogni modo, in questo caso, l’impegno era gravoso. (ndr: il cofinanziamento ammontava a 412 mila euro di fondi comunali poiché il progetto era modulare, diviso in tre parti: 824mila euro messi dalla Regione Lazio, 412 mila dal Comune).