SOFFIATE IN CAMBIO DI DROGA: RIUNITI IN UDIENZA PRELIMINARE I DUE PROCEDIMENTI

Udienza preliminare per i Carabinieri accusati dal collaboratore di giustizia di avergli dato la droga in cambio di soffiate

Si celebrerà, riunita in entrambi i procedimenti, l’udienza preliminare a carico dei Carabinieri accusati dal collaboratore di giustizia Maurzio Zuppardo di avergli passato sostanza stupefacente in cambio di informazioni riservate. Oggi, 28 maggio, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, ha riunito due procedimenti e il procedimento è passato all’altro giudice per l’udienza preliminare Laura Morselli. L’udienza è prevista per il prossimo 28 giugno.

L’inchiesta, coordinata dal Procuratore capo Giuseppe De Falco e dal sostituto Valentina Giammaria, che si sono avvalsi anche dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, è partita dalle parole riferite a verbale dal collaboratore di giustizia le cui dichiarazioni sono state ritenute attendibili dalla Polizia di Stato in più di una indagine: Movida e Scarface sul Clan di Silvio capeggiato da Giuseppe Di Silvio detto “Romolo” (emesse già diverse condanne) e Reset che vede ad oggi il processo per mafia al clan retto da Costantino “Cha Cha” Di Silvio e dai fratelli Angelo e Salvatore Travali.

Ad essere indagati dalla Procura, sono diversi Carabinieri che nelle circostanze descritte alla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma erano in servizio presso la Caserma del Comando Provinciale di Latina “Vittoriamo Cimarrusti”. Secondo Zuppardo, per circa 11 anni, egli stesso avrebbe ricevuto quantitativi di droga in cambio di soffiate rese ai Carabinieri che sequestravano la sostanza stupefacente e procedevano ad arresti. In un caso, descritto da Zuppardo, la sua “paga” sarebbe stata di un chilo di erba per aver permesso ai militari dell’Arma di bloccare un carico di droga proveniente dall’Olanda.

Dapprincipio erano diversi i capi d’imputazione a carico degli indagati che, sospesi da incarichi operativi all’interno dell’Arma, devono rispondere di reati quali corruzione, falso, spaccio e concussione. Le richieste di arresto nei confronti dei Carabinieri indagati sono state, come noto, respinte dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario. Tuttavia la Procura di Latina, che dopo l’emergere della notizia a marzo 2023 ha voluto rilasciare un comunicato per ribadire la sua fiducia nell’Arma, si era opposta ricorrendo al Tribunale del Riesame sulle misure cautelari. Alla fine fu lo stesso Gip Cario, anche dopo una pronuncia della Corte di Cassazione, a ribadire, in riferimento alla posizione di uno dei militari, che Zuppardo non sarebbe stato credibile in quanto ricorrevano motivi di risentimento nei confronti dei Carabinieri.

Secondo il collaboratore, ad ogni modo, i Carabinieri non possono permettersi un’auto costosa o l’acquisto di una casa e per tale ragione non solo avrebbero dato a lui il premio della droga in cambio dei sequestri e delle soffiate, ma a un certo punto avrebbero anche voluto parte dei proventi derivanti dallo spaccio messo in piedi con la droga sequestrata.

Un quadro investigativo che dal Gip di Latina Giuseppe Cario non è stato considerato attendibile e che oggi, tra prescrizioni e ridimensionamenti, è approdato in una udienza preliminare che è diventata piuttosto travaglia e zoppicante. Ad essere contestati solo i fatti più recenti per sei Carabinieri, tra cui due operazioni antidroga per le quali vi sarebbe stato il passaggio di soffiate in cambio di sostanze stupefacenti e il caso dei panini scambiati per panetti. Non è un episodio rivelato da Zuppardo, ma emerso durante le indagini scaturite dalle dichiarazioni di quest’ultimo e captato in una delle intercettazioni: al telefono, con un capitano, comandante dell’epoca che lo stava raggiungendo in caserma, un militare avrebbe parlato dei panini che stava preparando, ma secondo l’accusa avrebbe chiesto all’ufficiale di nascondere panini, da interpretare come panetti. In realtà, come già emerso, si tratterebbe di un grosso equivoco: i panini erano realmente panini.

Un altro aspetto da chiarire, così come risulta marginale la contestazione di porto abusivo d’arma da fuoco, in relazione alle legge sulla caccia, a carico di uno dei Carabinieri. Già il Gip Cario si era pronunciato rispetto a tale contestazione, smontandola.

Ad ogni modo, il giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Molfese, ha accolto la richiesta dell’avvocato Alessandro Mariani. Il legale ha chiesto che i due procedimenti in cui sono state divise le contestazioni fossero riunite, trovando accoglimento anche da parte della Procura.

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