SMOKING FIELDS, UNA CONSULENZA “ACCADEMICA” NEL PROCESSO: AD APRILE LA SENTENZA FINALE

L'impianto della Sep a Pontinia ancora fumante (foto scattata alle ore 10 del 23 agosto 2021)
L'impianto della Sep a Pontinia ancora fumante (foto scattata alle ore 10 del 23 agosto 2021)

Operazione Smoking Fields: è ripreso il processo che vede sul banco degli imputati 18 persone coinvolte nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Dall’indagine scaturì il sequestro degli impianti di compostaggio di Pontinia, Sep e Sogerit

Doveva arrivare a un punto di svolta il processo derivante dall’inchiesta “Smoking Fields” dove si contesta agli Ugolini di aver prodotto composto fuori specifica e quindi inquinante nei due impianti dei rifiuti di Mazzocchio, a Pontinia: Sep e Sogerit.

Lo scorso maggio, il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, dinanzi al quale si svolge il processo, ha nominato il suo consulente per rispondere a quesiti dirimenti. Si tratta dell’ingegnere chimico di Torino, Bernardo Ruggeri, il quale ha elaborato una perizia con cui rispondere a domande richieste dal magistrato. In sostanza, il tecnico ha espresso valutazioni in ordine al corretto “modus procedendo” nelle fasi di prelievo, campionamento e analisi del compost eseguite dall’Arpa Lazio, i cui esiti sono stati utilizzati dalla Procura/DDA di Roma per accusare gli imputati per l’inquinamento prodotto dagli impianti Sep e Sogerit di Pontinia, presso la località Mazzocchio.

L’ingegnere chimico ha approfondito l’attendibilità delle analisi dell’Arpa, se le modalità di campionamenti dei rifiuti sono state svolte correttamente nei laboratori, confrontando anche le risultanze di segno opposto a cui sono pervenuti i tecnici nominati da Ugolini.

Il professor Ruggeri ha specificato che i metodi di misurazione e verifica dell’Arpa, tra i quali quello denominato Ampa, sono affidabili; al contempo anche quelli dell’azienda non possono essere considerati. Secondo il consulente se il compost è maturo e pronto per essere sversato sui campi, la pioggia o altri passaggi non hanno incidenza nel suo complesso. L’acqua piovana, in realtà, a parere del consulente, dovrebbe abbassare il valore e la nocività delle plastiche e microplastiche presenti nel compost. Ad ogni modo, come ha ribadito il professore contro-esaminato dall’avvocato Oropallo, la plastica all’interno del compost non può essere triturata sotto i 2 millimetri, ammesso che fosse triturata nel compost che usciva dalla Sep.

Un’udienza molto tecnica con il consulente che si è orientato più a offrire una relazione di natura teorica e meno pronta per comprendere, nello specifico, come si comportava l’azienda Sep rispetto alla conformità del compost. Il consulente ha anche sottolineato che è impossibile poter dire che tutto il compost fosse fuori specifica, essendo stato analizzato appena il 10%. Una udienza fiume durata fino alle ore 19 inoltrate (partendo dalle ore 15), accademica, tanto che anche la difesa ha sottolineato questo aspetto. E la sensazione è che questa perizia tanto attesa non abbia spostato nulla nelle convinzioni di chi giudicherà, anche perché non si è entrati nel merito del processo di compostaggio che per tanti anni ha costituito la questione Sep a Mazzocchio.

Il processo, scaturito dall’inchiesta per traffico illecito di rifiuti, è alle battute finali: il prossimo 10 febbraio ci sarà la requisitoria con le richieste del pubblico ministero della DDA di Roma, Rosalia Affinito; il 10 marzo, inizieranno le arringhe difensive; infine, il 14 aprile, la fine delle arringhe, dopodiché il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, entrerà in camera di consiglio per emettere la sentenza.

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DI COSA SI STA PARLANDO – Il processo contesta, come noto, il traffico illecito di rifiuti che portò, cinque anni anni fa (giugno 2019), al sequestro dell’impianto di Mazzocchio, Sep, più gli altri impianti che facevano capo alla famiglia romana Ugolini. Insieme a Vittorio e Alessio Ugolini, principali imputati, ci sono nel processo anche le parti civili: i Comuni di Pontinia, Cori e Ardea, oltreché all’associazione Fare Verde onlus, un’altra società srl, un privato cittadino, l’associazione Accademia Kronos e le aziende appartenute a Ugolini. Si tratta, ovviamente, di quelle aziende che furono oggetto di sequestro a giugno 2019 e che sono al momento sotto amministrazione giudiziaria della commercialista Carmen Silvestri: Sep e Sogerit di Pontinia, Demetra (società che si occupa di trasporti dei rifiuti) e Adrastea, la società titolare della discarica di inerti in Via Canestrini a Roma. Entrambe le società, Sep e Sogerit, ora in amministrazione giudiziaria, si sono costituite anch’esse come parti civili nel processo.

Ad essere imputati, oltreché agli Ugolini, anche Alessandro D’Innocenti, amministratore della Sogerit e ritenuto dagli inquirenti prestanome degli Ugolini; Sergio Mastroianni, titolare del laboratorio Osi di Isola del Liri (provincia di Frosinone) che ha effettuato i rapporti di prova (ritenuti falsi) sul compost prodotto dalla Sep; Luca Fegatelli, ex dirigente della Regione Lazio nel settore rifiuti e nello stesso tempo consulente delle varie società amministrate dalla famiglia Ugolini. E ancora: Stefano Pappa, Nazzareno Toppi, Ugo Pazienti detto Mauro, Mario Reale, Marco Sanna, Stefano Volpi, Iulian Rosca, Ion Cosmin Toader, Giovanni Bonaiuto, Fabrizio Carletti, Gianfilippo Coronella e Alfonso Gaito.

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