SMOKING FIELDS, L’IMPIANTO SEP VISTO DAI CITTADINI AL PROCESSO: “L’ODORE ERA DI CARNE PUTREFATTA”

L'impianto della Sep a Pontinia ancora fumante (foto scattata alle ore 10 del 23 agosto 2021)
L'impianto della Sep a Pontinia ancora fumante (foto scattata alle ore 10 del 23 agosto 2021)

Operazione Smoking Fields: è ripreso il processo che vede sul banco degli imputati 18 persone coinvolte nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Dall’indagine scaturì il sequestro degli impianti di compostaggio di Pontinia, Sep e Sogerit

Si è svolta, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, una nuova udienza del processo scaturito dall’inchiesta per traffico illecito di rifiuti che aveva come base l’impianto di compostaggio denominato “Sep”, a Mazzocchio (Pontinia). Oggi, 15 luglio, si è arrivati alla conclusione degli esami dei testimoni chiamati dal pubblico ministero Rosalia Affinito.

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A cinque anni dal sequestro che fu eseguito dai Carabinieri del Nipaaf di Latina e dalla Polizia Stradale di Aprilia, il processo, che tra gli imputati vede i titolari di diritto e di fatto degli impianti, Vittorio e Alessio Ugolini, prosegue piuttosto speditamente, tanto che la prossima udienza è stata fissata il 20 settembre quando sarà esaminato uno dei consulenti tecnici della difesa.

Dopo la fine dell’esame del Comandante dei Carabinieri Forestali di Latina, Vittorio Iansiti, è stato il turno degli ultimi due testimoni dell’accusa: il rappresentante legale del Comitato di Mazzocchio, Luigi Cellini, e Antonio Aumenta, l’imprenditore che gestisce la nota azienda omonima di vivaistica. Una udienza, quindi, dedicata alla voce dei cittadini.

In particolare, la testimonianza di Cellini è di per sé significativa in quanto il suo Comitato e, dopo, con lui altri tre comitati della zona tra Mazzocchio, Pontinia, Sonnino e Priverno, hanno portato avanti tutte le battaglie civili più rilevanti: esposti, denunce, pec, segnalazioni alle autorità, dibattiti pubblici, interventi sui media, coinvolgimenti di note trasmissioni televisive come “Striscia La Notizia”.

Insomma, senza l’attività dei cittadini, questo processo difficilmente avrebbe visto la luce, considerata l’attività tambureggiante messa in pratica dai cittadini per denunciare l’inquinamento nell’area provocato dagli impianti di compost. Questa è sempre stata la tesi del comitato, sin dal 2003. In quell’anno, ormai 21 anni fa, la Sep iniziò a ricevere l’umido di molti Comuni della provincia e oltre, la cui lavorazione ha provocato presenze odorigene ingombranti.

Prima della Sep vivevamo tranquilli nell’area di Mazzocchio – ha spiegato Cellini interrogato dal Pm Affinito – poi abbiamo perso la tranquillità perché puzzava in maniera incredibile. Dal 2003 siamo nati e da quell’anno, che è l’anno di nascita dell’impianto Sep, abbiamo iniziato a inviare segnalazioni per far rilevare le condizioni di vita impossibili. Puzzava sempre, d’estate di più perché le finestre si lasciano aperte. Noi abbiamo sempre fatto denunce, pec e segnalazioni”.

L’attivista del Comitato ha spiegato anche che gli capitò di incontrare “Vittorio Ugolini, il quale per noi era il titolare dell’impianto. Facevamo presente della puzza e lui ci diceva che s’era rotta la porta, insomma accampava giustificazioni“.

Il racconto breve e intenso ha ripercorso tutti gli anni passati a segnalare alle diverse autorità competenti quanto accadeva: “Diversi anni fa, ci furono alcune persone che si sentirono male“. Ma com’era l’odore che si respirava nell’area? Chiede il pubblico ministero: “Era odore di carne putrefatta, acido, un mix di più odori“.

Al che anche l’avvocato Domenico Oropallo che difende gli Ugolini ha voluto interrogare Cellini, facendogli presente che nell’area industriale di Mazzocchio ci sarebbero 160 aziende e che i cittadini del Comitato, tramite l’avvocato Di Ciollo, hanno intentato una causa di risarcimento nei confronti dei medesimi Ugolini, perduta in due gradi di giudizio. Eppure Cellini è sicuro: “La puzza proveniva dalla Sep, senza subbio. Più ci si avvicinava, più puzzava, senza contare che abbiamo fatto innumerevoli sopralluoghi“. La prova del nove, secondo Cellini, è rappresentata dal fatto che “Prima dell’impianto Sep, la zona non puzzava. Abbiamo vissuto bene finché non ha aperto la Sep. Adesso che è chiusa siamo tornati a vivere bene. La puzza non finì con il sequestro del 2019, segnalammo più volte la questione, anche all’ingegnere Petrucciani”. Da quando, invece, l’impianto non riceve più rifiuti, la presenza odorigena è cessata.

A rincarare la dose sull’impianto Sep, è stato anche l’imprenditore Antonio Aumenta: “Ho fatto segnalazioni perché avevamo aria irrespirabile e nausebonda. I miei dipendenti non volevano più lavorare lì e allora facevamo i turni perché stare in quella zona era impossibile. Mio figlio che abita dirimpetto all’impianto, ha dovuto spesso andare via e io lo ospitavo a casa. Ho parlato con Vittorio Ugolini perché era lui ad essere presente sul posto. Gli dicevo che anche noi dovevamo vivere e lui mi rispondeva avrebbe effettuato degli accorgimenti. Si è sempre comportato bene formalmente, ma poi non cambiava niente. Nell’ultimo anno sembra di essere in un altro mondo, ora non c’è più la puzza. Prima, invece, io che per lavoro ho girato tutto il mondo, ogni volta che tornava mi dicevo: “Ma che peccato abbiamo fatto per dover sopportare tutto questo?”

DI COSA SI STA PARLANDO – Il processo contesta, come noto, il traffico illecito di rifiuti che portò, cinque anni anni fa (giugno 2019), al sequestro dell’impianto di Mazzocchio, Sep, più gli altri impianti che facevano capo alla famiglia romana Ugolini. Insieme a Vittorio e Alessio Ugolini, principali imputati, ci sono nel processo anche le parti civili: i Comuni di Pontinia, Cori e Ardea, oltreché all’associazione Fare Verde onlus, un’altra società srl, un privato cittadino, l’associazione Accademia Kronos e le aziende appartenute a Ugolini. Si tratta, ovviamente, di quelle aziende che furono oggetto di sequestro a giugno 2019 e che sono al momento sotto amministrazione giudiziaria della commercialista Carmen Silvestri: Sep e Sogerit di Pontinia, Demetra (società che si occupa di trasporti dei rifiuti) e Adrastea, la società titolare della discarica di inerti in Via Canestrini a Roma. Entrambe le società, Sep e Sogerit, ora in amministrazione giudiziaria, si sono costituite anch’esse come parti civili nel processo.

Ad essere imputati, oltreché agli Ugolini, anche Alessandro D’Innocenti, amministratore della Sogerit e ritenuto dagli inquirenti prestanome degli Ugolini; Sergio Mastroianni, titolare del laboratorio Osi di Isola del Liri (provincia di Frosinone) che ha effettuato i rapporti di prova (ritenuti falsi) sul compost prodotto dalla Sep; Luca Fegatelli, ex dirigente della Regione Lazio nel settore rifiuti e nello stesso tempo consulente delle varie società amministrate dalla famiglia Ugolini. E ancora: Stefano Pappa, Nazzareno Toppi, Ugo Pazienti detto Mauro, Mario Reale, Marco Sanna, Stefano Volpi, Iulian Rosca, Ion Cosmin Toader, Giovanni Bonaiuto, Fabrizio Carletti, Gianfilippo Coronella e Alfonso Gaito.

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