SMOKING FIELDS, LA DIFESA CALA LA CARTA DEL PROFESSORE

Operazione Smoking Fields: è ripreso il processo che vede sul banco degli imputati 18 persone coinvolte nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Dall’indagine scaturì il sequestro degli impianti di compostaggio di Pontinia, Sep e Sogerit

Si è svolta, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, una nuova udienza del processo scaturito dall’inchiesta per traffico illecito di rifiuti che aveva come base l’impianto di compostaggio denominato “Sep”, a Mazzocchio (Pontinia). Sono iniziati i testimoni della difesa con un protagonista d’eccellenza. Si tratta del professore universitario Carlo Melli, chimico, classe 1936, chiamato dalla difesa degli Ugolini e interrogato dall’avvocato Domenico Oropallo e, successivamente, dal pubblico ministero della DDA di Roma, Rosalia Affinito.

Leggi anche:
SMOKING FIELDS, L’IMPIANTO SEP VISTO DAI CITTADINI AL PROCESSO: “L’ODORE ERA DI CARNE PUTREFATTA”

A cinque anni dal sequestro che fu eseguito dai Carabinieri del Nipaaf di Latina e dalla Polizia Stradale di Aprilia, il processo, che tra gli imputati vede i titolari di diritto e di fatto degli impianti Sep e Sogerit, Vittorio e Alessio Ugolini, ha visto la testimonianza del perito di parte – per l’appunto il professor Melli – che ha depositato una corposa perizia, con tanto di allegati.

Il professore è convito, sulla base della sua esperienza e del suo chilometrico curriculum, che ha snocciolato in 15 minuti di premessa, che l’emissione degli odori da un impianto come era quello della Sep che produce compost sia inevitabile. È proprio il biogas a produrre le sostanze odorigene, tanto più che una legge sulla emissione degli odori in Italia non esiste; ecco perché, secondo il professore, risulta difficile stabilire quando qualcosa puzzi o meno.

Senza contare che, in base a quanto dichiarato da Melli, i sistemi dell’Arpa per verificare gli odori non sono adeguate: è come se i tecnici fossero sempre stati chiamati a diri, in venti anni di impianto, se l’odore fosse forte o non ci fosse. Insomma, non sarebbero esistiti valori intermedi, sfumature, grigi.

A essere messa in dubbio anche la perizia dei consulenti della pubblica accusa redatta in 3 mesi, in quanto è lo stesso professore a dire che lui, in 9 mesi di lavoro, ha eseguito un lavoro che non lo ha per nulla soddisfatto. Altri 9 mesi gli sarebbero serviti per scrivere una relazione complessiva di un un impianto, quello della Sep, che è costituito di una storia amministrativa bizantina e di una vicenda ambientale ancorché variegata. È impensabile per il professore farsi un’idea della conformità del compost targato Sep, se si va nell’impianto una volta sola come avrebbero fatto i consulenti del Pubblico Ministero.

La testimonianza che è durata tutta la mattina, fino alle 13,30, è stata sicuramente una delle carte principali della difesa per scardinare l’impianto accusatorio che aveva concluso, a luglio, la sua sfilza di testimoni con due cittadini che hanno vissuto da anni l’esperienza odorigena: il rappresentante legale del Comitato di Mazzocchio, Luigi Cellini, e Antonio Aumenta, l’imprenditore che gestisce la nota azienda omonima di vivaistica.

Il processo riprenderà il prossimo 14 ottobre. Fissata anche un’altra udienza per il 15 novembre. Al momento la difesa, che ha interpellato anche un altro professore di chimica, non ha ancora deciso chi chiamare come testimone.

DI COSA SI STA PARLANDO – Il processo contesta, come noto, il traffico illecito di rifiuti che portò, cinque anni anni fa (giugno 2019), al sequestro dell’impianto di Mazzocchio, Sep, più gli altri impianti che facevano capo alla famiglia romana Ugolini. Insieme a Vittorio e Alessio Ugolini, principali imputati, ci sono nel processo anche le parti civili: i Comuni di Pontinia, Cori e Ardea, oltreché all’associazione Fare Verde onlus, un’altra società srl, un privato cittadino, l’associazione Accademia Kronos e le aziende appartenute a Ugolini. Si tratta, ovviamente, di quelle aziende che furono oggetto di sequestro a giugno 2019 e che sono al momento sotto amministrazione giudiziaria della commercialista Carmen Silvestri: Sep e Sogerit di Pontinia, Demetra (società che si occupa di trasporti dei rifiuti) e Adrastea, la società titolare della discarica di inerti in Via Canestrini a Roma. Entrambe le società, Sep e Sogerit, ora in amministrazione giudiziaria, si sono costituite anch’esse come parti civili nel processo.

Ad essere imputati, oltreché agli Ugolini, anche Alessandro D’Innocenti, amministratore della Sogerit e ritenuto dagli inquirenti prestanome degli Ugolini; Sergio Mastroianni, titolare del laboratorio Osi di Isola del Liri (provincia di Frosinone) che ha effettuato i rapporti di prova (ritenuti falsi) sul compost prodotto dalla Sep; Luca Fegatelli, ex dirigente della Regione Lazio nel settore rifiuti e nello stesso tempo consulente delle varie società amministrate dalla famiglia Ugolini. E ancora: Stefano Pappa, Nazzareno Toppi, Ugo Pazienti detto Mauro, Mario Reale, Marco Sanna, Stefano Volpi, Iulian Rosca, Ion Cosmin Toader, Giovanni Bonaiuto, Fabrizio Carletti, Gianfilippo Coronella e Alfonso Gaito.

Leggi anche:
SMOKING FIELDS, SLITTA TESTIMONIANZA DELL’AMMINISTRATRICE. DIRIGENTE ARPA: “LE ACQUE DI PIOGGIA SCARICATE NEL FOSSO”

Articolo precedente

LATINA, NASCE UN NUOVO CENTRO SPORTIVO IN VIA DEL LIDO

Articolo successivo

COMMON CITY FEST, ARRIVA IL TERZO E ULTIMO APPUNTAMENTO

Ultime da Cronaca