SMOKING FIELDS, AL PROCESSO PARLA L’AMMINISTRATRICE GIUDIZIARIA: “NEI RIFIUTI IN INGRESSO ANCHE UN SEGGIOLINO DI UN’AUTO”

La dottoressa Silvestri, amministratrice giudiziaria della SEP
La dottoressa Silvestri, amministratrice giudiziaria della SEP

Operazione Smoking Fields: è ripreso il processo che vede sul banco degli imputati 18 persone coinvolte nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Dall’indagine scaturì il sequestro degli impianti di compostaggio di Pontinia, Sep e Sogerit

Si è svolta una nuova udienza del processo scaturito dall’inchiesta per traffico illecito di rifiuti che aveva come base l’impianto di compostaggio denominato “Sep”, a Mazzocchio (Pontinia). Ad essere esaminata dal Pm Rosalia Affinito e contro-esaminata dal collegio difensivo degli avvocati era presente l’amministratrice giudiziaria delle società sequestrate, in testa la Sep di Pontina, Carmen Silvestri.

La commercialista è stata nominata, a giugno 2019, all’indomani dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, con annesso sequestro degli impianti Sep e Sogerit (più le altre due strutture romane nella disponibilità della famiglia Ugolini).

Silvestri ha parlato della gestione Sep, spiegando che, una volta insediatasi, ha trovato una società con gravi carenze. Tra le criticità maggiori sicuramente il certificato prevenzione incendi dell’impianto scaduto e la Scia dell’impianto gemello, gestito dalla Sogerit, di cui non sarebbe mai stata trovata traccia documentale.

Per quanto riguarda la lavorazione dei rifiuti, l’amministratrice giudiziaria ha confermato che gli scrubber della Sep (macchinari che vengono utilizzate per lavorare il rifiuto dell’umido) non erano funzionanti e non riuscivano a convogliare l’aria nel rifiuto così da trattarlo in modo inadeguato. Il materiale all’ingresso nella struttura di Mazzocchio, secondo la testimonianza di Silvestri, presentava diverse e macroscopiche impurità: un eccessivo quantitativo di plastiche, vetro. “Ricordo – ha detto la commercialista – anche un seggiolino di un’automobile mischiato ai rifiuti e dei cocci“.

Interrogata dall’avvocato difensore Domenico Oropallo, che difende gli Ugolini, la manager ha spiegato di aver chiesto una relazione dello stato dell’arte al precedente amministratore giudiziario, nominato dopo il primo sequestro dell’impianto avvenuto prima del 2019. La relazione del primo amministratore giudiziaria non fu delle più rosee. La premessa è che la sua amministrazione era praticamente un pro forma, visto che come custode dell’impianto Sep, in seguito al primo sequestro, era stato nominato Vittorio Ugolini, vale a dire il soggetto titolare dell’impianto destinatario del provvedimento.

Secondo Silvestri che riportava la relazione del precedente amministratore giudiziario, quest’ultimo fu messo in una condizione di impotenza ad agire. In sostanza le sue azioni erano per nulla efficaci, anche perché all’interno dell’azienda c’erano ancora gli Ugolini i quali, di fatto, gestivano la struttura.

Per quanto riguarda la gestione finanziaria, Silvestri ha espresso parole nette: le società sequestrate non godevano di buona salute, tanto è che parte consistente dei debiti sono stati messi a carico dell’erario, ossia dello Stato, sin dal febbraio di quest’anno.

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Il processo, come noto, contesta il traffico illecito di rifiuti che portò, quasi quattro anni fa, al sequestro dell’impianto di Mazzocchio, Sep, più gli altri impianti che facevano capo alla famiglia romana Ugolini. Insieme a Vittorio e Alessio Ugolini, principali imputati, ci sono nel processo anche le parti civili: i Comuni di Pontinia, Cori e Ardea, oltreché all’associazione Fare Verde onlus, un’altra società srl, un privato cittadino, l’associazione Accademia Kronos e le aziende appartenute a Ugolini. Si tratta, ovviamente, di quelle aziende che furono oggetto di sequestro a giugno 2019 e che sono al momento sotto amministrazione giudiziaria della commercialista Carmen Silvestri: Sep e Sogerit di Pontinia, Demetra (società che si occupa di trasporti dei rifiuti) e Adrastea, la società titolare della discarica di inerti in Via Canestrini a Roma. Entrambe le società, Sep e Sogerit, ora in amministrazione giudiziaria, si sono costituite anch’esse come parti civili nel processo.

Ad essere imputati, oltreché agli Ugolini, anche Alessandro D’Innocenti, amministratore della Sogerit e ritenuto dagli inquirenti prestanome degli Ugolini; Sergio Mastroianni, titolare del laboratorio Osi di Isola del Liri (provincia di Frosinone) che ha effettuato i rapporti di prova (ritenuti falsi) sul compost prodotto dalla Sep; Luca Fegatelli, ex dirigente della Regione Lazio nel settore rifiuti e nello stesso tempo consulente delle varie società amministrate dalla famiglia Ugolini. E ancora: Franco D’Innocenti, Stefano Pappa, Nazzareno Toppi, Ugo Pazienti detto Mauro, Mario Reale, Marco Sanna, Stefano Volpi, Iulian Rosca, Ion Cosmin Toader, Giovanni Bonaiuto, Fabrizio Carletti, Gianfilippo Coronella e Alfonso Gaito.

Il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Clara Trapuzzano, ha rinviato la prossima udienza dopo la pausa estiva: il 18 settembre.

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