SINDACO DI LENOLA AL PREFETTO: CARICARE SUI COMUNI L’ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI NON È UNA SOLUZIONE VINCENTE

Fonte vita.it

Di seguito il testo della lettera aperta inviata lo scorso 31 ottobre dal sindaco di Lenola Fernando Magnafico, sostenuto da una maggioranza di centrodestra, al Prefetto di Latina Maria Rosaria Trio:

….come certamente saprà, il Comune di Lenola – di cui mi onoro di essere dall’11 giugno 2018 Primo Cittadino – ha aderito a partire dal luglio 2017 al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR). Obiettivo chiaro ed esplicito dell’adesione di una realtà municipale e comunitaria molto piccola e fortemente identitaria e radicata sul territorio comunale come la nostra a tale programma era, evidentemente, quello di potersi giovare delle garanzie e dei criteri specifici contenuti all’interno della clausola di salvaguardia della direttiva del Ministro dell’Interno dell’11 ottobre 2016, sulle regole per l’avvio di un sistema di ripartizione graduale e sostenibile dei richiedenti asilo e rifugiati sul territorio nazionale attraverso, appunto, lo SPRAR.

Fernando Magnafico, sindaco di Lenola.

La clausola di salvaguardia prevede, in particolare, l’esenzione per i Comuni aderenti allo SPRAR dall’attivazione o dal mantenimento di “ulteriori forme di accoglienza” – compresi i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) – nel caso in cui il numero di posti SPRAR messo a disposizione soddisfi la quota di posti assegnata dal Piano Nazionale di ripartizione richiedenti asilo e rifugiati.

Il Comune di Lenola ha aderito allo SPRAR, nel 2017, con un progetto per nuclei familiari in grado di accogliere un totale di 20 persone. La passata amministrazione ha attivato anche un progetto di accoglienza per ulteriori 16 minori non accompagnati i quali, dati anagrafici alla mano, hanno di fatto tutti un’età superiore ai 17 anni. Non solo: ad oggi, registriamo la presenza sul territorio comunale di altri 42 immigrati ospiti del CAS, tuttora presente sul nostro territorio comunale.

Maria Rosaria Trio, Prefetto di Latina dal novembre 2017

Parafrasando quanto assai efficacemente affermato nel 2017 dal delegato Anci all’Immigrazione Matteo Biffoni, non possiamo non sentirci protagonisti anche noi, nostro malgrado, della moltiplicazione dei casi di mancato rispetto di quanto dettato dalla succitata clausola di salvaguardia, quando prevede numeri limitati di presenze e la rinuncia all’apertura da parte dei Prefetti di altre forme di accoglienza non concertate con i sindaci.

Come amministrazione comunale di Lenola siamo ben consci delle difficoltà e delle possibili emergenze presenti sul territorio di cui Ella ha competenza; con un numero di migranti come quello appena riferito in carico a un borgo di poco più di 4mila abitanti come il nostro, tuttavia, non possiamo non farLe presente che continuare a caricare sempre sui Comuni le difficoltà nel sistema di accoglienza non è, né mai potrà essere una soluzione valida e vincente. Tantomeno si può pensare a una effettiva integrazione tra cittadini nativi e migranti, per numeri come questi e con giovani ormai, di fatto, quasi maggiorenni.

Ribadisco la nostra consapevolezza del fatto che il Prefetto, spesso, si trovi a dover gestire l’accoglienza in condizioni emergenziali. Tuttavia, come amministrazione comunale stiamo facendo da tempo la nostra parte, e confidiamo di farla al meglio delle nostre possibilità. I latini amavano sottolineare che ‘pacta sunt servanda’: i patti vanno mantenuti. In assenza di ciò, non può essere ritenuto strano lo spiacevole diffondersi, tra i Sindaci del nostro Paese, di una crescente e generalizzata sfiducia nell’efficacia del sistema nel suo complesso.

Poiché ritengo palese e ormai difficilmente sostenibile per la tranquillità dei cittadini di Lenola che rappresento – che ormai quasi quotidianamente giungono nel mio ufficio per segnalarmi situazioni di malessere e disagio, quando non di problemi ancor più delicati – il mancato rispetto di quanto previsto dalla normativa in questione, oltre che di fatto non utile al raggiungimento degli obiettivi per i quali gli SPRAR sono stati pensati, in assenza di concreti segnali di sostegno alle nostre ormai enormi difficoltà, mi vedrò costretto a chiedere anche al Ministero dell’Interno di prestare orecchio alle nostre istanze.

Fiducioso nella Sua comprensione e convinto che su questo spinoso argomento sarà possibile trovare insieme, in tempi rapidi, una soluzione più condivisa e ragionevole rispetto all’attuale status quo solo per il bene comune e il futuro della comunità di Lenola e dei migranti stessi, mi è gradito porgerLe i miei più cordiali saluti.

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