Pare che fosse Armando Uscimenti tra gli uomini della maggioranza quello più perplesso di fronte all’ipotesi di un trasferimento del Centro per l’Impiego (CPI) da Sezze Scalo a Palazzo Rappini. In fondo gli utenti dei Casali tutti questi vantaggi logistici nel trasloco non li avrebbero tratti: un centro storico destinato a diventare Zona a Traffico Limitato, difficoltà di parcheggio in prossimità delle mura poligonali e accessibilità al servizio non agevole per i disabili.
PALAZZO RAPPINI
Palazzo Rappini in Via Umberto I sarà pure un immobile di proprietà comunale, al contrario dell’attuale, ben ristrutturato con moderno ascensore e ampie stanze, ma resta pur sempre un palazzo rinascimentale incassato tra vicoli tanto caratteristici quanto angusti. Più di ventitré secoli di storia non saranno stati certo programmati in vista dell’invenzione dell’automobile e del reddito di cittadinanza!
PER “L’AMMINISTRAZIONE COMUNICA” PRIORITÀ ALLO SCALO
Fatto sta che ad Uscimenti non sarà parso vero quando il 23 ottobre scorso la pagina Facebook “l’Amministrazione comunica”, direttamente controllata dal sindaco Sergio Di Raimo, di fronte alle notizie di spostamento del CPI da Piazza della Repubblica (davanti alla Stazione) al centro storico, riportate dalle pagine di Latina Oggi, e di un Roberto Reginaldi (coordinatore Lega) sul piede di guerra e pronto a lanciare una raccolta firme contro l’ennesimo depauperamento della pianura, smentiva ogni decisione definitiva assunta in merito all’individuazione della nuova sede degli uffici di collocamento.
BOTTA E RISPOSTA TRA MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE
Lo storico consigliere casalese del Pd rilanciava all’indomani le comunicazioni del sindaco aggiungendo in testa a una foto di articolo di giornale un breve commento “Nessuna volontà da parte di questa amministrazione comunale di trasferire da Sezze scalo il centro per l’impiego, giusto per fare chiarezza“. Secca la replica del consigliere di opposizione di Forza Italia Giovan Battista Moraldo, che assieme a Serafino Di Palma, è stato uno degli oppositori della prima ora alla “soluzione Palazzo Rappini”: “Caro Armando, capisco la difesa d’ufficio, ma chiarezza per chiarezza, i documenti dicono altro. Che poi non si farà, è un altro discorso” .
CENTRO STORICO ALMENO FINO A POCO TEMPO FA
Sotto il commento di Moraldo una foto di un documento del Comune di Sezze che non lascia spazio ad equivoci e che dimostra come almeno fino allo scorso anno quella dell’Amministrazione di portare personale e pc nel palazzo cinquecentesco era qualcosa di più di una semplice ipotesi. La lettera del 12 settembre 2018 (prot.19649) indirizzata al Presidente della Provincia Carlo Medici e firmata sia dalla Responsabile del settore del Patrimonio Maria Coluzzi che dal sindaco Sergio Di Raimo riporta: “nell’intento di contemperare le esigenze finanziarie (la gestione del precedente contratto ha prodotto una pesante incidenza negativa sul bilancio dell’Ente), nonché garantire (salvo indirizzo contrario di codesta Amministrazione regionale) il servizio decentrato del Centro dell’impiego descritto in premessa, comunica la volontà di spostare la sede del servizio, e quindi il personale impiego, presso il Centro storico di Sezze su immobili di proprietà comunale, previo parere favorevole di codesta Regione“.
SEZZE SCALO SECONDO MARTELLA
Questa è una storia che ha inizio il 30 giugno 2001 quando il Comune di Sezze stipula con un privato un contratto di locazione di durata quindicinale sull’immobile un tempo destinato al Consorzio agrario per assicurare il servizio del centro per l’impiego per il bacino Sezze-Priverno. La localizzazione segue una specifica individuazione da parte dell’Amministrazione provinciale allora guidata da un altro setino quale Paride Martella (attualmente consigliere d’opposizione in Comune).
I COMUNI DELLA CIRCOSCRIZIONE
Nell’ambito territoriale di interesse oltre a Sezze e Priverno ricadono sia comuni dei Lepini quali Bassiano, Norma, Maenza, Prossedi, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci e Sermoneta sia comuni di pianura quali Pontinia e Sabaudia. Il criterio stabilito per fissare la quota di compartecipazione per ciascun comune è il numero di abitanti. Ciascuna quota viene comunicata dall’ente sede del servizio ai rispettivi comuni con nota 21558 del 18 gennaio 2001.
COMUNI LIMITROFI MOROSI
Da subito i comuni mostrano resistenza a pagare e il Comune di Sezze procede ad azioni di recupero delle somme nei confronti degli altri enti. Il recupero è lungo e difficoltoso e nel tempo Sezze arriva a vantare un credito di 167mila euro. Intanto nel corso degli anni il centro per l’impiego dello Scalo estende il proprio spazio di competenza cumulando iscritti su iscritti (circa 13mila ad oggi di cui più di duemila disabili), servizi su servizi e le attività si moltiplicano.
DA GARANZIA GIOVANI AL REDDITO DI CITTADINANZA
All’attività di semplice accoglienza e orientamento si sommano il servizio convalida delle Dichiarazioni di Immediata Disponibilità al lavoro a seguito di richiesta di indennità di disoccupazione e le iscrizioni alle liste per il collocamento mirato di coloro che rispondono ai requisiti della Legge 68/1999 sulle quote di posti di lavoro riservati ai disabili. Dalla stipula di contratti di tirocinio nell’ambito di “Garanzia Giovani” ai contratti di ricollocazione degli over 30 tramite “Generazioni” fino alla stipula dei più recenti Patti di servizio personalizzati per accedere al reddito di cittadinanza.
CHE SIA LA CONFERENZA DEI SINDACI A DECIDERE
Il 30 ottobre 2017, quando il contratto sull’immobile a Corso della Repubblica è scaduto da più di un anno, la posizione organizzativa amministrativo-contabile Piero Formicuccia rivolge una missiva (prot.24545) al responsabile della Direzione del Servizio politiche del Lavoro, Domenico Tibaldi, e avente per oggetto il contratto di locazione dell’immobile di Sezze Scalo, sollecita la convocazione di una Conferenza dei sindaci che abbia come finalità la riaffermazione dell’obbligo da parte dei Comuni della compartecipazione agli oneri derivanti dall’erogazione del servizio in parola. In secondo luogo Formicuccia chiede che la Conferenza individui una nuova sede idonea e il relativo contratto di locazione opportunamente ripartito. Nel documento si precisa che Sezze sia in posizione di perfetta parità rispetto a Priverno e Pontinia nell’individuazione della sede e nella fissazione del canone.
OGNI COMPETENZA ALLA REGIONE
Per quasi un anno l’interlocuzione con la Provincia non è mai risolutiva fin quando alla summenzionata lettera del 12 settembre Domenico Tibaldi risponde con nota 45988 dichiarando che già l’art.3 della Legge n.56/1987 in ordine ai locali del Servizio per l’ impiego sottraeva ogni competenza alla Provincia e attribuiva ogni prerogativa ai Comuni sedi di circoscrizione, ancor più alla luce della recente Legge del 27 dicembre 2017 n. 205 (Legge di bilancio 2018) in virtù della quale ogni competenza sui Servizi per l’ impiego è transitata in via esclusiva in capo alla Regione. I Comuni sede del servizio a livello circoscrizionale dovranno di conseguenza interagire direttamente con Roma.
IL LUNGO PROCESSO DI TRASFERIMENTO
Il 12 ottobre con nota 22572 la responsabile del Patrimonio Coluzzi, controfirma del sindaco, rivolge alla Regione le stesse problematiche già espresse un mese prima alla Provincia. Due mesi dopo ancora la Coluzzi risponde alla Regione che il 25 ottobre 2018 aveva subordinato lo spostamento della sede del centro impiego al sopralluogo di tecnici regionali e all’ effettuazione di eventuali lavori a carico dell’amministrazione locale. Nella nota 25636 del 19 novembre la dirigente comunale rimarca il fatto che il cambiamento di sede sia dettato dall’esigenza di evitare l’aggravio ulteriore dei costi per il comune scrivente. Tradotto in “parole povere”: gli altri comuni che dovrebbero partecipare in quota parte al pagamento del canone risultano morosi e il comune di Sezze è stato costretto ad anticipare 167mila euro.
L’URGENZA RIMARCATA DALLA COLUZZI
La Coluzzi sottolinea come il Comune intenda, al fine di non interrompere il servizio, trasferire il Centro per l’impiego in immobili di sua proprietà e di non poter in alcun modo sobbarcarsi oneri di ristrutturazione. La Coluzzi ancora evidenzia come non esistano i tempi tecnici per seguire l’attività procedimentalizzata indicata dalla Regione e sollecita un incontro urgente per risolvere la questione. Dopo un anno di scambi tra Comune e Regione l’altro ieri dei tecnici dalla Regione, accompagnati dai responsabili del CPI setino, hanno effettuato un sopralluogo sia nell’edificio storico ex sede del Giudice di Pace, le cui funzioni furono interrotte a seguito dei danni recati dal terremoto di Amatrice, sia in un immobile comunale a Via Puglia, attualmente sede del centro sociale e a pochi metri in linea d’aria dalla Stazione. In una fase di ricognizione come l’attuale rimane il dilemma se alla fine dell’Amministrazione preferirà la pianura o la collina.