La lettera aperta del consigliere comunale di Sezze Giovan Battista Moraldo al Sindaco Sergio Di Raimo: “Dimettiamoci tutti per ripagare la città dalla vergogna subita”
LA LETTERA DI MORALDO – Caro Sindaco, quello che è successo in questi giorni va aldilà di ogni logica comprensione. La bufera giudiziaria che si è abbattuta sul nostro paese sta scuotendo a fondo le sensibilità dei cittadini che hanno tutto il diritto di essere indignati.
Non voglio entrare nel merito delle vicende giudiziarie, non è il mio ruolo, ma a distanza di quattro giorni, la città dilaniata da una ferita che non si rimarginerà facilmente, non cerca rassicurazioni, non pensa che andrà tutto bene ma si aspetta ben altri segnali.
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Prendere le distanze da quanto accaduto è ovvio e scontato e se chiedere le dimissioni del Sindaco, della giunta è atto politico dovuto, prendere coscienza che qualcosa non abbia funzionato è invece cosa più difficile, e se anche esistono mille giustificazioni atte ad assolvere dal punto di vista personale, certamente non mettono al riparo da critiche di natura politica, etica o morale.
Non si tratta più di salvare una consigliatura, oggi è in gioco qualcosa di più grande, la credibilità della politica stessa. La sfida più grande è ripristinare quel rapporto fiduciario tra elettori e politica, rapporto che si è definitivamente spezzato; la città umiliata condanna l’intera classe politica, senza distinzioni.
Oggi, ora, siamo noi a rappresentare la classe politica e seppur con la consapevolezza di non aver nulla a che fare con le recenti vicende giudiziarie, è doveroso farci carico di tutte le responsabilità del caso. Solo così potremmo cercare di ricostruire quel legame che oggi è totalmente spezzato.
È con profondo dispiacere, ma da uomo rispettoso delle istituzioni sono convinto che la cosa più dignitosa da fare sia rimettere il mandato con dimissioni collettive dell’intera classe politica, con la convinzione che possa in parte, forse, ripagare la città dalla vergogna subita e lo faremo non affidandoci a sterili comunicati ma, onorando l’aula consiliare dove, tutti compatti, rimetteremo il nostro mandato, non prima di aver chiesto scusa all’intera città.
Non bisogna aver timore, il tempo è galantuomo ed i cittadini sapranno discernere dalle singole responsabilità.
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