Una serie di interrogazioni presentate da parte del gruppo consiliare Biancoleone in tandem con Giovanni Bernasconi durante lo scorso “question time” del 17 gennaio avevano messo in luce possibili inefficienze e anomalie all’interno della macchina amministrativa del Comune di Sezze. In particolare, quelle esposte dai membri di minoranza Giovan Battista Moraldo e Serafino Di Palma avevano suscitato così forti dubbi nella stessa Giunta da aver indotto all’indomani il sindaco Sergio Di Raimo a scrivere una Posta Elettronica Certificata al segretario comunale Clorinda Storelli.
Nella PEC si incarica la Storelli di verificare tutti gli eventuali danni erariali che sono stati causati all’Ente nell’arco degli ultimi cinque anni individuando il danno economico e l’ufficio/soggetto responsabile. Di Raimo invita, in ultimo, il segretario generale a procedere eventualmente alla richiesta di risarcimento e interruzione dei termini di prescrizione. Danno erariale che potrebbe essere ricercato almeno in due fattispecie.
Il 26 novembre 2019 la Giunta adottò la delibera 189, pubblicata in Albo pretorio l’8 gennaio 2020, in cui si stabiliva l’immediato prelevamento dal fondo di soccombenza iscritto della somma di quasi 35mila euro. La cifra era diretta conseguenza del debito pagato in ritardo per l’importo di 192mila euro relativo a fatture insolute nei confronti di Enel Energia spa. Il Comune era sostanzialmente sottoposto a un aggravio dovuto a interessi e spese legali. È bene specificare che il decreto ingiuntivo, conseguente al mancato pagamento delle fatture, venne emesso dal Tribunale Ordinario di Latina già il 17 luglio 2016 (n.1566), ma venne notificato al Comune, e non opposto, solo l’11 febbraio dello scorso anno.
Altra vicenda che lascerebbe ipotizzare l’eventualità di un danno erariale è la sentenza del Tar di Latina che ha dato esecuzione al decreto ingiuntivo n. 1191 del 17 luglio 2018 promosso dalla ditta Esse.CI S.r.l.
In quell’occasione il Comune di Sezze non effettuò i pagamenti entro i tempi dovuti. Dalla circostanza ne derivò un aumento debito da euro 12.553,64 ad euro 17.964,60, con un aggravio di spesa di Euro 5.410,96 più eventuali spese per il Commissario.