SEVERINO SPACCATROSI, L’INCONTRO DELL’ANPI SULLA FIGURA DEL MILITANTE POLITICO

Si è tenuto ieri presso la sede provinciale della CGIL di Latina l’incontro commemorativo di Severino Spaccatrosi, figura di rilievo del partito comunista italiano

L’incontro è stato organizzato dalla sezione locale dell’ANPI, presieduta da Maria Concetta Checchini, in preparazione delle manifestazioni che si terranno anche a Latina in occasione dell’anniversario della liberazione.

Salvatore D’Incertopadre e Dario Petti, quest’ultimo autore di un breve saggio sul personaggio, in via di riedizione, con un interessante scambio dialettico di domande e risposte hanno ripercorso le tappe fondamentali della vita e della crescita politica di Spaccatrosi.

Proveniente da Albano Laziale ove era nato nel 1909, aderì all’opposizione al regime e alla militanza rivoluzionaria fin da giovanissimo. Fu costretto ad espatriare prima in Francia e poi in Unione Sovietica dove soggiornò due anni frequentando la scuola di formazione dei militanti marxisti.
Tornato in Italia, fu arrestato e detenuto più volte in vari penitenziari italiani. Commoventi restano le sue numerose lettere che dal carcere inviava ai suoi cari e in particolare ai fratelli minori, di cui si è data sommaria testimonianza nell’incontro di ieri. Esse riecheggiano nei toni e nello stile quelle famose che Antonio Gramsci inviava alla moglie e ai figli. Con la liberazione Spaccatrosi, ormai funzionario di partito, venne mandato a Latina, dove dal 1946 al 1955 ricoprì la carica di segretario e ricostruttore organizzativo. Attorno a lui creò la nuova classe dirigente del partito che era reduce da un periodo di notevole confusione.

Fra i suoi giovani seguaci si distinsero Mario Berti, Aldo D’Alessio e Antonio Amodio.
Figura specchiata e inflessibile, ricoprì anche la carica di consigliere comunale nella capoluogo latinense dal 1951. Morì nel 1973.

Di spessore sono state le testimonianze della signora Masella, moglie del deputato regionale Mario Berti e anch’ella militante e dirigente del partito, la quale ha ricordato la frequentazione fraterna con Severino che la fece incontrare per la prima volta con il suo futuro marito e dello scrittore Emilio Drudi che ha richiamato l’importanza di creare dei luoghi di ricordanza della resistenza nel nostro territorio, sull’esempio di alcune iniziative già attuatesi, in ispecie in Romagna e nel Veneto.
Lo scrittore ha infine donato all’associazione un prezioso manoscritto da lui redatto sull’argomento.

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