I militari del Nucleo Mobile della Tenenza di Sessa Aurunca, nell’ambito dell’Operazione “30 Days Sea – Phase II” avviata nello scorso mese di ottobre in ambito internazionale dall’Interpol e finalizzata a contrastare le forme di inquinamento del mare causate da illeciti sversamenti nei corsi d’acqua dell’entroterra, hanno effettuato il sequestro di un’area di circa 20.000 mq dove risultavano stoccate circa 38.000 tonnellate di “PET COKE”, residuo altamente inquinante derivante dall’attività di trasformazione del petrolio, utilizzato come combustibile industriale.
Il sito era di proprietà della Intergroup, società spedizioniera che opera all’interno del porto commerciale di Gaeta.
PAOLA VILLA
Ad esprimere profonda soddisfazione per l’esito dell’operazione è stata il sindaco di Formia, Paola Villa.
“È dalla fine degli anni novanta che un gruppo di persone, volontari, studiosi, ambientalisti, cittadini di questo territorio che si fanno domande. Cosa scaricano al porto commerciale di Gaeta e dove va la merce. ù
Tra gli scarichi, con cadenza programmata, viene scaricato pet-coke, sostanza di scarto dalla lavorazione del petrolio, utilizzato come combustibile dai cementifici e dagli altoforni. Sostanza, dichiarata dall’OMS, nociva e cancerogena.
Dopo essere approdato a Gaeta, il pet-coke attraversa i comuni di Formia, di Minturno e Castelforte ed arriva a Sessa Aurunca, dove viene depositato in un enorme centro di stoccaggio dell’azienda Intergroup, aperto nel 1991, con l’autorizzazione sanitaria, a stoccare alimenti e bevande.
Tutto avviene in questi anni sotto gli occhi di tutti, i camion perdono spesso residui di carico, le montagne di pet-coke sono stoccate a cielo aperto, il lavaggio avviene con poche accortezze, e senza troppe domande.
Quando 5 anni fa una serie di camion persero il carico e spuntarono dei misteriosi cartelli, in prossimità del deposito sessano, nessuno intervenne, eppure chiamammo tutti, avvisammo tutti, nessuno ci diede retta.
In questi anni abbiamo scattato foto, documentato scarichi, seguito camion, contato camion, chiesto agli enti preposti, fatto denunce, investito la stampa del problema, documentato interrogazioni parlamentari, organizzato dibattiti. Insomma abbiamo fatto di tutto, sempre guardati con diffidenza, sempre osservati con un sorriso beffardo, sempre derisi ed insultati.
Oggi la notizia del sequestro e allora pensi a Massimo e Giulia con cui hai condiviso le battaglie, a Barbara con cui hai fatto le strategie, a giornalisti come Adriano Pagano ed Andrea Palladino che non ci hanno mai fatto sentire dei folli.
Insomma pensi e ripensi a Enzo e Salvatore del comitato contro le polveri, a quelli che ti urlavano che stavamo togliendo il lavoro, e affamando le famiglie. Oggi viene tutto in mente ed è una grande emozione. Speriamo solo che si faccia chiarezza e qualcuno indaghi senza guardare in faccia a nessuno”.