Sequestro ex stazione di Gaeta, l’intervento del candidato sindaco alle prossime amministrative Silvio D’Amante
“Trenta milioni di dubbi”. Esordisce, così, il candidato Sindaco Silvio D’Amante, sostenuto da Gaeta Futura, Demos, Gaeta 5 Stelle 2050, Insieme per Gaeta, Movimento Progressista e Orizzonti per Gaeta.
“Nella vicenda della vendita della palazzina dell’ex stazione ferroviaria di Gaeta e di 2737 mq. di piazzale annesso permangono ancora molti lati oscuri. Il provvedimento di sequestro dei beni da parte della magistratura, per il reato contestato di lottizzazione abusiva, non chiarisce fino in fondo quel che è realmente avvenuto. Il reato è di tipo urbanistico, ma nulla dice, per esempio, sul progetto di finanza pluridecennale del valore di quasi 30 milioni di euro, relativo alla “progettazione definitiva ed esecutiva per la realizzazione e gestione del parcheggio del piazzale della stazione”, che il Consorzio Industriale ha aggiudicato alla No Problem Parking spa in data 4 febbraio 2020″.
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“La scarsa trasparenza amministrativa che avvolge tutta la vicenda impedisce di verificare se del progetto di finanza facessero parte pure le aree che venti giorni prima (15 gennaio) il Consorzio aveva venduto alla Immobiliare Cavour. Di fatto la No Problem Parking spa, per perseguire la sua attività, le ha affittate in maniera onerosa fino al 30 novembre 2041. Ma il Consorzio quelle aree, visto che erano estranee al bando di vendita della palazzina della stazione, non poteva tenersele e ricavare così una rendita? Ai cittadini non è dato sapere quale progetto debba eseguire la No Problem Parking spa: se quello a due piani votato dal consiglio comunale di Gaeta nel 2009 (parcheggi interrati e sistemazione a giardino superiore), che interessava pure le aree successivamente vendute alla Cavour o un più modesto parcheggio a raso, privo di quelle aree. E, in questo secondo caso, non è chiaro quale atto amministrativo comunale abbia fatto la riduzione delle aree”.
“In entrambi i casi, però, – continua D’Amante – resta fondamentale capire come il progetto di finanza approvato possa raggiungere un valore di 30 milioni di euro. La circostanza non è affatto secondaria, visto lo scarsissimo utilizzo degli stalli di sosta nel periodo estivo e durante le luminarie 2021. Ma su chi ricade il rischio se gli attesi utilizzatori del parcheggio, funzionali a sorreggere l’ottimistico business plan, non ci saranno? Gli orientamenti giurisprudenziali sono chiari: l’imprenditore che non riesce a raggiungere un sostanziale equilibrio finanziario, rispetto ad un progetto di finanza approvato, deve essere supportato dal concedente per avvicinarsi agli obiettivi prefissati. Perciò è importante conoscere come sia stato costruito il progetto di finanza. Se le premesse sono le stesse che hanno contraddistinto tutta la vicenda, c’è poco da stare sereni“.
“Non vorremmo che, di qui a qualche anno, ci trovassimo di fronte ad un’altra e più redditizia utilizzazione, specialmente se nel contratto vi fossero inserite ambigue clausole che ripartiscono i rischi anche in capo al committente. E a chi pensa (esempio il sindaco Mitrano) che è un problema tutto del Consorzio giova ricordare che si sta parlando di un’area strategica per lo sviluppo della città (è bastata la chiusura di cento metri di strada per generare il caos automobilistico) e che il comune di Gaeta è socio del Consorzio Industriale stesso, per cui non può chiamarsi fuori. Nella conferenza stampa seguita alla notifica degli avvisi di garanzia il sindaco Mitrano ha sostenuto che gli atti del Consorzio sull’area della stazione sono sovraordinati alla potestà comunale, per cui il comune ha dovuto solo prenderne atto. C’è bisogno che qualcuno ricordi al primo cittadino che l’area in questione è fuori dal perimetro urbanistico delle zone del Consorzio. La competenza, nel bene e nel male, sta tutta in capo al comune”.
“Mitrano in consiglio comunale ha detto di aver subito uno “sgarbo istituzionale“ e che non sapeva nulla dell’atto di vendita alla Cavour. Non è questo il punto. Se egli vuole riscattarsi agli occhi di una città attonita e incredula, per la evidente scarsa considerazione che altri soggetti istituzionali hanno della sua autorità di sindaco, – conclude D’Amante – pratichi l’unica soluzione possibile: faccia luce egli stesso su quanto accaduto e promuova gli atti amministrativi per (ri)acquisire l’area, indipendentemente dagli esiti giudiziari”.