Maltempo a Latina: dopo l’interdizione del tratto di Via Gorgoglicino a causa dello smottamento, il Sindaco ha ordina il ripristino dei luoghi. Intanto, il responsabile del movimento terra si auto-denuncia su Facebook
La storia è nota e riguarda una della arterie più battute della periferia pontina: si tratta di Via Gorgoglicino, la strada che unisce Via dell’Agora a Strada Lunga. Una strada importantissima che, indirettamente, collega un pezzo di città al quartiere Q4 da una parte e a Via Sabotino dall’altra. Significa, in poche parole, una via che viene percorsa da chi abita o deve recarsi nel quartiere della cosiddetta Nuova Latina e ai Borghi Santa Maria e Sabotino.
Ebbene, come noto, il Comando di Polizia Locale di Latina ha comunicato al Comune la necessità di interdire la circolazione in Via Gorgolicino nel tratto di strada compreso tra Via Zani e Via Albanese nel sottopasso della SS Pontina 148 a causa dello smottamento del terreno che fiancheggia la strada. La causa è ascrivibile ai gravi eventi metereologici che si sono verificati il 5 ottobre nella città di Latina. Ecco perché, il giorno dopo, il Dirigente del Servizio Trasporti Grazia De Simone aveva firmato l’ordinanza con cui si vietava il transito in Via Gorgoglicino limitandolo al solo traffico dei residenti.
Ma c’è di più perché lo scorso 5 ottobre, sempre il Comando di Polizia Locale, insieme a personale tecnico della U.O.S. Antiabusivismo, ha eseguito un sopralluogo volto alla verifica dello stato dei luoghi. Durante il sopralluogo, è venuto fuori che il lotto di terreno, appartenente a un vivaista, era stato interessato da lavori di pulizia, livellamento e movimento terra senza autorizzazione.
Leggi anche:
SMOTTAMENTO IN VIA GORGOLICINO: DOPO INDAGINE E SEQUESTRO, SINDACO ORDINA MESSA IN SICUREZZA
Ad oggi, la strada in entrata da Via dell’Agora rimane ancora in chiusa, poiché sequestrato è il tratto dove ha avuto luogo lo smottamento.
È, però, l’autore stesso del movimento terra, finito all’attenzione di Polizia Locale e Procura, ad avere fatto “outing” su Facebook, scrivendo parole intellettualmente oneste e aprendo la questione a domande condivisibili. Una su tutte: dove inizia e finisce il confine tra rispetto della legge e la necessaria messa in sicurezza di un territorio?
“Il fango di Via Gorgoglicino – scrive Sergio Mascitti (l’autore del post) – I problemi vanno affrontati e risolti, senza tante chiacchiere inutili, questa è la strada per vivere e migliorare la nostra vita”.
Dopo l’incipit, Mascitti spiega: “Sono il responsabile del disagio causato, in questi giorni, dal fango scivolato a ridosso del sottopassaggio in via Gorgolicino, mi scuso con gli abitanti del quartiere, gli automobilisti e le istituzioni per tale inconveniente, su una strada tanto importante per la nostra Città. Questa mia denuncia è contro nessuno, i problemi accadono e vanno affrontati, cercando il buon senso senza tante scartoffie che trasformano un problema in un caso da prima pagina, con tante inesattezza e persino ipotesi strampalate”.
“Premetto – continua Mascitti – che in estate ho chiesto e ottenuto le autorizzazioni necessarie, per tutte le opere di manutenzione e bonifica fatte, a mie spese, sulla fascia frangivento; opere che tanti passanti hanno potuto ammirare ed apprezzare. Ho ricevuto infatti apprezzamenti da tante persone che hanno visto finalmente l’area pulita e priva di molti metri cubi di immondizia; opera di pulizia che non era certamente mio compito fare. In questi giorni le improvvise e fortissime piogge, impastandosi con la terra recentemente fresata, hanno prodotto della fanghiglia che ha invaso persino l’asse stradale; prontamente ho avvisato tutti gli organi preposti con pec certificata, con la premura di attestare il pericolo e di rendermi disponibile per la messa in sicurezza per quanto di mia competenza su quanto accadeva”.
“Tale problema – sostiene Mascitti – si è manifestato di nuovo nella mattinata di lunedì 11 ottobre, insieme agli ispettori della polizia urbana, gli assessori e i tecnici del comune, l’impresa incaricata, mi sono prodigato per risolvere a mie spese l’accaduto, costruendo sul terreno una semplice canaletta per convogliare le acque in eccesso sui canali presenti lungo la strada. Un lavoro molto semplice e risolutivo. Gli esponenti del comune si sono prodigati perché ciò avvenisse in tempi brevi, in particolare ringrazio l’assessore Bellini e l’architetto Campagna, mentre la sezione della polizia urbana non ha avuto la benché minima disponibilità, avvisandomi di un sequestro del cantiere, di cui non ho al momento copia, senza prima lasciarmi il tempo necessario per metterlo in sicurezza”.
“Gli agenti della Polizia mi hanno dapprima dato “tre ore” di tempo, sufficienti per fare le opere necessarie per convogliare le future piogge, per poi togliermele in pochi minuti, nonostante gli operai fossero già in procinto di procedere alla realizzare dei lavori utili alla messa in sicurezza. La polizia urbana ha chiuso l’area lasciando di fatto il pericolo attivo, chiudendo occhi e orecchie alla mia soluzione. Ora il cantiere è alla mercé di eventi climatici, delle “bombe d’acqua” che potranno causare altro disagio e nuovi pericoli che potevano essere evitati. Con rammarico debbo constatare che in questa storia si vuole cercare colpevoli anziché risolvere i problemi, tra l’altro la ricerca era inutile da fare, visto che mi sono assunto la responsabilità dell’accaduto da subito, come sempre ho fatto nella mia vita. Rimane la bocca amara – conclude Mascitti – nel constatare che si preferisce erigere monumenti agli errori anziché guardare alle soluzioni e alla sicurezza delle persone. A volte basta il buon senso, gli errori chiedono soluzioni e poche chiacchiere”.