SENZA ACQUA CALDA NELL’OSPEDALE DI CORI, LA DENUNCIA DEL COMITATO CIVICO

Il retro dell'edificio dell'ex ospedale di Cori

Il Comitato Civico Cori denuncia la situazione all’interno dell’Ospedale di Comunità: “Per un mese è mancata l’acqua calda”

“Siamo stanchi, pesa il caldo, sicché l’Ospedale di Comunità di Cori si è assuefatto all’acqua fredda, per un mese, fino a pochi giorni fa, è venuta meno l’acqua calda. I posti letto si sono riempiti improvvisamente di pazienti: che pena che è stato quel via vai a scaldare l’acqua, in ogni modo, per il conforto dei malati, per lo più anziani, per lo più fragili, per lo più stramaledettamente soli; un quadro d’altri tempi, post-guerra, anche se apparentemente la guerra non c’è. E’ in atto il più grave smantellamento delle difese per le fragilità, l’annientamento totale del sistema di salute pubblico, siamo alla stoccata finale.

Volete tutti rimanere a guardare? E poi, sentirvi tutti soli, nel momento del bisogno? Quanto vale un sistema di salute?

Ce lo dice il nostro Sindaco, abbindolato dal megaprogetto di Borgo Protetto, di cui ne subisce la fascinazione, come se la dissennata consumazione del suolo non influisse sulla nostra salute, e la sanità privata fosse la panacea per tutti, e per tutti i mali: ma sappiamo bene che così non è!

Sorge però una domanda incessante sul ruolo che ha un Sindaco per la salute pubblica, perchè, per quella salute, pubblica, al Sindaco vengono attribuiti straordinari poteri, che vorremmo vedere in esercizio. Ma tutto tace. Così come tace l’entourage della politica locale, privo di idee, di sogni da realizzare, deprivati di volizione nell’orgia del consumismo globale, annientati dai mostri del liberismo che essi stessi hanno alimentato e da cui si sono lasciati alimentare, perchè incapaci di rischiare altre scelte, di vedere un altrove.

In altri tempi, solo 40 anni fa, i nostri amministratori OSARONO UNA STRADA, non solo idealmente, ma materialmente, quella STRADA, che è “opera pubblica”, che porta alla nostra struttura ospedaliera; e non può negarsi che quella STRADA PUBBLICA consentì un periodo di fioritura delle attività dell’Ospedale di Cori, addirittura con un ampliamento dei ricoveri per lungodegenti presso il Santuario del Soccorso.

E’ inaccettabile l’inazione dell’amministrazione pubblica attuale, il ritirarsi dal difendere gli interessi pubblici, per i quali si è giurato fedeltà, il non spendersi affinchè il Punto di Primo Intervento, ora PAT, e l’ospedale di Comunità si prendano cura in toto dei bisogni di chi bene non sta.

Ma è necessario uscire fuori dagli schemi che ci vengono imposti dal governo centrale, e che poi vengono improvvisamente ritirati, vedi le vicende del PNRR, così che non si capisce più niente, se e dove siano i soldi, per chi e per cosa.

Partiamo dai fatti: conosciamo lo stato di salute della nostra popolazione, anche facilmente, grazie ai dati aggregati per Comune, sul sito www.opensalutelazio.it; abbiamo un indice di vecchiaia di quasi 208 anziani ogni 100 bambini, dovremmo muoverci da qui, vedere la frequenza delle malattie, le cause di morte: tirare fuori a cascata idee e progetti, e realizzarli, affinchè nessuno in condizioni di necessità si senta più solo, affinchè un Sindaco possa dire all’ultimo dei suoi cittadini: “Sono qui per te! E te lo dimostro con i fatti, non solo con le parole.”

Restituiamo dignità alla salute pubblica, come Comitato Civico promuoviamo ogni forma di mobilitazione, perché se saremo inerti saremo complici della fine della sanità pubblica”.

Così, dalla propria pagina social, il Comitato Civico di Cori.

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