NOI MODERATI: “LATINA TRA CAPITALE DELLA CULTURA E SVILUPPO: NECESSARIO UN CAMBIO DI MENTALITÀ”

Marco Napoli

Dal fresco dibattito di Latina possibile capitale della cultura 2026 all’annosa questione relativa allo sviluppo turistico del litorale in realtà, quella che emerge sempre, è un’immagine offuscata o meglio non precisa dell’idea di città futura – ad intervenire è Marco Napoli esponente di Noi Moderati Latina.

“Si inseguono chimere e visioni improbabili di città attraverso paragoni con località balneari che non hanno nessuna affinità con Latina dal punto di vista culturale e ancor meno per prerogative territoriali. Altre volte, invece, si ha come la sensazione che il grado culturale della città si misuri attraverso una sommatoria di eventi organizzati; più se ne fanno e più c’è cultura, la quantità a discapito della qualità.
Il risultato è quello di voler trovare, a tutti i costi, la chiave del successo in una vocazione turistica/marina che forse la nostra città non ha, dimenticando le vere prerogative e potenzialità del territorio. In prospettiva della candidatura di Latina come città della cultura del 2026 sembra necessario a questo punto portare al centro della questione un percorso di crescita di mentalità culturale. Valorizzare un territorio significa dare valore a tutto ciò che identifica un determinato luogo, in parole povere, accrescere il valore del suo oggetto. A questo va aggiunta la capacità, da parte della comunità sociale, ad avere la percezione, la consapevolezza, a riconoscere il valore stesso e a comunicarlo.

La proposta concreta di Noi Moderati – continua Napoli- è quello di dare vita ad una serie di iniziative per accrescere l’appeal del territorio a partire dalla sua reale vocazione; pensare Latina come capitale del razionalismo e del ‘900 non la rende più una chimera a metà tra Riccione e Ostia; partire dalla collaborazione con l’Università per portare la facoltà di Architettura a Latina, al centro della città, magari a Palazzo M con il Conservatorio di Musica, e creando una vicinanza con il teatro D’Annunzio sarebbe un modo per ri-animare quella zona e trasformarla in un vero laboratorio di mestieri delle arti e dello spettacolo; valorizzare gli edifici di fondazione con mostre tematiche del ‘900 e sviluppare l’organizzazione museale attraverso il reperimento di opere d’arte di autori importanti del periodo che sono accantonate nei depositi museali; ripristinare il concetto di decoro urbano (strade, giardini e parchi) per respirare il razionalismo ad ogni angolo di strada con i suoi principi di funzionalità; fiere annuali, festival e manifestazione delle arti del ‘900 e qualunque altra cosa che possa rendere la città non simile ad altro ma unica nel suo genere, creando un proprio brand.

Semplici strategie per accrescere la fruizione pubblica, per alimentare quel turismo culturale che si riverserà, inevitabilmente, anche nelle nostre coste, promuovendo la nostra marina, scenario di numerosi film, a portata di una clientela familiare e/o più discreta che, magari, preferisce la tranquillità delle dune rispetto ai luoghi caotici più conosciuti. I vincoli dell’Ente Parco possono “magicamente” trasformarsi in opportunità…anche questo è turismo”.

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