Sentiero “Da Moravia”: sullo storico passaggio a Sabaudia che conduce sul lungomare, adesso rispondono i proprietari
È da qualche mese che il sentiero famoso per essere praticato dal grande scrittore romano de “Gli Indifferenti” e da intellettuali del calibro di Pasolini è tornato di nuovo di moda. Non per discutere si “Salò” o dell’alienazione anni Sessanta, ma perché il passaggio non è più percorribile da tutti.
Il primo a denunciare pubblicamente il nuovo stato dell’arte è stata l’Associazione “Il Fortino”, seguita a ruota dai consiglieri regionali Gaia Pernarella ed Enrico Forte tra appelli, esposti e interrogazioni.
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Ora è la Oprafin srl, proprietaria dell’immobile, che vuole puntualizzare sulla vicenda tramite una lettera scritta dall’avvocato della società Renato Archidiacono. La società è attualmente proprietaria dell’immobile, acquistato il 26 febbraio 2020.
Nella missiva, il legale della Oprafin intende “fare chiarezza su una vicenda che, in realtà, è assai semplice e lineare“, così da “offrire la necessaria collaborazione per una completa conoscenza dei fatti“.
“Evidenzio – spiega l’avvocato Archiadiacono – che la vicenda, nello scorso mese di gennaio, è stata portata dalla Oprafin S.r.l., con la mia assistenza, all’attenzione della Magistratura, per tutelare le prerogative della società, a fronte di alcuni episodi, verificatisi anche on-line, per i quali i rappresentanti della anzidetta società erano, e sono tuttora, a ragione preoccupati sotto diversi profili”.
“Il secondo aspetto che, in via preliminare, intendo evidenziare – continua la missiva – è che, nello scorso mese di gennaio, a seguito dell’esposto di una Associazione, è stato condotto un sopralluogo congiunto da parte di Enti e Autorità competenti (Polizia Locale e Ufficio Tecnico del Comune di Sabaudia – Ente Parco – Carabinieri Forestali – Guardia di Finanza), da cui non sono emerse irregolarità“.
“Il passaggio di cui si discute – entra nel merito – è uno stretto vialetto che si trova interamente all’interno della proprietà della Oprafin S.r.l., si tratta, quindi, di un passaggio che è pacificamente di proprietà privata ed utilizzato dalla proprietà stessa. Ciò risulta dalle mappe catastali e dai vari atti pubblici di trasferimento succedutisi nei decenni, compreso quello con il quale gli eredi Moravia hanno venduto la proprietà alla precedente società (che, poi l’ha venduta alla Oprafin S.r.l.). Negli atti pubblici, non c’è alcuna menzione di “strade di accesso pubblico” o di un “utilizzo pubblico” e, inoltre, la proprietà privata e l’abitazione sono costituiti da un’unica particella catastale che è rimasta, nei decenni, esattamente con la stessa conformazione catastale”.
“Ciò smentisce – continua la lettera – sia l’ipotesi che il passaggio fosse pubblico sia l’ipotesi che la volontà di Moravia fosse quella di rendere pubblico il passaggio, che infatti non è mai stato scorporato dalla sua proprietà privata e che, anzi, è stato venduto come parte integrante della stessa, essendo tutto facente parte di un’unica particella catastale, come già esposto. Essendo un passaggio di proprietà privata, non vi sono accessi pubblici, che, quindi, non possono essere stati chiusi. Tale questione risulta evidente anche dalla documentazione fotografica e progettuale agli atti degli Enti competenti, relativa alle varie procedure successive alla realizzazione dell’immobile degli anni ‘70 e fino ad oggi che confermano l’esistenza del cancello pedonale chiuso e la presenza, in relazione ad esso, di un cartello sulla strada pubblica con la scritta “Proprietà Privata”.
“Ciò che la Oprafin S.r.l. si è limitata a fare – prosegue – è unicamente di ripristinare una serratura del cancello pedonale che esiste lì dagli anni ‘70 (come confermato dallo stato dello stesso cancello). Il ripristino della serratura si è reso necessario a seguito della sua effrazione e la Oprafin S.r.l. ha potuto acquisire notizia che, negli anni, talora potrebbero essersi verificate effrazioni al cancello che, però, veniva ripristinato: come può ipotizzarsi, allora, un utilizzo pubblico? Ciò che può aver generato confusione è la circostanza che il passaggio – come risulta dai vari atti pubblici di vendita, compreso quello degli eredi di Moravia – è gravato da una servitù a favore esclusivamente dei proprietari del fondo collocato sull’altro lato della strada (lato lago), e che la utilizzano, da decenni (sin da quando Moravia era proprietario, appunto), per accedere dalla loro proprietà alla spiaggia: che senso avrebbe avuto la costituzione di una servitù se l’accesso fosse stato pubblico? Anche l’esistenza di questa servitù, peraltro, smentisce l’ipotesi che la volontà di Moravia fosse quella di rendere pubblico il passaggio.
Inoltre, continua l’avvocato Archiacono, “nel sito internet del Comune di Sabaudia, relativo a tutti i numerosi e ben identificati accessi pubblici alla spiaggia non risulta indicato quello in argomento, come può evincersi dall’estratto da tale sito internet. L’accesso pubblico più vicino – contraddistinto come “A41” – dista circa 90 metri dalla proprietà della Oprafin S.r.l. ed è, quindi, davvero facilmente accessibile. L’accesso pubblico “A41”, tra l’altro, è molto largo e comodo, anche per l’utilizzo da parte del personale di soccorso, a differenza dell’accesso privato della Oprafin S.r.l. che, in quanto riservato esclusivamente ai soli utilizzatori della proprietà privata e ai titolari del citato diritto di servitù, è – ed è sempre stato – molto più stretto e disagevole rispetto all’accesso pubblico anzidetto ed anzi incompatibile secondo la norma per essere adibito a pubblico passaggio. Anche questa circostanza – ossia, la diversa conformazione dei passaggi – conferma che il passaggio di cui si discute è, ed è sempre stato, privato e solo privato”.
“Davvero non si comprende, allora, su quali basi si fondino gli articoli di stampa e l’interesse di cronaca – conclude l’avvocato della Oprafin srl Archidiacono – rispetto a una vicenda che non ha davvero nulla di particolare né di anomalo, che attiene solo a una proprietà privata e su cui confido sia stata fatta chiarezza, tenuto conto di quanto sopra esposto, come evincibile da atti e documenti pubblici ed anche considerato che Oprafin S.r.l. – società che opera per la valorizzazione immobiliare e che, per questo, ha impegnato risorse finanziarie – ha subito, e sta continuando a subire, per quanto fin qui esposto, notevoli pregiudizi economici e d’immagine”.