Morto nel tragico incidente ad Aprilia, la famiglia di Gianni Cavezza cerca di far riaprire il caso alla Procura di Latina
Il sinistro era avvenuto in via del Genio Civile e aveva coinvolto la sua moto Honda Cbr Fireblade e una Toyota Auris. A morire, dopo lo scontro molto violento, che aveva lasciato il mezzo praticamente distrutto, è stato per l’appunto il 41enne di Aprilia, Gianni Cavezza, deceduto sul colpo.
Sul posto, gli agenti della polizia locale di Aprilia per i rilievi, gli operatori sanitari del 118 e una eliambulanza. Secondo una prima ricostruzione, il 41enne si era schiantato sulla parte posteriore dell’auto che viaggiava nella stessa direzione della moto verso la strada statale Pontina.
Il conducente dell’auto – un uomo di nazionalità rumena – era uscito dall’incidente praticamente illeso ed era stat sottoposto, da prassi, ai test per verificare la sobrietà. È probabile che la moto andasse ad alta velocità e non il centauro non si sia reso conto di un rallentamento dell’autovettura.
L’incidente è avvenuto più o meno nello stesso punto dove a febbraio 2024, morì la giovane Teresa Raso (leggi link di seguito).
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La Procura di Latina ha chiesto che l’indagine per omicidio stradale a carico del conducente della Toyoya Auris sia archiviato non avendo rintracciato elementi utili a credere che sia l’uomo di origine rumena, difeso dall’avvocato Gianfranco Di Capua, la causa della morte del 41enne. La famiglia, difesa dall’avvocato Federico Savo, ha chiesto che il caso, invece, sia riaperto, tanto da presentare una richiesta di opposizione all’archiviazione.
Oggi, 28 marzo, la richiesta di opposizione all’archiviazione si è discusso dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Barbara Cortegiano, che si è riservata se disporre nuove indagini oppure archiviare il caso di presunto omicidio stradale.