Latina, Operazione Scheggia: scatta la Sorveglianza Speciale per l’ex consigliere regionale Gina Cetrone e il suo ex marito Umberto Pagliaroli
In data odierna i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Latina hanno notificato ed eseguito il decreto di sottoposizione alla misura preventiva della Sorveglianza Speciale di Polizia, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per un anno, emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione su proposta del Questore di Latina, formulata a seguito di complessa attività investigativa, nei confronti di Gina Cetrone, 49 anni e Umberto Pagliaroli, 50 anni, attualmente ristretto agli arresti domiciliari e pertanto nei confronti di quest’ultimo l’esecuzione della misura preventiva resta sospesa nelle more della conclusione di quella cautelare.
L’azione investigativa per l’emissione della misura di prevenzione ha preso spunto dall’Operazione “Scheggia” della Squadra Mobile di Latina nel gennaio 2020 sulla criminalità organizzata operante nel territorio pontino, quando venne eseguita l’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Roma, con la quale fu disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti degli esponenti di vertice del sodalizio criminale della famiglia Armando Di Silvio, detto Lallà, insieme ai figli Gianluca detto “Bruno” e Samuele, nonché Cetrone e Pagliaroli, indagati a vario titolo per estorsione, atti di illecita concorrenza e violenza privata, reati aggravati dal metodo mafioso.
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Il Tribunale di Roma ha confermato la gravità delle condotte poste in essere da Gina Cetrone e Umberto Pagliaroli, consistenti nell’intimidazione commessa ai danni di un imprenditore in evidente stato di difficoltà ed il patto con esponenti di un gruppo criminale del Clan Di Silvio per la gestione della campagna elettorale e la disinvoltura da essi dimostrata nell’avvalersi di personaggi pericolosi per il raggiungimento dei propri obiettivi, indicativi di un pericolo attuale e concreto di reiterazione.
La prossima udienza del processo che vede alla sbarra Cetrone, Pagliaroli e i Di Silvio ci sarà il 3 novembre. Deporrà il collaboratore di giustizia Renato Pugliese.
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AGGIORNAMENTO – Gina Cetrone, difesa dall’avvocato Lorenzo Magnarelli, ha inviato una nota stampa firmata dallo studio legale.
“In realtà la prospettiva è diversa da quella rappresentata mediante gli articoli di stampa pubblicati fino ad ora. La procedura di prevenzione non conferma o smentisce nulla dell’indagine procedurale penale.
Semplicemente si attiva in un rapporto di osmosi probatoria con gli elementi raccolti nel procedimento penale. Ed allora forse non è di poco momento segnalare come la relativa proposta di applicazione di misura di prevenzione sia stata formulata dal Questore di Latina quando la Signora Cetrone stava combattendo contro il demone della custodia carceraria.
Questa battaglia è stata vinta nel corso del procedimento e la Signora Cetrone è stata prima scarcerata e poi liberata. Proprio per questo motivo, infatti, la Procura di Roma durante l’udienza del 12 ottobre ha chiesto al Tribunale Roma di non accogliere la proposta del Questore di Latina.
Il Tribunale di Roma ha applicato la misura di prevenzione ma al minimo di legge e non nel massimo così come chiesto dal Questore di Latina.
Saranno intraprese tutte le attività di critica formale in ordine a tale provvedimento da noi ritenuto comunque ingiusto.
Ma nella sua essenza, a corollario della novella legislativa del 2017 che ha implementato le misure di prevenzione, in ossequio ai principi costituzionali, tale misura di prevenzione potrebbe essere anche sospesa nell’attesa che la Signora Cetrone ottenga la revoca dell’ultimo frammento di cautela alla stessa relativa, costituito dall’obbligo di dimora, che sarà discusso in Cassazione ad Ottobre e davanti al Tribunale della Libertà, con due appelli cautelari, a novembre.
Insomma è una misura di prevenzione che si inscrive comunque nell’ottica dell’innocenza della Signora Cetrone e nella relativa prospettiva di merito che deve ancora essere valutata dal Tribunale di Latina nel corso del dibattimento, ma non più soltanto in base a quanto sostenuto a carico della stessa all’inizio del procedimento.
Questo dato ha già indotto la Procura di Roma a chiedere al Tribunale di Roma di non accogliere la proposta del Questore.
Ecco perché, allora, la prospettiva è diversa rispetto a quella rappresentata: siamo nel corso di una disputa.
Non è saggio rimanere fermi di stupore al singolo accadimento e trarre conclusioni definitive: si rischia di travisare la realtà. Di usare impropriamente il lemma ‘mafia’. Di credere che il procedimento si concluda con l’applicazione delle misure cautelari o di prevenzione.
Chi in Italia ha sconfitto la ‘mafia’, ma quella vera, lo ha fatto alla fine di tutti e tre i gradi di un giusto processo.
Così Falcone e Borsellino sono entrati nel mito.
Ed, allora, occorre soltanto leggere e raccontare i fatti nella giusta prospettiva“.