Commesse Anas, nell’inchiesta romana che ha coinvolti i Verdini spuntano anche le manovre per gli appalti dell’autostrada Roma-Latina
Una rete di consulenze e il piatto ricco degli appalti pubblici banditi dall’Anas. Questo è il focus della complessa indagine portata avanti dalla Procura e dalla Guardia di Finanza di Roma. Gli inquirenti, coordinato dal Procuratore Capo di Roma, Francesco Lo Voi, si sono concentrati, soprattutto, su una gara da 180 milioni di euro per l’affidamento di lavori per il risanamento di gallerie. In tutto, però, sarebbero diverse le commesse dell’Anas finite all’attenzione di giudici e finanzieri, per un valore di 3 miliardi di euro. A finire sotto la lente, oltreché alle gallerie dell’Umbria, anche gli appalti appetitosi per la cosiddetta Roma-Latina, l’autostrada sponsorizzata da quasi tutto l’arco costituzionale e soprattutto dai politici locali di Latina, dalla Lega a Fratelli d’Italia passando anche per il PD (in questa fase più timido a spingere per un’opera, mai iniziata, per cui già sono stati spesi negli anni milioni e milioni di euro in consulenze e studi, con tanto di danno erariale da oltre 20 milioni di euro certificato dalla Corte dei Conti.
L’indagine, avviata nella primavera del 2022, ha portato all’emissione della misura degli arresti domiciliari per Tommaso Verdini, presidente della società Inver, figlio dell’ex parlamentare Denis Verdini (pluri-condannato) anch’egli finito nel registro degli indagati e fratello della compagna del Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, il leader della Lega.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Francesca Ciranna, ha inoltre disposto la stessa misura cautelare per altre quattro persone oltre a due misure interdittive della durata di 12 mesi. Si tratta del socio di Verdini junior, Fabio Pileri, considerato un mediatore e dei costruttori Antonio Samuele Veneziano, Stefano Cicchitani e Angelo Ciccotto. Nel procedimento penale si contestano, a seconda delle posizioni, i reati di corruzione e turbata libertà degli incanti.
Il nome di Verdini junior, che è a capo della società che si occupa di lobbyng, ossia la Inver, era finito nel registro degli indagati nel luglio del 2022. Il figlio dell’ex senatore e deputato di Forza Italia, Denis Verdini, è stato oggetto di perquisizioni, così come alcuni manager Anas, da parte della Guardia di Finanza a cui sono state affidate le indagini.
L’impianto accusatorio dei magistrati capitolini pone al centro della presunta attività illecita la Inver che avrebbe facilitato una serie di ditte nel partecipare e vincere, grazie all’accesso ad informazioni riservate, appalti con l’Anas. Nel procedimento non sono in alcun modo coinvolti i massimi vertici della società che si occupa di infrastrutture stradali e gestisce la rete di strade statali e autostrade di interesse nazionale. Né i vertici di Ferrovie di Stato che controlla Anas.
Per l’accusa un dirigente ed un funzionario di Anas – Paolo Veneri e Luca Cedrone, entrambi raggiunti da un’interdittiva che per un anno gli impedisce di lavorare – avrebbero messo a disposizione di privati le proprie funzioni pubbliche – fornendo informazioni e documenti riservati ovvero avvicinando indebitamente membri delle commissioni di gara – al fine di garantire alle imprese l’affidamento di lavori per il risanamento strutturale di gallerie, per un importo complessivo di 180 milioni di euro.
Le utilità promesse sarebbero consistite nell’intervento dei consulenti arrestati per far ottenere ai funzionari indagati avanzamenti di carriera e conferme in posizioni apicali di Anas.
Il gip afferma che “dalle indagini è emersa la sussistenza di un sistema corruttivo forte e stabile che ha portato ad una turbativa delle gare per importi milionari”. Per il giudice “gli indagati hanno operato con pubblici ufficiali e con i privati loro clienti mettendo a disposizione i loro rapporti stretti con pubblici ufficiali in posizioni apicali all’interno di Anas e delle strutture pubbliche, di volta in volta, coinvolte nelle procedure di interesse dei clienti”. Nell’ordinanza si afferma, inoltre, che le persone finite nel registro “erano in grado (anzi sono stati in grado) grazie ai loro ‘agganci politici e conoscenze all’interno di Anas’ e ad un sistema di scambio di reciproci favori, di avvantaggiare i propri clienti nell’aggiudicarsi gare”.
Nel corso dell’attività di indagine è emerso che “Denis e Tommaso Verdini insieme con altri indagati a seguito delle perquisizioni subite si stavano adoperando in concreto per proseguire il rapporto con gli imprenditori, interponendo una ulteriore società per mettersi al riparo dalle conseguenze penali del loro agire illecito” La genesi dell’inchiesta è legata ad una denuncia presentata ai magistrati di piazzale Clodio da un ex dirigente dell’Anas negli ultimi mesi del 2021.
Nell’ordinanza, emerge, come riporta il Corriere della Sera, il nome del possibile sponsor della Inver di Verdini: si tratta del sottosegretario al Ministero dell’Economia della Lega, Federico Freni. Secondo l’ipotesi accusatoria, Verdini e Pileri sarebbero stati ricompensati in denaro dagli imprenditori favoriti, mentre i funzionari pubblici avrebbe agevolati i privati in cambio di avanzamenti di carriera. “C’è anche il fatto – spiega Verdini junior in una intercettazione – che con alcuni dirigenti stiamo cercando di fargli fare carriera”.
È lo stesso Verdini a fare menzione alla Roma-Latina e al sottosegretario della Lega: “Freni, il sottosegretario all’Economia, sabato o domenica l’ha chiamato (riferito a Domenico Petruzzelli, indagato come responsabile, nella sede centrale di Anas, della struttura Assetti infrastrutturale rete) e gli ha detto “lavoriamo insieme per la Latina-Roma, ti do una mano, ti aiuto a riprenderla”. Verdini e Pileri, secondo gli inquirenti, avrebbero cercato di contattare Freni per caldeggiare la nomina di Domenico Petruzzelli come Commissario Straordinario della Roma-Latina, tanto da organizzare incontri tra i medesimi Petruzzelli, ex amministratore di Autostrade del Lazio liquidata nel 2022 dal Ministero dei Trasporti, e Freni, e tra Petruzzelli e Massimo Bruno, Chief Corporate Affairs Officer del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.