Una storia di prevaricazione dell’uomo con un lieto fine per la tartaruga “Greta” che, in tempi di ritorno in agenda dell’ambientalismo mondiale, tende a essere un nome che pesa.
A raccontarla è il Parco Riviera di Ulisse direttamente dalla sua pagina Facebook.
Nel pieno del pomeriggio di sabato – scrive il Parco Riviera di Ulisse – durante una battuta di pesca Giuseppe Locci sommozzatore professionista ha deciso di interrompere qualsiasi attività per salvare una giovane Tartaruga marina della specie Caretta caretta trovata impigliata in un groviglio di lenza ingerito molto probabilmente con l’amo. La giovane “Greta” questo il nome scelto per la tartaruga è l’ennesima vittima dell‘incoscienza umana. Grazie alla sensibilità del subacqueo e alla sinergia tra gli enti preposti l’intervento di recupero e messa in sicurezza è stato condotto con la massima tempestività. I guardiaparco del Parco regionale Riviera di Ulisse, nodo della rete Regionale per il recupero delle tartarughe marine TartaLazio, si sono immediatamente attivati per prendere in consegna il rettile marino, e trasferirlo alla sede di Scauri per consentire all’esperto di Tartarughe marine, Gianluca Treglia del Centro ricerche Tartarughe Marine della Stazione Zoologica di Napoli, una prima visita e l’accertamento delle condizioni della piccola “Greta”. Si è quindi proceduto ad organizzare il trasferimento presso il CRTM di Portici dove sarà sottoposta agli esami diagnostici tra cui radiografia per verificare la presenza e posizione dell’amo ingerito.
“Ancora una volta l’unione delle forze tra Enti e cittadini ha avuto un esito positivo” – ha commentato la Presidente del Parco Carmela Cassetta che messa al corrente dell’episodio si è recata presso il Labter ad accertarsi dello stato di salute della tartaruga ed assicurarsi che nel più breve tempo possibile i suoi guardiaparco si attivassero per il trasferimento verso il Polo di Eccellenza della Stazione Zoologica Anton Dohrn.