Cerimonia di commemorazione dei Defunti e dei Caduti di tutte le guerre. Il Sindaco: “Il tempo non può costituire motivo di oblio. Sarebbe un grave errore”
Un fascio di fiori al monumento ai Caduti del Corpo Forestale dello Stato, una corona d’alloro al monumento ai Caduti di tutte guerre e un cuscino, sempre d’alloro, al Bollettino della Vittoria.
Con questi tre momenti al centro della Città, voluti fortemente dal Sindaco Alberto Mosca e dal comandante del Comaca, questa mattina si è svolta a Sabaudia la cerimonia di commemorazione dei Defunti e dei Caduti di tutte le guerre.
“Oggi è un momento importante e ho fortemente voluto la partecipazione degli studenti. La considerazione che dobbiamo avere nei confronti di quanti ci hanno preceduto e purtroppo hanno dovuto anche donare la loro esistenza, sacrificando la vita per il bene della Patria, non vada mai dimenticata da nessuna generazione. Il tempo non può costituire motivo di oblio. Sarebbe un grave errore. La solidità di un popolo si fonda soprattutto sul riconoscimento e sulla rievocazione, su quelli che sono stati gli eventi che hanno portato allo sviluppo, sia sotto il profilo storico, ma soprattutto dal punto di vista strutturale e democratico di un Paese. Ringrazio tutti per l’intensa partecipazione”.
Così il Sindaco Mosca al Parco Medaglie d’Oro dove erano presenti rappresentanze del Comando Artiglieria Contraerei dell’Esercito, delle Forze di Polizia, delle Associazioni Combattentistiche del territorio, della Polizia Locale e alcune scolaresche della Città, oltre a molti cittadini che hanno sentito il dovere di partecipare per onorare i sacrifici dei parenti caduti a difesa della Patria.
Nel pomeriggio il Sindaco Mosca ha deposto le corone d’alloro anche ai monumenti ai Caduti di Borgo San Donato e Borgo Vodice, nonché al monumento dei bonificatori di quest’ultima località.
Una giornata particolare per ricordare tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato la loro vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere. Valori immutati nel tempo, per i giovani di allora e quelli di oggi.