RSA NELLA MORSA DEL COVID, TRA I CASI PIÙ GRAVI CORI E ITRI

Casa di riposo San Martino a Itri2
Casa di riposo San Martino a Itri

Numeri da brivido nelle Rsa del Lazio: il Comitato nazionale familiari denuncia centinaia di contagi nelle cosiddette case di riposo, menzionando anche i casi di Cori e Itri

Le cifre descritte dal Comitato nazionale familiari Rsa e Rsd (Residenze sanitarie assistenziali e Disabili) sono da far tremare i polsi soprattutto perché si riferiscono alla seconda ondata che, come sappiamo, è ancora in corso. E c’è da contare che i numeri non sono ufficiali ma sostanzialmente empirici poiché un rendiconto istituzionale sugli infettati nelle Rsa, ad ora, non esiste. Inoltre, dato ancor più preoccupante, non ci sono i numeri sulle vittime certe da Covid nelle medesime strutture, il che rende la questione piuttosto inquietante.

Da marzo ad oggi è stato fatto poco, molti parenti ci segnalano strutture che non si sono adeguate alle regole, tardando ad allestire reparti e percorsi separati – dice Antonio Burattini del Comitato – In alcune case di riposo sono state a malapena posizionate tende in plexiglas a dividere pazienti positivi e non. E non è stato ancora risolto il nodo organico, ci sono pochi operatori che in più si infettano insieme ai loro degenti. Sempre poca la trasparenza, per i familiari zero informazioni anche su tamponi e positività“.

A fare i conti con la pandemia nelle Rsa, ovviamente, ci sono anche medici, infermieri, operatori sanitari delle strutture per gli anziani che, come noto, anche in provincia di Latina, hanno provato sulla loro pelle il contagio.

Il report del Comitato ricorda i 71 ospiti contagiati della Domus Aurea di Itri, compresa l’indagine della Procura di Cassino coadiuvata da Asl e Carabinieri Nas. i focolai ai Castelli Romani tra cui i 41 casi della Mater Dei di Ariccia e al San Giovanni di Dio di Genzano, i 67 malati al San Raffaele di Rieti e, infine, gli 85 positivi nella Rsa di Cori.

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Fuori dal conteggio, per la provincia di Latina, i due focolai, a distanza di sette mesi, che hanno colpito la Rsa San Michele Hospital di Aprilia oppure i casi nella struttura di Sezze Scalo.

Un problema enorme che, purtroppo, non è stato affrontato per tempo nonostante ciò che si era visto nella prima ondata dove il dramma dei centri per anziani, e in questo caso anche malati, si è palesato dirompente in Italia e nel mondo. Qualcosa, nella catena di controlli e sicurezza, è evidentemente da raddrizzare.

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