“RISIKO”, DROGA E VIOLENZA TRA FONDI E LATINA: SENTENZA A SETTEMBRE

Processo “Risiko”: concluse le arringhe difensive nell’udienza preliminare sul gruppo capeggiato dal latitante di Fondi, Massimiliano Del Vecchio

Si sono concluse oggi, 24 luglio, le arringhe degli avvocati difensori nell’udienza preliminare che si sta svolgendo davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma. Il procedimento penale è quello denominato Risiko e ad essere contestata è un’associazione per delinquere finalizzata a spaccio ed estorsioni che si muoveva tra Fondi (città principale), Latina e altri centri pontini.

Dalla maxi indagine, che assommava ben tre attività investigative – le quali hanno coinvolto Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, Squadra Mobile pontina, militari dell’Arma della Compagnia di Terracina e poliziotti del Commissariato di Fondi, tutti coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia capitolina – si è arrivati lo scorso 26 novembre alla retata che ha emesso un’ordinanza imponente: carcere per tanti personaggi della malavita pontina che si intrecciava tra la città della Piana e il capoluogo di provincia.

Un gruppo criminale capeggiato da Massimiliano Del Vecchio, che è riuscito a farla franca rendendosi latitante un attimo prima delle manette, e l’altro fondano Johnny Lauretti il quale, in seguito a questa operazione, ha deciso di dire basta e diventare collaboratore di giustizia.

Le investigazioni hanno consentito di ricostruire l’esistenza di un’associazione armata dedita al traffico di sostanze stupefacenti e operante in provincia di Latina. E gli indagati utilizzavano anche la il sistema criptato “Encrochat”, che è stato possibile decriptare grazie all’individuazione, in territorio francese, del server sul quale confluivano tutte le chat. Un sistema da criminalità di Seria A.

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Lo scorso 15 luglio, si è celebrata la prima tappa della udienza preliminare, davanti al Gup del Tribunale di Roma, Livio Sabatini, e i pubblici ministeri Francesco Gualtieri, Martina Taglione, Valerio De Luca e Alessia Natale hanno chiesto le condanne per coloro che hanno chiesto il rito abbreviato al termine di una lunga requisitoria. Tra i difensori gli avvocati Alessia Vita, Oreste Palmieri e Maurizio Forte. La sentenza, dopo la conclusione delle arringhe difensive oggi, 24 luglio, è prevista per il prossimo 30 settembre.

Johnny Lauretti e Massimiliano Del Vecchio
Johnny Lauretti (con il cappello) e Massimiliano Del Vecchio

Pesanti le condanne richieste: 8 anni di reclusione per Claudio Pinto e Adolfo Bortone; 12 anni per Luciano Zizzo; 4 anni e 2 mesi per Mariateresa Alecci, compagna di Lauretti e divenuta anche lei collaboratrice di giustizia; 6 anni e 8 mesi per il pentito Johnny Lauretti; 14 anni e 8 mesi per Giovanni Masella; 10 anni e 4 mesi per Daniel De Ninno; 20 anni a testa per i latinensi Alessandro Artusa e Roberto Ciarelli; 10 anni e 8 mesi per Alberto Di Vito; 18 anni per il romano-napoletano Luigi Buonocore, capace di intessere rapporti con ‘ndrangheta e la camorra capitolina dei Senese; 10 anni per Onorato Rotunno; infine, 18 anni e 8 mesi per il fratello gemello del boss latitante, Gianluca Del Vecchio.

L’antipasto dell’indagine che, lo scorso 26 novembre ha portato a eseguire sedici arresti, era stata la cosiddetta operazione “Jars”. In quell’operazione, eseguita dai Carabinieri ad aprile 2024, emergeva la guerra per lo spaccio, condita da minacce, armi e attentati incendiari tra il gruppo guidato dalla coppia Alessio Ferri (legato ad Aldo Trani, cognato dei fratelli Tripodo) e Andrea Pannone (un tempo collocato nel clan Zizzo) e il sodalizio capeggiato da Massimiliano Del Vecchio, personaggio noto alle cronache giudiziarie, forte di legami anche con personaggi di peso criminale nel nord della provincia e oltre. Nella guerra dello spaccio fondano, il gruppo Del Vecchio è uscito vittorioso su quello Ferri-Pannone, a suon di attentati incendiari e armi da guerra.

Lo scenario era stato anticipato il 23 dicembre 2021 quando Carabinieri e Polizia arrestarono un gruppo eteregoneo di fondani e latinensi, tutti più o meno con precedenti di polizia. La Corte d’Appello ha confermato e condannato a pene persino più alte i sette uomini che tre anni fa furono arrestati a Fondi con un carico rilevante di droga. Gli imputati, così come nel primo grado, erano stati riconosciuti colpevoli di detenere la droga, successivamente la Cassazione ha rimesso in discussione quasi tutto. Ad ogni modo la pena più pesante è stata per Alessandro Artusa, 60enne di Latina, nato in Sicilia, che ha subito una condanna a 8 anni e 7 mesi, più una multa da 14mila euro.

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