RIFIUTI, L’AMMISSIONE IMPLICITA DELLA REGIONE SULL’IMPIANTO DI CASTELFORTE

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Csa di Castelforte (foto da hinterlandweb.it)

L’impianto Csa di Castelforte è stato autorizzato dalla Regione alla trasformazione del centro trattamento meccanico a trattamento meccanico biologico dei rifiuti

È una determina dirigenziale firmata dal dirigente d’area Vito Consoli della Regione Lazio ad autorizzare l’impianto Csa di Castelforte al trattamento meccanico-biologico dei rifiuti indifferenziati. Una ammissione implicita che conferma la circostanza richiamata dalla società Frz di Formia e Ventotene che, tramite l’amministratore Raffaele Rizzo, negli scorsi mesi, aveva deciso di non conferire più a Castelforte e passare tutto all’impianto ciociaro Saf di Colfelice proprio perché l’impianto del sud pontino non era un Tmb.

La determina della Regione, pubblicata il 16 agosto, si chiama “C.S.A. s.r.l. – Impianto polifunzionale per il trattamento e lo stoccaggio di rifiuti pericolosi e non, localizzato nel Comune di Castelforte (LT) in località Viaro – Autorizzazione Integrata Ambientale di cui alla Determinazione G08506 del 26/7/2016 e ss.mm.ii. Riesame con modifiche dell’AIA ai sensi dell’art. 29-octies del D.Lgs. n. 152/2006 – Pratica n. 14-2022″.

Dopo la decisione dell’amministratore formiano Rizzo, la Csa ha deciso di ricorrere al Tar e la causa si discuterà il prossimo 13 settembre. È certo che l’atto firmata da Consoli sarà fato valere dalla Frz come conferma alla propria decisione.

Nel mezzo, a giugno scorso, una sentenza del Tar che dava ragione a Rida Ambiente, la società che gestisce il Tmb di Aprilia. Il ricorso era stato proposto da R.I.D.A. Ambiente S.r.l nei confronti della Regione Lazio e della CSA, Centro Servizi Ambientali Srl di Castelforte. Secondo Rida, la Regione Lazio non poteva autorizzare le modifiche non sostanziali dell’AIA (determinazione G08506 del 26 luglio 2016), rilasciata in favore della CSA S.r.l, né poteva concedere un incremento del 10% della capacità di trattamento fissata in origine nell’AIA intestata alla C.S.A. S.r.l.

La Regione, con l’adozione dei provvedimenti impugnati, avrebbe autorizzato il trattamento dei rifiuti codice EER 20.03.01 a mezzo di impianto privo della sezione di trattamento biologico, consistendo l’installazione della C.S.A in un impianto di mero trattamento meccanico. La CSA, a seguito della collocazione nell’ATO (Ambito territoriale ottimale) di Latina come da disposizioni del Piano regionale dei rifiuti approvato nel 2020, avrebbe potuto essere autorizzata in ampliamento solo per le tipologie di rifiuti e di trattamenti diversi da quelli inerenti ai rifiuti urbani indifferenziati EER 20.03.01, in considerazione del divieto disposto nel Piano regionale di apertura di nuovi impianti.

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