La giornalista anti-camorra Marilena Natale denuncia: “Cerco casa a Formia ma nessuno me la dà in affitto perché sono sotto scorta”
“Sentirsi mortificati, per aver fatto il proprio dovere“. Così esordisce la giornalista campana impegnata da anni in una lotta di denuncia ai clan di camorra. Marilena Natale vive sotto scorta dal 2017 a causa di minacce subite dal Clan dei Casalesi che hanno individuato in lei un pericolo, considerato che la cronista informa senza filtri e mezze misure sulla criminalità organizzata.
Ma la storia che l’ha, oggi, coinvolta, presenta un risvolto sgradevole alla sua lotta. Infatti, è a causa del suo vivere sotto scorta che Marilena Natale non riesce a trovare un appartamento a Formia. Un fatto grave che rimanda sinistramente a quella lettera scritta al Giornale di Sicilia da una cittadina che si lamentava delle sirene della scorta di Giovanni Falcone. A Forma, anticipano il possibile “fastidio” e non accettano che la giornalista possa vivere come fa qualsiasi cittadino perbene con l’aggravante, tiene a sottolineare Natale, che in città vivono indisturbati, senza che alcuno si lamenti, appartenenti a famiglie di camorra.
“Questo mi è accaduto oggi – scrive Natale sulla sua pagina Facebook in un post che ha già trovato centinaia di riscontri – Sono giorni che contatto persone, a Formia, per una locazione. Impresa ardua credetemi. Ma mai mi sarei immaginata di ricevere un rifiuto perché sono sotto scorta. Dopo aver parlato con un signore, gli spiego tutte le mie esigenze. Lui disponibilissimo, mi spiega tutto. Alla fine quando stiamo per chiudere, gli dico che sono una giornalista e che vivo sotto scorta. Senza nemmeno pensarci due volte, il signore mi risponde, mi spiace ma “non posso affittare la casa, sa i carabinieri possono destabilizzare gli altri ospiti che si possono impressionare“. Io sconcertata ho chiuso la conversazione. Morale della favola: a Formia sono ben accetti i Bardellino, Giuliano, gli Esposito, i Bidognetti, i Mallardo ma non Marilena Natale, tirate voi le somme!”.
Una storia sgradevole, vitrea, agghiacciante che non suggerisce altri commenti.
“Le parole che la giornalista antimafia Marilena Natale ha lasciato nelle scorse ore ad un post sulla sua pagina Facebook – ha dichiarato il deputato di Alternativa, Raffaele Trano, originario di Gaeta – mi hanno profondamente colpito e anche scosso. Quello che le è successo è un fatto solo in apparenza meno grave di certe sparatorie o di certi fatti violenti che nell’alveo putrido della criminalità organizzata stanno devastando il Golfo di Gaeta e il Sudpontino. Quotidianamente. Marilena è una giornalista da molto tempo sotto scorta, una donna e una madre che non ha mai esitato nemmeno per un secondo nel mettere sè stessa e la sua incolumità in pericolo quando si è trattato di raccontare certe storie, di fare certi nomi e denunciare certo fango, come lo chiama lei, che da tempo avvelena e uccide la sua terra, seminando morte e dolori atroci soprattutto tra i più piccoli. Così Marilena, spesso si è fatta anche promotrice di organizzare delle vere e proprie missioni nel nostro Golfo, che conosce benissimo e che spesso frequenta, per portare in gita, in riva al nostro mare, a respirare un po’ di aria pulita, alcuni di questi poveri bimbi affetti da patologie tumorali, contratte appunto in quella Terra dei Fuochi assassina e per questo tristemente nota”.
“Nelle scorse ore Marilena è stata letteralmente rifiutata da qualcuno che, dopo aver praticamente chiuso l’accordo per noleggiare una villa per qualche giorno, e ospitare questo gruppo di bimbi, appena saputo che Marilena era una giornalista sotto scorta per il genere di attività che faceva, si è tirato indietro perché era sconveniente ospitare Marilena e i suoi piccoli amici, forse perché trattasi di uno dei proprietari immobiliari che in tutto il Sudpontino sono pronti a offrire le proprie case a chiunque, specie se come referenza ha qualche precedente penale, o magari si deve fare i domiciliari. Qui siamo nel mondo al contrario. Come ha giustamente ricordato Marilena, ci troviamo all’assurdo, al paradosso, alla vergogna, per cui in una piccola città come Formia possono vivere tranquillamente e addirittura convivere alcuni dei boss e delle famiglie più efferate e criminali d’Europa, del mondo, gente spietata e senza scrupoli, coloro che sono unanimemente riconosciuti come gli autori dello scempio di vite umane che quotidianamente si compie nella Terra dei fuochi, avvelenatori di acqua e terra coi loro rifiuti tossici. Costoro possono vivere e continuare a fare i loro sporchi comodi, qualcuno può pure essere vittima di qualche agguato di camorra e la città in silenzio fa finta di nulla, certa politica in primis, anzi qualcuno si affanna pure a riconoscerli solo vittime dei cognomi che portano. Ma se poi una giornalista combattente, che ha rinunciato alla propria vita per raccontare chi sono i criminali e quello che sono capaci di fare, vuole portare le vittime innocenti di quei crimini, a godere di qualche giorno di vita in mezzo a tanto dolore, allora sono questi ultimi a non essere ben accetti. Io mi vergogno per costoro, e come ho già fatto privatamente, mi piace poterlo affermare pubblicamente, che questa non è Formia, non è la nostra città, la mia città. Io chiedo pubblicamente scusa a Marilena sia come rappresentante istituzionale della nostra Repubblica, sia come cittadino del Sudpontino e come formiano, città nella quale sono nato. E la ringrazierò sempre per quello che ha fatto e continua a fare. Formia e i formiani sono con Marilena e con i loro amici, e ripudiano e rinnegano invece certe famiglie che popolano e infangano i nostri territori, come solo pochi giorni fa la Dia è tornata a confermare come fa da anni – purtroppo senza conseguenze – nella sua periodica relazione semestrale”.
“Colgo solo l’occasione per ribadire a Marilena, che ovviamente nel frattempo ha scelto di rivolgersi altrove perché non si è sentita la benvenuta, che da queste parti lei e i suoi amici, che sono anche i nostri amici, sono i benvenuti, e che presto anche il presidente della commissione parlamentare antimafia spero si occupi di sudpontino, come sono tornato a chiedergli con forza proprio nelle ultime ore. Grazie Marilena, Formia è anche casa tua!”.