RIENTRO A SCUOLA, GILDA LATINA: “FACILE PREVEDERE IL PEGGIORAMENTO DEI CONTAGI”

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Rientro a scuola e contagi in crescita esponenziale con la variante Omicron, Gilda Latina: “Situazione peggiorerà”

Fino al 4 gennaio sono stati segnalati dall’Asl di Latina 589 alunni positivi a scuola, pur essendo le strutture chiuse nelle festività natalizie. Lunedì 10 gennaio, il rientro a scuola, quest’oggi fissato anche da una ordinanza del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

“È facile prevedere cosa accadrà lunedì – chiarisce Patrizia Giovannini, coordinatrice provinciale della Gilda – quando in tutte le scuole riprenderanno le lezioni in aula dopo le festività: con le misure di sicurezza e prevenzione ridotte ai minimi termini e con il regime delle quarantene rivisitato secondo le nuove disposizioni governative sarà difficile scongiurare un ulteriore incremento dei contagi, oltre che garantire la continuità didattica e formativa programmata”.

“Aumento costante dei contagi, classi presenti a singhiozzo, Ddi (didattica digitale integrata), difficoltà di copertura delle cattedre per via dei numerosi docenti in quarantena: sono problemi che abbiamo segnalato già prima delle festività, – continua Giovannini – aggravati dalla cancellazione, come da ultimo protocollo ministeriale, delle misure minime di prevenzione, tra le quali le cosiddette “bolle” e il distanziamento fisico. Tutto ciò ha indotto i docenti in servizio a supplire i colleghi assenti compromettendo il regolare svolgimento delle lezioni. C’è anche da considerare che nelle scuole entrano, necessariamente, assistenti delle cooperative sociali senza obbligo di vaccino e alunni diversamente abili non obbligati all’uso della mascherina, con conseguente rischio di contagio per docenti di sostegno in primis e, a ricaduta, per studenti e insegnanti in classe”.

“La situazione rischia di peggiorare – spiega la coordinatrice – anche a causa delle difficoltà per gli hub vaccinali e la Asl di tracciare i contagi e certificare gli esiti dei tamponi necessari per rientrare in aula a seguito di eventuali quarantene o positività. Senza certificazione il personale scolastico risulta assente non giustificato, con decurtazione dello stipendio; addirittura i precari rischiano di non percepire l’intera retribuzione avendo a disposizione solo tre mesi di malattia in tre anni. È stato giustamente chiesto lo smart working per i dipendenti della funzione pubblica, ma sappiamo che un ufficio è un luogo di certo meno rischioso di un’aula scolastica. Ancora si insiste con la retorica sulle “scuole luoghi sicuri” ma senza che sia suffragata dai dati oggettivi. Inviterei il premier, i ministri all’Istruzione e della Salute e i leader dei partiti che sostengono il Governo a visitare una classe di un qualsiasi istituto al tempo della pandemia, per capire meglio e avere un quadro più definito e realistico”.

“Continueremo a chiedere misure serie per il contenimento e la prevenzione del contagio – conclude Giovannini – a partire dall’adeguamento delle strutture e dei trasporti, passando per il taglio alle classi pollaio fino alla predisposizione di presidi sanitari nelle scuole e dei necessari dispositivi di protezione per tutto il personale scolastico”.

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