Riciclaggio di autoarticolati: assolti Vincenzio e Giovanni Zangrillo. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Cassino
“Ci sono voluti dieci anni per avere finalmente la sentenza sulla denuncia per riciclaggio formulata dalla DDA di Roma ai danni Di Vincenzo e Giovanni Zangrillo, padre e figlio titolari a Formia di un’officina meccanica additata a sospetto dall’Antimafia”. A spiegarlo, in una nota, è l’avvocato difensore Pasquale Cardillo Cupo.
Nel 2015, nel corso della notifica della misura di prevenzione da parte della DDA di Roma, poi annullata dalla Cassazione per la totale assenza di pericolosità in capo a Vincenzo Zangrillo e i suoi familiari, gli Agenti della Polizia rilevarono nel piazzale la presenza di ben 3 autoarticolati oggetto di riciclaggio, poiché si vedeva che i numeri di telaio dei citati mezzi erano stati sicuramente rifatti.
A tale conclusione giunse anche il consulente tecnico nominato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino che, dopo aver effettuato con gli Agenti della DDA, l’ispezione dei mezzi confermava la loro alterazione, così da disporsi il rinvio a giudizio di Vincenzo e Giovanni Zangrillo per le gravi ipotesi di riciclaggio degli autoarticolati.
“Conclusione questa, però, subito contestata dagli indagati, i quali assistiti dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo nominavano dei loro consulenti tecnici di elevata professionalità e smontavano punto su punto tutte le accuse, decidendo di procedere con il giudizio ordinario davanti al Tribunale di Cassino in composizione collegiale, Presidente Gioia, a latere Sangiovanni e Fassari”.
“Dopo poche settimane i mezzi, inizialmente tre, che “a vista” erano oggetto di presunto riciclaggio divennero due, ma solo perché per uno potemmo da subito dimostrare come fosse stato in realtà acquistato in un’asta Giudiziaria, altro che oggetto di riciclaggio. Per i restanti due invece più si disponevano verifiche (chimiche, tecniche, amministrative e contabili) e più emergeva come le accuse di riciclaggio fossero totalmente prive di fondamento e oggetto di mere presunzioni e fuorvianti pregiudizi – afferma Cardillo Cupo, il penalista formiano che ha assistito padre e figlio nel processo -, tanto che oggi il Collegio ha pronunciato una sentenza di assoluzione piena, ai sensi dell’articolo 530, primo comma, del codice di procedura, in favore dei signori Zangrillo, disponendo il dissequestro e la restituzione in loro favore di tutti i mezzi sequestrati”.
“Dieci anni a leggere e ascoltare sui social e sui mezzi di informazione accuse di ogni tipo, con gli Zangrillo sicuri responsabili per la DDA di aver riciclato autoarticolati per poi, in realtà, scoprirsi che quei mezzi erano perfettamente leciti e regolari, tanto da esserne stato disposto l’immediato dissequestro e l’immediata restituzione. Dieci anni di false accuse, per le quali sarà oggi sufficiente un trafiletto sulla stampa”.
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