Rete per l’infarto, l’eccellenza pontina che gli ultimi atti di Zingaretti mettono a rischio insieme alla vita dei pazienti
“Disarmante, incongruente, penalizzante di un sistema, come quello da oltre dieci anni in funzione in provincia di Latina, che non solo rappresenta una eccellenza ma che ha salvato migliaia di vite da quando è stato istituito.
Possiamo definire solo in questo modo il contenuto della determinazione regionale del 24 giugno 2022, a firma del direttore della direzione salute ed integrazione socio sanitaria della regione Lazio, Massimo Annicchiarico, concernente l’approvazione del “Piano di rete emergenza cardiologica”. Leggendo il titolo della determina si potrebbe pensare che contenga investimenti e miglioramenti della cosiddetta rete per l’infarto. In realtà trasforma un sistema lineare ed efficientissimo in un ufficio complicazioni affari semplici mettendo di fatto a rischio la vita delle persone colpite da infarto per i quali il fattore tempo è determinante. L’attuazione della determina comporta infatti che la Centrale operativa del 118 di Roma stabilisca la destinazione del paziente sulla base dei diversi quadri clinici ed elettrocardiografici e l’ubicazione e la capacità di risposta dei diversi nodi della rete. Tradotto, da Latina ogni elettrocardiogramma (ECG) dovrà essere inviato alla Centrale operativa del 118 di Roma, da lì sarà rinviato a Latina perdendo tempo prezioso che potrebbe essere impiegato per salvare una vita. Una decisione che contrasta con il carattere di rapidità, tempestività ed efficacia della risposta che caratterizzano la rete per l’emergenza cardiologica pontina dove questo servizio era stato avviato, in modo lungimirante, grazie ad un protocollo di intesa firmato dalla Provincia di Latina nel 2011, che aveva stanziato circa 350mila euro, dall’Ares 118 e dalla Asl.
Tale sistema consente di trasmettere l’elettrocardiogramma sulla stazione ricevente situata nella unità coronarica del Santa Maria Goretti di Latina rispettando la cosiddetta “golden hour”, l’ ora d’ oro per intervenire come dicono gli anglosassoni per evitare il decesso. La rete per l’infarto miocardico operativa presso il Santa Maria Goretti di Latina, grazie al lavoro avviato dal dott. Edoardo Pucci prima e portato avanti in modo egregio dal dott. Francesco Versaci, è al primo posto nel Lazio per numero di interventi effettuati con successo ed è tra i primi centri in Italia su ben 250 laboratori di emodinamica. A testimonianza di questo basta guardare il risultato della rilevazione effettuata nel 2020 dalla Società Italiana Cardiologia ed Emodinamica, che pone il Santa Maria Goretti di Latina, con 509 trattamenti eseguiti solo nel 2019, in testa alla classifica delle eccellenze italiane della rete per l’infarto miocardico grazie ad una rete i cui ingranaggi coincidono perfettamente. La rete garantisce di effettuare diagnosi precocissime e, in caso di conferma dell’infarto, di portare il paziente direttamente in sala operatoria senza passare per il Pronto soccorso. Un modello che la Regione dovrebbe esportare nel resto del Lazio senza incidere negativamente, come si deduce dal contenuto della determinazione, incidendo negativamente sulla piena funzionalità della rete pontina.
Quello che emerge è che, ancora una volta, manca la capacità e la volontà di tutelare, investire e migliorare l’eccellenza che la sanità sul nostro territorio riesce ad offrire. Comprendiamo la necessità di riorganizzare ma contestiamo e rigettiamo con forza le scelte effettuate per raggiungere questo obiettivo. Per questa ragione, perché non intendiamo consentire che con un colpo di spugna, e due paginette messe nero su bianco si cancellino 11 anni di eccellenza abbiamo predisposto una interrogazione urgente in consiglio regionale con la quale chiediamo una immediata revisione di quanto contenuto nella determinazione nell’ottica di un ampliamento dei servizi che non penalizzi ed impoverisca l’efficienza della rete per l’emergenza cardiologica della provincia di Latina e chiederemo una audizione, alla presenza di tutti gli interessati, a partire dal direttore della direzione salute, Annicchiarico, al fine di scongiurare l’attuazione di scelte che anziché efficientare il sistema sanitario del Lazio va ad intaccare negativamente non solo sui servizi ma soprattutto nel rispetto di quel principio fondamentale per una sanità efficiente e di qualità che risiede nel salvare la vita dei cittadini e non nel metterla a rischio per questioni meramente burocratiche ed organizzative.
Inoltre abbiamo già interessato della questione il senatore di Forza Italia Claudio Fazzone che si attiverà presso il Governo per evitare quello che era e resta uno scempio”.
Lo spiega, in una nota, il consigliere e capogruppo di Forza Italia in Regione Lazio, Giuseppe Simeone.
A stretto giro, in una nota, ha risposto l’assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D’Amato: “La rete cardio nel Lazio ha consentito negli ultimi anni di salvare oltre 1.300 persone, raddoppiando di fatto il numero di coloro che sono stati sottoposti ad angioplastica primaria e Latina è sempre stata su questo una eccellenza. Rispetto alla situazione attuale non c’è alcuna modifica operativa, tant’è che la determina a cui si fa riferimento è di giugno e da allora ad oggi nulla è cambiato e non cambierà”.