Operazione Reset, Clan Travali: respinto il ricorso di Costantino “Cha Cha” Di Silvio contro l’ordinanza che a febbraio lo ha inserito nel contesto di un’associazione mafiosa
Per la Corte di Cassazione, a cui uno dei personaggi più significativi della mafia rom latinense si è rivolto, “il giudizio si ammanta di novum”. E questo elemento nuovo, rispetto alla già contestata associazione per delinquere semplice per cui sta scontando una condanna passata in giudicato a 12 anni di reclusione (processo Don’t Touch), è costituito dal fatto che quel sodalizio, secondo la DDA, era mafioso.
Più o meno gli stessi protagonisti di Don’t Touch, tra cui, su tutti, i suoi parenti più giovani, i fratelli Travali, ma “in ragione delle successive dichiarazioni di collaboratori di giustizia (ndr: Agostino Riccardo e Renato Pugliese), già intranei a quella associazione, arricchite dalle dichiarazioni delle vittime delle estorsioni, oltre che da ulteriori elementi di prova via via acquisiti nel corso delle indagini” il giudice per le indagini preliminari ha disposto, nel febbraio scorso, la nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Questa è stata, quindi, la motivazione principale che ha fatto sì che la Cassazione respingesse il ricorso presentato da “Cha Cha” contro l’ennesimo provvedimento che, con tutta probabilità, lo porterà ad affrontare un nuovo processo in un quadro indiziario in cui gli vengono contestate due estorsioni sulle nuove 18 attribuite al gruppo dei Travali.
Fratelli Travali che, come si evince dalle carte d’indagine, avevano via via soppiantato Cha Cha nella leadership del gruppo. E nonostante gli episodi criminosi del processo Don’t Touch, ormai cristallizzati nelle condanne, sono accaduti nello stesso tempo di quelli nuovi contestati nell’inchiesta Reset, quest’ultimi verrano stavolta giudicati nel quadro di un’associazione mafiosa.
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