RESET, CONCLUSE LE ARRINGHE DIFENSIVE: DOMANI I GIUDICI PER LA SENTENZA FINALE

Reset, concluse le arringhe difensive per gli imputati del processo che contesta l’associazione mafiosa a diversi membri del clan Travali/Di Silvio

È il giorno conclusivo delle arringhe difensive di un processo difficile, lungo e di importanza rilevante per la città di Latina, seppur ormai relegato all’ambiente giudiziario del Tribunale. Si tratta del processo derivante dalla maxi indagine di DDA capitolina e Squadra Mobile di Latina denominata “Reset”, l’approdo investigativo finale della prima indagine e poi processo chiamato “Don’t Touch”. Alla sbarra la maggior parte dei membri del clan Travali/Di Silvio, oltreché ad altri pezzi del crimine pontino: da Luigi Ciarelli ad Alessandro Zof, individuati come i fornitori di hashish e marijuana per conto del sodalizio.

Oggi, 9 gennaio, a finire la sua arringa difensiva iniziata lo scorso 23 dicembre è stato l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, che difende, tra gli altri, colui che è considerato il leader del sodalizio Angelo Travali. “Palletta”, così come è soprannominato, prima che parlasse il suo avvocato, ha rilasciato dichiarazioni spontanee, spiegando di essere un malato oncologico e di aver mancato un’operazione importante oggi perché doveva assistere al suo processo.

Così come spiegato a dicembre, per l’avvocato Cardillo Cupo i collaboratori di giustizia non sono credibili: Agostino Riccardo è “un gran bugiardo”, alla pari di Renato Pugliese “più abile a sviare le domande”. Riccardo, secondo il legale, è l’unico in Italia ad aver rimediato una condanna a soli 8 anni di reclusione per associazione mafiosa, in ragione della sua collaborazione con lo Stato. “Altri collaboratori lo hanno denunciato perché si stava mettendo d’accordo con altri personaggi per incastrare altre persone e dicevano che la Procura pendeva dalle sue labbra”. Insomma, “un pentito” per nulla credibile, quanto Pugliese di cui è stata tirata in ballo la storia dello zio che avrebbe minacciato uno degli imputati, Riccardo Pasini, per conto del medesimo Pugliese: “O paghi o verrai tirato in ballo nel calderone di nuovo”.

La tesi dell’avvocato Cardillo Cupo è che Pugliese e Riccardo abbiano voluto solo vendicarsi di Angelo Travali che li aveva dileggiati perché confidenti di Polizia, prima di essere collaboratori di giustizia. Messe in dubbio dal legale anche le accuse di estorsione nei confronti di Angelo Travali: in riferimento ai vari sconti ottenuti da un gioielliere di Latina, l’avvocato ha spiegato che non si trattava di prepotenze, ma che qualsiasi cittadino, chiedendo una cifra più bassa da pagare, può ottenerla da un commerciante.

L’avvocato ha inoltre chiesto che fosse acquisita dal Tribunale la sentenza di assoluzione ottenuta in Corte d’Appello da Angelo Travali rispetto all’omicidio Giuroiu.

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Dopo l’avvocato Cardillo Cupo, è stata la volta dell’avvocato Francesco Pisani che difende Davide Alicastro. E, infine, è toccato all’avvocato Camillo Irace del foro di Santa Maria Caputa Vetere: il secondo difensore di Angelo Travali ha chiesto l’assoluzione per il leader del sodalizio, ponendo l’attenzione sempre sulla attendibilità o meno dei collaboratori di giustizia.

Dopodiché è stato il turno dei sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Luigia Spinelli e Francesco Gualtieri, che hanno controreplicato alle arringhe difensive. In prima istanza, il pubblico ministero Spinelli ha chiesto che fosse acquisito agli atti il video ripreso dalle telecamere del carcere di Latina che, secondo l’accusa, immortalarono nel 2015 un passaggio di droga racchiusa in un fazzoletto dalle mani di Giorgia Cervoni al compagno detenuto, Salvatore Travali. Le difese si sono opposte, chiedendo un termine a difesa nel caso in cui il video fosse accolto. Prima di questo video, infatti, la difesa di Cervoni aveva in mano solo un audio e non già un video. Un elemento che ha fatto chiedere alle difese un termine per poter analizzare il contenuto delle immagini.

Il terzo collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Mario La Rosa, a latere i colleghi Paolo Romano e Roberta Brenda, nella giornata di domani, 10 gennaio, sarà chiamato a sciogliere la riserva su questo video e anche su una questione che riguarda Alessandro Zof. Difficilmente il video verrà accolto in quanto il termine a difesa presuppone diversi giorni e, come noto, la lunga corsa alla fine di questo processo deve terminare entro il 16 gennaio, giorno in cui scadranno le misure cautelari.

A contro-replicare anche l’altro pubblico ministero, Francesco Gualtieri, che in circa due ora ha ripercorso alcuni fatti salienti, evidenziando di come la sentenza di appello che ha assolto Angelo Travali per l’omicidio Giuroiu non è ancora irrevocabile, facendo presupporre un ricorso in Cassazione. Prima di chiudere un’udienza molto lunga, sono iniziate le contro-repliche delle difese tra cui quelle dell’avvocato Cardillo Cupo e del collega Oreste Palmieri.

Si prosegue domani, 10 gennaio, quando, una volta finite le contro-repliche, i giudici si ritireranno in camera di consiglio per emettere una sentenza attesa nel corso del pomeriggio inoltrato o in serata.

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