La via del riequilibrio per l'ex sindaco espone il Comune alla rinuncia della promozione delle attività culturali

RESA DEI CONTI PER SEZZE: RIEQUILIBRIO PREMATURO E INSIDIOSO SECONDO DI RAIMO

Il consigliere di minoranza ed ex sindaco di Sezze Sergio Di Raimo

Approvata in Consiglio l’adesione alla procedura di adesione al riequilibrio finanziario, il Comune dovrà in 90 giorni presentare al Ministero dell’Interno e alla Corte dei Conti il Piano quindicennale. Il Piano una volta approvato dagli organi statali consentirà al Comune, nonostante la riconosciuta incapacità di ripristinare l’equilibrio tra entrate e uscite attraverso risorse interne, di poter continuare ad accedere a prestiti per effettuare investimenti, di rateizzare con l’Agenzia delle Entrate dei carichi pendenti e di accedere al Fondo di rotazione, anche come fonte di finanziamento del Piano e non soltanto come anticipazione di liquidità. Tutte queste possibilità differenziano la procedura straordinaria di Riequilibrio Finanziario Riequilibrio Pluriennale (RFRP) rispetto a quella del dissesto. A queste si aggiunga che in caso di dissesto i sindaci, assessori e i membri del consiglio comunale, qualora ritenuti responsabili del periodo precedente a seguito di un procedimento instaurato presso la Corte dei Conti, non sono candidabili per un periodo di dieci anni. Ipotesi non contemplata dalla procedura di riequilibrio.

L’individuazione delle misure necessarie per ripianare il disavanzo

Il piano di riequilibrio dovrà contenere una quantificazione della situazione economico-finanziaria dell’Ente e dell’esposizione debitoria. Nella descrizione della situazione iniziale di squilibrio assume un certo rilievo la ricognizione degli oneri latenti al fine di prevedere eventuali effetti negli anni di svolgimento della procedura di risanamento. Il piano di riequilibrio finanziario pluriennale deve inoltre individuare e quantificare tutte le misure necessarie per ripristinare l’equilibrio di bilancio e per ripianare il disavanzo di amministrazione accertato dall’ultimo rendiconto. Le misure individuate dovranno finanziare anche eventuali debiti fuori bilancio.

Ricognizione del debito in primis

Partendo da queste premesse l’ex sindaco (2017-2022) Sergio Di Raimo nutre forti perplessità nei riguardi della strada intrapresa dal Sindaco nonché suo collega Lidano Lucidi, commercialisti entrambi nella vita professionale. Il consigliere di minoranza ritiene che sia in primo luogo un lavoro tutt’altro che semplice ed esente da interpretazioni soggettive la ricognizione puntuale dei singoli debiti e degli oneri latenti in capo al Comune. Di Raimo menziona a riguardo un caso emerso durante lo scorso Consiglio che è quello di alcune fatture ricevute senza impegni di spesa nel biennio 2019-2020 e per le quali va fatta un’attenta analisi dell’effettivo lavoro, della congruità dei prezzi e dell’utilità e arricchimento per l’Ente.

Il sindaco Lidano Lucidi

Anfiteatro e ricorso in appello

Entrando nel merito dell’ intervento tenuto via streaming dall’esponente del Pd lo scorso 16 agosto, uno dei passaggi più rilevanti è quello relativo al milione e mezzo che Sezze dovrà pagare a seguito della sentenza di 1° grado sulla questione Anfiteatro. Secondo Di Raimo si sta facendo l’errore di non ricorrere in Appello contro una sentenza che non tiene in considerazione le responsabilità della Regione che approvò due progetti da cui avrebbe dovuto essere realizzata un’opera completa e funzionale. Di fatto quei progetti mancavano di elementi strutturali essenziali. Il Comune, prosegue l’ex Margherita, non impugnando la sentenza si accolla tutte le colpe con il conseguente obbligo di pagare, se pure a rate, l’intera somma a discapito dei propri conti e della sua capacità economico-finanziaria di erogare servizi per il cittadino.

Crediti non prescritti dell’Spl

Le argomentazioni dell’ex sindaco continuano ricordando che, oltre al milione e mezzo dell’Anfiteatro, bisogna tenere in considerazione i 2.025.000 euro di crediti TARSU risalenti al periodo 2004-2012 che si trovano nel bilancio Spl. Tuttavia, prosegue Di Raimo, la nuova Amministrazione intende azzerarli nella convinzione che non si riusciranno ad incassare. Gli evasori della tassa dei rifiuti di quell’arco temporale non hanno mai ricevuto un’ingiunzione di pagamento, di conseguenza quei crediti in capo alla municipalizzata non sono prescritti e quindi sono ancora esigibili: “Lucidi da una parte sbandiera la forte azione che intende fare per pagare le tasse; dall’altra ha un atteggiamento pessimistico sui crediti da riscuotere” .

Spl e compensazioni

Degli 8,6 milioni fanno parte anche gli 800mila euro di debito nei confronti della controllata al 100% Spl e fra l’altro non dovranno essere nemmeno pagati perché, come ricorda l’ex assessore al bilancio (2008-2009), la municipalizzata è debitrice, a sua volta, nei confronti del Comune per 1,1 milione di euro. In questo caso è sufficiente una compensazione tra crediti e debiti. Il capitolo Spl merita poi un ulteriore approfondimento per l’ex Presidente dell’assise (2012-2017): ” Se da un lato la multiservizi ha bisogno di poter investire su automezzi e pulmini ormai vetusti, dall’altra parte abbiamo una maggioranza che dichiara l’impossibilità per il Comune di assolvere a tutti gli impegni di spesa senza aiuti esterni. Questa situazione potrebbe tradursi nel rischio che Sezze non possa più investire in house nei servizi di raccolta dei rifiuti e trasporto scolastico, debba concludere contratti di servizio con un privato e che l’Spl possa essere messa in liquidazione. Rischio da valutarsi più che mai concreto se ci si deve basare sulle parole pronunciate dall’assessore Rezzini durante l’ultimo Consiglio“.

Nessuna “spesa pazza”

Per il già assessore attività produttive (2008-2013) non devono poi dimenticarsi i 2.538.000 euro di disavanzo dell’anno 2021. Lo scorso anno nei primi 3 mesi sotto la Giunta dello stesso Di Raimo si sono potute fare solo spese ordinarie per la mancanza di un bilancio di previsione approvato. Per i successivi 8 mesi il paese è stato governato dal Commissario prefettizio Bonanno che, dovendosi adeguare ad alcune norme di Legge, ha dovuto accantonare buona parte di questi 2,5 milioni che vanno nel computo finale del disavanzo. Infine gli ultimi mesi dell’anno sono stati amministrati da Lucidi, ma né sotto la precedente Giunta né sotto l’attuale né tantomeno sotto il Commissario sono state fatte “spese pazze”.

Dondi debitrice verso il Comune

In ultimo, ai fini dell’elaborazione del bilancio di previsione e del piano di riequilibrio, Di Raimo evidenzia come la Dondi Spa abbia firmato un accordo in base al quale restituirà al Comune 2,5 milioni di Euro e abbia già iniziato a versare alcune rate:… tutte entrate per l’erario locale che non state ancora conteggiate e che ridurrebbero notevolmente l’esigenza di copertura della massa passiva. Considerato che alla procedura di riequilibrio si dovrebbe ricorrere solo quando l’Ente non è in grado da solo di colmare il disavanzo, quello che fu nel 2003 il candidato Sindaco della “Lampadina” non ritiene ci siano le condizioni e le necessità di aderire alla procedura di pre-dissesto.

Lo storico consigliere dei Casali Armando Uscimenti (PD),

Oltretutto per il commercialista dei Cappuccini il Comune sta lavorando per una maggiore redditività del patrimonio attraverso fitti attivi e usi civici. Fitti e usi civici possono aumentare le risorse interne e consentire di scongiurare la PRFP. In aiuto arriveranno per giunta nuovi contributi statali a compensazione degli aumenti di spesa dell’energia elettrica, gas e carburante.

Riequilibrio prematuro e insidioso

Per Di Raimo il ricorso a procedure straordinarie è quindi prematura, in quanto Lucidi dovrebbe innanzitutto compiere un’attenta verifica delle possibili risorse interne che possano nei prossimi 3 anni contrarre la massa passiva accanto ad un’approfondita quantificazione del debito, ma soprattutto insidiosa. Per comprendere cosa intenda per Di Raimo insidiosa bisogna far riferimento anche all’intervento del collega di partito Armando Uscimenti. Uscimenti nelle sue parole lasciava intendere che la procedura di riequilibrio avrebbe portato il Comune a rinunciare ad ogni spesa non essenziale. Per spesa non essenziale nel linguaggio della Corte dei Conti e del Ministero si intende ad esempio il taglio di contribuiti alle associazioni che si occupano di cultura, eventi e spettacolo. La prima voce che subirebbe con questo iter un grave contraccolpo sarebbe proprio la cultura. La peggiore delle insidie sarebbe infine rappresentata dall’eventualità che il Comune non riuscisse ad onorare gli impegni assunti nei confronti della Corte dei Conti e del Viminale: in quest’ultimo caso l’Ente sarebbe costretto a dichiarare il dissesto.

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