La Guardia Costiera e la Polizia di Stato, nell’ambito di un’indagine congiunta, scoprono e recuperano reperti archeologici, anche di epoca precristiana. Denunciati i relativi possessori
Nella mattinata di ieri, 27 ottobre, la Guardia Costiera e la Polizia di Stato hanno denunciato, in stato di libertà, un settantaseienne di Gaeta e sua moglie poiché ritenuti responsabili di detenzione illecita di reperti archeologici.
In particolare, la Guardia Costiera di Napoli e la Squadra Mobile della Questura di Caserta, col supporto dei Commissariati di Polizia di Gaeta e Fondi nonché del Nucleo Speciale d’Intervento del Comando Generale della Guardia Costiera di Roma, hanno realizzato una serie di perquisizioni domiciliari e informatiche, delegate nell’ambito di diversa indagine.
Nell’abitazione di un noto cittadino di Gaeta, l’ex consigliere comunale Pietro Salipante, sono state rinvenute due anfore di particolare interesse storico. Si tratta, nella fattispecie, di manufatti risalenti a diversi secoli orsono, uno dei quali stimato addirittura come appartenente all’epoca precristiana, del valore di decine di migliaia di euro.
Alla luce di ciò, i reperti storici sono stati sottoposti a sequestro e, in quanto tali, posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per i seguiti di competenza.
Il sequestro dei reperti archeologici è stato ordinato dal sostituto procuratore della sezione della Direzione Distrettuale Antimafia di Santa Maria Capua Vetere, Gerardina Cozzolino, che sta indagando sulla corruzione al Porto di Gaeta. L’ex consigliere comunale Salipante, infatti, è un collaboratore della Star Center Italia di Raffaele Trapanese, la società al centro dell’inchiesta che ha già portato al trasferimento di due dipendenti dell’Autorità del Porto: il dirigente Lucio Pavone (candidato alle scorse elezioni regionali con la lista civica di Zingaretti), responsabile della sede di Gaeta dell’Autorità, e Guido Guinderi, funzionario dell’ufficio lavoro portuale ed autorizzazioni.
Al centro dell’inchiesta il rilascio di un’autorizzazione demaniale alla società di Trapanese, impegnata a svolgere corsi di formazione e di sicurezza sui luoghi di lavoro a favore degli aspiranti marittimi.
L’imprenditore della Star Center Italia, peraltro, figura anche in una inchiesta, poi divenuto processo, datata 2020, in quanto, insieme ad altre 22 persone (compresi dipendenti del Ministero delle Infrastrutture), è stato accusato di falso per aver alterato delle procedure per il rilascio tese a garantire alle autorità competenti il possesso dei requisiti professionali per l’esercizio delle funzioni lavorative nel campo marittimo; in particolare nelle procedure di sicurezza delle navigazioni e della salvaguardia della vita umana. Un procedimento firmato sempre dal medesimo giudice Cozzolino e che vede tra gli indagati anche Salipante.
Leggi anche:
PORTO DI GAETA: L’INDAGINE PER CORRUZIONE, COINVOLTI DUE DIPENDENTI DELL’AUTORITÀ