RAPINE IN SERIE NEI BAR DI LATINA: TOMASSINI NEGA LE ACCUSE, L’ALTRO GIOVANE NON RISPONDE

Rapine in serie a Latina: i due giovani arrestati da Carabinieri e Squadra Mobile sono stati interrogati dal giudice per le indagini preliminari

Diverse strategie per i due giovani di Latina ritenuti autori di un furto e di due rapine avvenute nello scorso mese di maggio. All’esito di articolate indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Latina, Valentina Giammaria, la Squadra Mobile di Latina ed i Carabinieri della Stazione di Borgo Podgora, lo scorso 4 novembre, hanno tratto in arresto i due giovani: si tratta del trentenne Davide Tomassini e del ventiduenne Michele Saltarell, entrambi residenti nel territorio pontino, per i reati di rapina aggravata e furto.

Saltarelli, difeso dagli avvocati Stefano Perotti e Valerio Righi, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, che lo ha interrogato nel carcere di Via Aspromonte. Tomassini, invece, detenuto nel carcere di Ferrara, dove è stato arrestato, ha scelto di rispondere al Gip di Ferrara, interpellato per rogatoria dal Tribunale di Latina, negando tutti gli addebiti e sostenendo di non sapere nulla delle rapine a lui contestate. Il trentenne, difeso d’ufficio dall’avvocato Alessandro Farau, è stato assistito da un legale del Foro di Ferrara.

Entrambi gli arresti sono stati convalidati e i due giovani rimangono in carcere, anche perché le difese, al momento, non hanno presentato alcuni richiesta per una misura meno afflittiva.

Davide Tomassini è un soggetto piuttosto noto a cronache giudiziarie e forze dell’ordine. Secondo i collaboratori di giustizia, Agostino Riccardo e Renato Pugliese, sarebbe stato lui a dare materialmente fuoco, su imput del clan Travali, all’auto dell’allora candidato sindaco alle elezioni amministrative di Latina, Davide Lemma. Vicino, in particolare, al fratello di Angelo e Salvatore Travali, Alessandro Anzovino, con cui era stato processato per aver commesso furti e rapone, Tomassini, secondo l’altro collaboratore di giustizia, Andrea Pradissito, sarebbe stato in passato anche l’autore dell’attentato incendiario al Nicolosi contro la casa di Antonio “Cavallo” Di Silvio.

Anche il giovane Saltarelli è stato immortalato dalla cronaca recente per aver minacciato con un anaffiatoio di benzina alcuni Carabinieri intervenuti per sedare una lite in famiglia tra lui e i nonni a cui chiedeva continuamente denaro.

Tornando alle indagini che hanno portato all’arresto, Tomassini e Saltarelli, al momento, sono ritenuti gravemente indiziati di un furto col cosiddetto “metodo della spaccata” e di tre rapine messe a segno nel giro di tre giorni, nello scorso maggio.

Uno dei due arrestati, Saltarelli, è difatti gravemente indiziato di aver, con la propria autovettura, lo scorso 5 maggio, infranto la vetrina di un negozio di abbigliamento di Latina, “Zigo Zago”, in Viale Le Corbusier, dove venivano poi asportati i soldi contenuti nella cassa e un computer portatile, mentre entrambi sono indiziati di tre rapine, commesse tra il 6 e il 7 maggio, nei confronti di due bar – il noto Bar Massimo in Via Villafranza e mezz’ora prima al bar-pizzeria “La Dispensa” Di Borgo Carso – e un altro locale: il Bar Romagnoli nella via omonima, poco dopo le Autolinee. Simile la dinamica, mentre uno dei due arrestati attendeva in auto – una Fiat Panda – il suo complice entrava negli esercizi commerciali dove, dopo aver minacciato, anche con l’uso di una pistola, i diversi baristi, si impossessava dei soldi contenuti nei registratori di cassa, per poi darsi alla fuga.

Le investigazioni di Polizia e Carabinieri hanno permesso di ricostruire, in modo chiaro e puntuale, quanto accaduto a seguito delle denunce delle vittime, circostanziando ed approfondendo tutti gli elementi raccolti con numerosi riscontri oggettivi, tra cui immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza privati e comunali, l’escussione di vittime e testimoni. In particolare le attività tecniche degli investigatori hanno consentito di ricostruire i movimenti degli autori nelle giornate in cui erano state messe a segno le rapine.

L’identificazione dei responsabili è avvenuta anche grazie alla puntuale ricostruzione dei percorsi dell’autovettura utilizzata dagli stessi per il compimento dei “colpi”, ovvero un’autovettura presa a noleggio che durante uno dei furti si era danneggiata, lasciando sul posto alcuni frammenti. Un’importante traccia grazie alla quale è stato possibile collegare i vari episodi delittuosi. Tra gli episodi più importante per risalite all’identità dei due rapinatori c’è stato anche la perquisizione che i medesimi subirono, in un’area di servizio sulla SS Pontina, da parte dei Carabinieri. I due sono stati perquisiti, dopo essere stati trovati a bordo della Fiat Panda.

Articolo precedente

MAXI FRODE FISCALE DALL’EMILIA A TERRACINA: INAMMISSIBILE IL RICORSO DELLA PROCURA EUROPEA, SEQUESTRO INAPPLICABILE

Articolo successivo

OMICIDIO GROSSI TRA OMERTÀ E RETICENZE: “I DUE PICCHIATORI CHIAMATI COME FOSSERO POTERE ALTERNATIVO ALLO STATO”

Ultime da Giudiziaria