Accoltellarono il titolare di una gioielleria a Pontinia e picchiarono la moglie: condannati i rapinatori di una banda di campani con base a Latina
Erano stati arrestati nell’ambito dell’operazione “San Gennaro”, condotta dalla Squadra Mobile di Latina, che, a ottobre 2020, portò agli arresti di due dei rapinatori considerati i “trasfertisti” che dalla Campania erano venuti nel capoluogo per commettere una rapina. Successivamente, dopo quattro giorni, si era costituito un terzo, Alessandro Cante, giudicato dal Tribunale di Latina.
È stato il Giudice per l’udienza preliminare, Mario La Rosa, a emettere le condanne per due dei coinvolti accusati di rapina aggravata, lesioni e furto: Giovanni Moccia giudicato col rito abbreviato e, per l’appunto, il 23enne Alessandro Cante che ha ottenuto il patteggiamento. Moccia, 40 anni, originario di Napoli, ma trasferito a Latina, ha rimediato una condanna a 4 anni di reclusione; Cante, originario di Giugliano, a 3 anni e 8 mesi. Sono arrivate, invece, due assoluzioni per altri due uomini ritenuti dagli investigatori complici della rapina avvenuta a Pontinia nel maggio 2020.
Il 28 maggio 2020, infatti, fu messa a segno una rapina presso una gioielleria a Pontinia. I rapinatori, col volto travisato da mascherine chirurgiche e cappellini con visiera, avevano aggredito con efferata violenza il proprietario dell’esercizio commerciale e sua moglie, accoltellando l’uomo alle spalle e picchiando la donna, per poi trafugare un bottino costituito da diamanti ed oggetti in oro, del valore complessivo di 30.000 euro circa. Poco dopo, i banditi si erano alla fuga utilizzando un’autovettura con targhe rubate.
L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura di Latina, si era basata essenzialmente sull’analisi delle immagini dei sistemi videosorveglianza del Comune di Pontinia e di quelli limitrofi; è stata così identificata la “batteria” dei rapinatori, incensurati, alcuni dei quali esecutori materiali della rapina ed altri funzionali all’organizzazione criminale sia in veste di basisti, sia per aver fornito un apporto logistico alla banda e per aver ospitato i malviventi in un appartamento a Latina, nella loro disponibilità.
L’attività di polizia giudiziaria era stata eseguita tra le città di Latina, Fondi e Napoli, da agenti della Squadra Mobile di Latina, con il supporto della Squadra Mobile e del Reparto Prevenzione Crimine di Napoli.