RAPINA IN GELATERIA A LATINA, LA DIPENDENTE AGGREDITA: “MI DISSE: SE TI MUOVI, TI AMMAZZO”

Rapina a mano armata presso la nota gelateria di Latina “Treccioni”: è iniziato il processo a carico del secondo accusato

Ha assistito al suo processo da dietro le sbarre della camera di sicurezza del Tribunale di Latina, Paolo Coppola, 49 anni, difeso dall’avvocato Moreno Gullì, accusato di aver compiuto lo scorso 3 settembre 2023, insieme al complice Carlo Peluso, la rapina alla nota gelateria di Latina “Treccioni”, ubicata presso il Palazzo di Vetro in Viale Pierluigi Nervi.

Il processo nei confronti del 43enne Carlo Peluso è già iniziato e, a fine maggio, si è svolta una udienza in cui sono stati ascoltati come testimoni alcuni agenti di Polizia che hanno eseguito le indagini e gli arresti e le dipendenti aggredite quella notte di domenica a settembre.

Oggi, 26 giugno, è invece iniziato, con la testimonianza di due poliziotti che fecero le indagini e le due dipendenti aggredite, il processo a Paolo Coppola giudicato dinanzi al I collegio dei giudici Soana-Coculo-Brenda.

Paolo Coppola è stato recentemente destinatario della misura della sorveglianza speciale, provvedimento confermato anche dalla Cassazione.

L’agente di Polizia, interrogato dal pubblico ministero Giorgia Orlando, ha spiegato, così come per il processo a Peluso, le modalità in cui sono state svolte le indagini tramite l’ausilio delle immagini della video-sorveglianza privata di un locale del Palazzo di Vetro. Dalle immagini, si vedeva con evidenza una dipendente della gelateria e l’addetta alle pulizie, entrambe costituite parti civili, oltreché a uno dei rapinatori sceso dal motorino guidato dal complice. Il rapinatore, poi, minacciò con la pistola le due donne. Dopodiché, nelle settimane successive, scattarono le perquisizioni a carico di Coppola il quale, secondo la Polizia di Stato, aveva partecipato alla rapina, così come Peluso riconosciuto dal modo di camminare e impugnare con la mano sinistra l’arma, che, però, non è stata mai trovata.

Particolarmente d’impatto è stata la testimonianza della dipendente che ha raccontato il momento in cui piombò alla gelateria il motorino rubato da cui scesero i due rapinatori. “Quello che scese dal motorino, mi disse: “Puttana girati, se ti muovi ti ammazzo. Ho intuito che fosse il secondo rapinatore che era sceso dal motorino”. Come per il processo a Peluso, i testimoni, però, non possono riconoscere i due rapinatori in quanto, quella notte, quando il locale era ormai chiusi, erano coperti in viso da due caschi.

La rapina ad ogni modo fu piuttosto cruenta a giudicare dalle testimonianze. A confermare l’efferatezza dell’azione criminale anche la collega della prima dipendente che si vide arrivare all’improvviso uno dei due rapinatori. L’uomo entrò dentro la gelateria e la donna urlò terrorizzata. “Mi ha detto stai zitta. Mi sono spaventata, non riuscivo a vedere il volto. Ho visto dalla vetrata che fuori c’era un’altra persona che teneva una pistola. Poi, l’uomo si è avvicinato alla cassa, ha strappato tutto ed è andato via“.

I due rapinatori, con un bottino di circa 3500 euro, secondo al ricostruzione dei testimoni, scapparono via verso il centro commerciale Panorama. L’unica cosa certa è che l’inflessione era latinense, secondo la prima testimone, e che la loro corporatura era esile. Il processo è stato rinviato al prossimo 16 ottobre quando ci sarà la discussione e, forse, la sentenza.

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