RAPINA IN FARMACIA A SEZZE SCALO: PENA DEFINITIVA PER IL 36ENNE

Rapina alla farmacia della Stazione a Sezze Scalo: si è pronunciata la Corte di Cassazione sul 36enne di Roccagorga

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla difesa del 36enne di Roccagorga, Mirko Antonelli, condannato in due gradi giudizio per concorso in rapina. La pena di oltre 5 anni di reclusione diventa definitiva.

A luglio 2023, il terzo collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Laura Morselli – a latere i giudici Simona Sergio e Paolo Romano – aveva condannato alla pena di 5 anni e 4 mesi di reclusione il 36enne, imputato per concorso in rapina a mano armata. Il Pubblico Ministero Giuseppe Miliano aveva chiesto per l’uomo, difeso dall’avvocato Sinuhe Luccone, una pena più dura a 9 anni di reclusione.

Antonelli, nella prima udienza del processo, aveva dichiarato di non essere stato lui a compiere la rapina. Il Pubblico Ministero Daria Monsurrò aveva ascoltato i cinque testimoni chiamati ad essere esaminati. Si trattava dei tre farmacisti presenti al momento della rapina avvenuta il 28 marzo 2022, una cliente che fu presa come ostaggio dal rapinatore e un vice brigadiere dei Carabinieri della Radiomobile di Latina che eseguirono l’arresto nell’immediatezza dei fatti.

Il carabiniere ripercorse le fasi dell’arresto, spiegando di aver catturato il 35enne ala Stazione di Sezze Scalo dove sarebbe fuggito dopo la rapina. Il giovane fu acciuffato mentre stava camminando vicino ai binari della stazione dopo una animata fuga. La refurtiva, ossia 1500 euro (praticamente tutti rimborsati dall’assicurazione), e la pistola con cui il rapinatore minacciò la cliente e i farmacisti non furono però mai rinvenuti, a differenza degli indumenti con cui il giovane avrebbe compiuto la rapina.

I tre farmacisti confermarono la rapina di quel pomeriggio: due di loro raccontarono del momento in cui hanno consegnato al rapinatore, che si presentava incappucciato, i soldi. Particolarmente sentita, invece, la testimonianza della cliente che fu presa alle spalle e al collo, per poi essere minacciata con la pistola. “Sentii la pistola, anche se non la vidi. Poco dopo sono svenuta e non ricordo più niente”.

Dopo il primo grado, la Corte d’Appello di Roma, con sentenza del 31 gennaio 2024, aveva confermato la
pronuncia del Tribunale di Latina. Ora, la Corte di Cassazione, respingendo il ricorso ritenuto infondato, ha reso definitiva la pena a 5 anni e 4 mesi di reclusione.

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