PROVINCIA DI LATINA: NOMINE SUL SICURO DA PARTE DI STEFANELLI

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Provincia di Latina: il Presidente Gerardo Stefanelli nomina il nuovo capo di gabinetto e inizia lo spoil system

Conclusa la tornata elettorale dell’Ente che stabilisce i nuovi organi politici in Via Costa, arrivano le nomine del Presidente che era chiamato a designare il nuovo capo di gabinetto dopo che, per anni, quel posto è stato occupato da Enrico Tiero, politico di lungo corso e attuale vice-coordinatore regionale di Fratelli d’Italia.

L’uscita di scena di Tiero era scontata, a testimonianza di un Ente i cui vertici, pur non essendo votati da nessuno, sono diretta conseguenza della presenza preminente della politica.

Al posto di Tiero, perdente alle elezioni provinciali di dicembre che ha visto soccombere la coalizione Lega e Fratelli d’Italia, Stefanelli, vincitore sostenuto da Forza Italia, Partito Democratico, Civiche e Movimento Cinque Stelle, ha nominato il dottor Mauro Granata che percepirà la cifra di 25mila annui oltreché a una retribuzione di risultato.

Due invece le nomine (in realtà du ri-nomine) all’Ufficio di Presidenza-Comunicazione Istituzionale: si tratta della giornalista Elena Ganelli, confermata dopo l’esperienza con i Presidenti Medici e Vulcano e di Paolo D’Acunto anche lui confermato.

Quest’ultimo, di cui Latina Tu si era occupato quando fu assunto nello staff dell’Ex Presidente dell’Ente di Via Costa Carlo Medici, è figlio dell’attuale consigliere comunale ed ex assessore del Comune di Minturno, Piernicandro D’Acunto. A giugno 2020, Paolo D’Acunto, come da determina del dirigente del Settore Bilancio Francesco Carissimo, era stato assunto a tempo pieno e determinato presso l’ufficio di Presidenza della Provincia di Latina – staff del Presidente – in qualità di Istruttore categoria giuridica “C”.

D’Acunto componeva l’Ufficio di Presidenza e Comunicazione Istituzionale di Medici in compagnia di Enrico Tiero, il consigliere comunale ed ex assessore di Pontinia Matteo Lovato, Vittorio Ciriello e la giornalista Elena Ganelli.

Ad essere fuori Lovato, sodale politico di Medici, Tiero e Ciriello vicino a quest’ultimo. Non un caso quindi, anche se va detto che non c’è da prendersela né con Medici allora, né con Stefanelli adesso. Lo strano mostro partorito dalla Legge Delrio, invece di abolire le province, le ha lasciate in vita, togliendo risorse, così da lasciare un Ente i cui organi politici sono scelti nelle segreterie di partito e tra alleanze più o meno dicibili e che, però, non ha neanche più la capacità economica di ottemperare ai servizi di competenza. Che sono importantissimi peraltro: tra di essi autorizzazioni per impianti di rifiuti, edilizia scolastica, viabilità.

Quindi, al momento, si hanno enti che si reggono sulla politica e da alleanze più o meno solide ma con una minore agibilità amministrativa poiché con meno risorse.

O si aboliscono del tutto o lasciarle così diventa complesso anche per la ragione più ovvia: nessuno dei cittadini vota Presidente e consiglieri i quali, giocoforza, non devono rendere conto agli elettori ma a partiti ed equilibri tra di essi.

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