PROCESSO OLIMPIA: APPELLO CONFERMA ASSOLUZIONE PER MALVASO E LUSENA

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Vincenzo Malvaso
Vincenzo Malvaso

Processo Olimpia: confermate le assoluzioni in secondo grado per due dei coinvolti nella maxi inchiesta

Quasi sette anni fa, a novembre 2016, l’inchiesta fece scalpore. Tre i filoni dell’indagine partita dalla piscina comunale di Latina: i favori al Latina Calcio dell’ex Presidente Pasquale Maietta, i sei Piani particolareggiati approvati e pompati nelle cubature e la concessione di appalti e incarichi a imprese e amici degli amici, spesso senza passare per gare d’appalto. Arresti eccellenti, titoli a caratteri cubitali, il sistema Latina che sembrava scoperchiato: un’espressione di cui si è abusato sin troppo.

Elena Lusena
Elena Lusena

Poi, le scarcerazioni, alcuni ridimensionamenti (erano contestate tre associazioni per delinquere, ma è rimasta in piedi solo quella afferente ai favori dell’amministrazione pontina al Latina Calcio), le lentezze, rinvii del giudizio, fino ad oggi, con il processo di primo grado, mozzato da alcune prescrizioni accertate e tantre altre in vista, che ha visto solo la scorsa settimana un’udienza “vera” in cui ha parlato uno degli investigatori interrogato dal Pm Giuseppe Miliano.

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Tra gli accusati del processo Olimpia, l’ex consigliere comunale e imprenditore Vincenzo Malvaso e l’ex Responsabile Cultura e Turismo del Comune di Latina e R.U.P. del Progetto Museo Cambellotti Elena Lusena (all’epoca dei fatti presso il Servizio Patrimonio e Demanio del Comune di Latina).

A luglio 2020, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina Giorgia Castriota ha assolto proprio la funzionaria comunale Elena Lusena e l’imprenditore Vincenzo Malvaso che avevano scelto il rito abbreviato per i quali il pm Giuseppe Miliano aveva chiesto rispettivamente 5 e 4 anni. A entrambi era contestato il reato associativo, a Malvaso anche l’abuso di ufficio per la vicenda della palazzina che si erge alle porte di Latina, a Borgo Piave, e per la quale è stato condannato in altro processo.

Ora, anche la Corte d’Appello, per decisione della Procura generale, ha confermato l’assoluzione dei due indagati Malvaso e Lusena, difesi rispettivamente dagli avvocati Archidiacono e Mercurio. Il Procuratore Generale Luisanna Figliolia ha respinto l’appello della Procura di Latina che aveva ricorso contro il giudizio di assoluzione del Tribunale pontino.

“Sono finiti oggi 7 anni da incubo – ha commentato su Facebook, Lusena -. Ha vinto la Giustizia??? Sì sicuramente, ma io ho perso 7 anni della mia vita personale e professionale, alzandomi tutti i giorni e andando a dormire tutte le notti (si fa per dire dormire!) pensando: “Ma come è possibile che sia successo proprio a me”? Non mi sono mai arresa da quel lontano novembre 2016 fino ad oggi e ringrazio i miei genitori per avermi fatto così cocciuta e determinata. Mi hanno rimproverato in questi anni di avere un caratteraccio, di sorridere poco, di essere sempre così seria e poco socievole…Beh sfido chiunque a prendere palate di insulti e cattiverie gratuite e ingiuste quasi quotidianamente per anni, essere sbattuta sui giornali per cose assurde completamente stravolte e strumentalizzate e restare sereni e felici…

È già tanto se uno è restato lucido e non si è buttato nella depressione!! Tanti anni in cui ho dovuto ascoltare cose immonde e false e non ho potuto dire nulla, aspettando questo giorno..per dire cosa???? Mah ne avrei così tante di cose da dire ma ne vale la pena??? Forse no…Voglio solo ringraziare la mia famiglia senza la quale non avrei superato tutto questo e quei pochissimi e fedelissimi amici che mi hanno voluto bene e sono rimasti lì…Che dire di quelle persone che hanno aperto la loro bocca e detto di tutto o peggio di quelle persone che credendo di avere un pò di potere hanno fatto cattiverie su cattiverie??? Non commento e le lascio volentieri alle loro miserie…Un ultimo grazie al mio amico speciale Silvio Di Francia che non mi ha lasciato sola mai credendo sempre nella mia correttezza e professionalità…E stasera da lassù so che gioirai con me”.

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