PROCESSO DESIRÉE: I 4 IMPUTATI CON I PERMESSI SCADUTI E PRECEDENTI DA PUSHER

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TRE FERMI PER MORTE DESIREE, PER ORE IN BALIA DEL BRANCO
Via dei Lucani nel quartiere di San Lorenzo dove è stato ritrovato il corpo di Desirée. Roma, 26 ottobre 2018. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Nuove rivelazioni al processo per l’omicidio di Desirée Mariottini, la ragazza 16enne di Cisterna morta nella notte del 19 ottobre 2018 in Via dei Lucani, nel quartiere romano di San Lorenzo

Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe, i quattro imputati, a vario titolo, di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori, avevano tutti precedenti per spaccio e i permessi di soggiorno scaduti, peraltro ottenuti al loro ingresso in Italia per motivi umanitari.

A rivelarlo, durante l’escussione nel processo che si tiene al Tribunale di Roma, il poliziotto della Squadra Mobile (che ha condotto le indagini dopo la morte dell’adoloscente) Stefano Stefanelli chiamato a testimoniare dall’accusa nel processo. “Al momento dell’arresto – ha detto in Aula Stefanelli – i quattro accusati dell’omicidio di Desirée Mariottini avevano i permessi di soggiorno scaduti. Inoltre, tutti hanno precedenti di polizia per spaccio di stupefacenti“.

Non solo irregolari e pusher, ma uno di loro, secondo quanto riportato da Stefanelli, è stato denunciato per aver partecipato alla sommossa dello scorso marzo a Regina Coeli contro le misure anti-Covid in pieno lockdown. Si tratta di Mamadou Gara, detto Paco, che, in quei giorni caldi nei quali diversi carceri furono presi d’assalto dalla protesta dei detenuti (con più di una fonte a parlare di regia unica, forse condotta da boss della criminalità organizzata), si sarebbe scagliato insieme con altri contro i le guardie carcerarie di Regina Coeli per protestare contro i provvedimenti anti-contagio da rispettare nelle strutture penitenziarie.

Da questa mattina alle dieci, intanto, ha avuto luogo il sopralluogo della Corte, dei pubblici ministeri e degli avvocati in via dei Lucani 22, il luogo della tragedia per la quale l’unica a non poter più testimoniare è Desy.
Oltre due ore nello stabile abbandonato a San Lorenzo: presenti giudici, avvocati di parte civile, difese, il pm Maria Monteleone e gli agenti della Polizia di Stato della Squadra omicidi che hanno curato le indagini.

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