Condannata dalla Corte dei Conti a risarcire lo Stato: si tratta della dipendente del Mibac sorpresa a sottrarre i soldi di due musei del sud pontino
Un caso di peculato che portò agli arresti domiciliari (e poi alla condanna in primo grado, in sede penale, a due anni di reclusione), nel novembre 2019, una donna responsabile della gestione degli incassi, derivanti dai biglietti, per i Musei Archeologici Nazionali di Formia e Sperlonga.
Si tratta della dipendente del Mibac (Ministero Beni Culturali) Vera Di Carlo, originaria di Minturno, il cui caso era finito insieme ad altre vicende pontine nella relazione annuale (2021) del Procuratore regionale Pio Silvestri.
Ed è stata proprio la Corte dei Conti a condannare anche dal punto di vista contabile la dipendente del Mibac, all’epoca dei fatti operante al Museo archeologico nazionale di Formia e al Museo archeologico nazionale e area archeologica di Sperlonga.
Le indagini furono condotte dalla Guardia di Finanza di Fondi che rilevò l’ammanco in ordine alle somme dei biglietti pagati dai visitatori dei due istituti culturali: incongruenze tra i ticket venduti e il denaro finito nelle casse del Ministero a cui gli enti museali girano i soldi dei biglietti.
Ora, la dipendente di Minturno, che avrebbe sottratto i soldi per ripianare debiti di gioco, dovrà risarcire allo Stato una cifra che si aggira intorno ai 95mila euro.