MUSEI DI FORMIA E SPERLONGA: MANCANO 86MILA EURO. ARRESTATA UNA DIPENDENTE DI MINTURNO

Museo archeologico nazionale di Formia
Museo archeologico nazionale di Formia

Un altro caso di peculato nel sud pontino. Stavolta, ad essere arrestata, e sottoposta ai domiciliari lo scorso 5 novembre, una donna responsabile della gestione degli incassi, derivanti dai biglietti, per i Musei Archeologici Nazionali di Formia e Sperlonga.
A scriverlo è Il Messaggero. A mancare, per questo secondo di caso di peculato dopo quello del dipendente comunale di Fondi, sarebbero 86mila euro, una somma proveniente dalla vendita dei biglietti di ingresso nei musei succitati. 

Le indagini, come per il caso scoppiato al Comune di Fondi, sono della Guardia di Finanza di Fondi, coordinata dal comandate Gianfranco Mozzillo, che hanno rilevato l’ammanco in ordine alle somme dei biglietti pagati dai visitatori dei due istituti culturali.

Si parla di grosse incongruenze tra i ticket venduti e il denaro finito nelle casse del Ministero a cui gli enti museali girano i soldi dei biglietti. Il sostituto procuratore di Latina, Valentina Giammaria, ha ipotizzato il reato di peculato da parte della dipendente responsabile sia per il Museo di Formia che per quello di Sperlonga: una donna 60enne di Minturno che, ora, dovrà dimostrare quali passaggi abbiano fatti i soldi dei biglietti e, sopratutto, dove siano finiti.

Un caso affine a quello del dipendente comunale di Fondi – il magistrato e le forze dell’ordine che hanno svolto le indagini sono gli stessi – finito nei guai con l’accusa di aver sottratto soldi all’Ente, circa 84mila euro derivanti dagli incassi per le carte d’identità elettroniche.

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