PONZA, VILLA ABUSIVA ULTIMATA IN BARBA AI SEQUESTRI: DISTRUTTA ANCHE MACCHIA MEDITERRANEA E MURI A SECCO STORICI

Abusivismo a ponza, villa ultimata nonostante i sequestri
Ponza, immobile posto sotto sequestro: stato dell’immobile nel 2020 e nel 2021.

Nonostante diverse ordinanze del Comune di Ponza, sull’isola c’è un cantiere che sta portando avanti abusi edilizi da più di un anno in una Zona di Protezione Speciale, dimostrando un solido senso di impunità

Siamo a Ponza, località Giancos di Sopra, dove è in atto una vicenda che al giorno d’oggi forse non stupisce più di tanto, sebbene dovrebbe agghiacciare. 

C’è un cantiere attivo dallo scorso anno con il quale è stata ultimata abusivamente la ristrutturazione di un immobile in una zona rurale vincolata, ossia sulla quale sarebbe possibile realizzare solamente strutture utili all’attività agricola, come le rimesse per gli attrezzi ad esempio. In più, quest’area è sottoposta a vincoli paesaggistici, ambientali (ZPS), idrogeologici e sismici, eppure ora svetta una bella villetta bianca, edificio colpito in questi anni da diversi ordini di demolizione e ripristino dei luoghi, vicenda di cui Latina Tu si è  già occupata lo scorso anno, denunciando la strafottenza di chi imperterrito persevera nell’abuso.

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Con l’ultima ordinanza di ripristino dei luoghi, prodotta in data 14 maggio 2021 e firmata dal responsabile del servizio urbanistica del Comune di Ponza, Ing. Mauro Nunzi, sono emersi però anche altri dettagli che inseriscono la ristrutturazione dell’immobile in un contesto ancora più ampio e faranno intuire al pubblico lettore il tipo di condotta impune di chi sta operando sulle particelle catastali in cui si è concretizzato l’abuso edilizio. 

Rosania Daniele, classe ‘91, e Carnello Emiliano, classe ‘79 e direttore dei lavori, entrambi nati a Terracina e comproprietari, sono i destinatari delle ordinanze del comune ponzese e individuati dalla stessa Amministrazione in qualità di responsabili di tutti gli abusi di seguito elencati.

  • Il primo risultato degli abusi edilizi degno di nota e di raccapriccio che si evince dall’ordinanza n. 13 del 14 maggio 2021 è la realizzazione di un pozzo predisposto per lo scarico delle acquea dispersione il cui utilizzo determina il configurarsi di potenziali pericoli sia per l’igiene che per l’ambiente” abuso che va a infrangere anche la normativa dettata dal Testo Unico Ambientale, D. Lgs. n. 152/06. Questo pozzo, collegato all’immobile in ristrutturazione, non è stato rilevato durante le passate ricognizioni effettuate dagli addetti comunali insieme a Polizia Locale e Carabinieri, perché era stato occultato da una colata di cemento ricoperta, in seguito, da uno strato di terra per non renderlo visibile.  
  • Il secondo pozzo, individuato durante il sopralluogo del 3 dicembre 2020, era stato occultato, invece, “solamente” da una colata di malta cementizia, ma realizzato senza autorizzazione nello stradello comunale, anch’esso oggetto di un abuso.
Villa abusiva a ponza
Maggio 2021. Dettaglio della costruzione abusiva completamente ultimata
  • Terzo, lo stradello comunale appena citato, infatti, è stato sottoposto ad un rifacimento arbitrario per una ventina di metri, sempre utilizzando cemento.
  • Quarto, la parte forte in ambito di viabilità imputata ai due uomini è questa: “realizzazione di un tracciato stradale della lunghezza di 40 metri e larghezza di mt. 2,5 nel tratto compreso tra la strada provinciale [ Panoramica – Tre Venti, n.d.r.] e l’immobile…che a interessato le particelle…di altrui proprietà (rispetto a quella degli immobili…), ottenuto a mezzo di cospicui sbancamenti di macere (parracine) [muretti a secco, n.d.r.], estirpazione di macchia mediterranea”.

Le Istituzioni che hanno effettuato la ricognizione segnalano che i responsabili della ristrutturazione della villetta lo sono anche della nuova tubazione, dei pozzi, di un muretto in blocchetti di cemento alto mezzo metro e lungo quasi 18 metri, di una rete zincata con paletti metallici, delle opere viarie non autorizzate, insomma tutti abusi edilizi realizzati, udite udite, in gran parte in proprietà altrui, ossia in particelle di cui al momento non è possibile rintracciare i proprietari o non ne risultano di effettivi.

Nel 2020, nonostante ordinanze di sequestro, il cantiere proseguiva l’attività edilizia abusiva

Ricapitolando, confrontate le foto dell’immobile dello scorso anno con quelle più recenti si noterà che i lavori sono stati quasi ultimati, lavori fognari abusivi occultati ed eseguiti anche su proprietà privata altrui e su pertinenze comunali, sbancamento di macchia mediterranea e dei tradizionali muretti a secco dell’isola di Ponza, non considerando i vincoli di tutela delle ZPS, ignorando le numerose ordinanze di sequestro e per il ripristino dello stato dei luoghi prodotte dall’Amministrazione Comunale ponzese, nella persona dell’ Ing. Mauro Nunzi e del Sindaco Ferraiuolo.

Cosa dovrebbe servire ancora per augurarsi l’intervento della Procura della Repubblica del Tribunale di Cassino e della Regione Lazio – Direzione Territorio — Area Vigilanza Urbanistico Edilizia e Contrasto all’Abusivismo, inserite tra i destinatari istituzionali delle Ordinanze comunali riguardanti questa brutta vicenda di abuso?

L’Ordinanza comunale n. 6 dell’11 marzo 2021 parla anche di un termine di 90 giorni a partire dalla notifica della stessa per il ripristino dei luoghi da parte dei signori Rosania Daniele e Carnello Emiliano, e qualora non essi procedessero con quanto stabilito dall’Amministrazione locale, previo accertamento dell’inottemperanza, “le opere abusivamente eseguite saranno ripristinate d’ufficio a spese del responsabile dell’abuso, previa comminazione della sanzione pecuniaria amministrativa”.

Purtroppo, la provincia di Latina è adusa a vicende del genere che fanno intuire un profondo senso di impunità di chi commette abusi edilizi in zone protette, come nel caso delle piscine in muratura realizzate sugli scogli di Quarto Caldo a San Felice Circeo, nel cuore del Parco Nazionale, altra circostanza che ad oggi rimane senza risposta e senza che sia stato ripristinato lo stato dei luoghi.

In assenza di una decisa risposta delle Istituzioni locali, regionali e con competenza giudiziaria, l’unico conforto è la determinazione dei cittadini, in questo caso ponzesi, che continuano a segnalare questi abomini edilizi configurati, per alcuni aspetti, dallo stesso Sindaco Ferraiulo come ipotesi di reato.

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