Anche la Provincia di Latina autorizza il nuovo impianto di trattamento di rifiuti non pericolosi a Pontinia in Strada delle Pignette
A novembre il via libera della Regione Lazio al nuovo impianto di gestione rifiuti con la valutazione d’impatto ambientale. Provvedimento a cui è seguito, il 7 dicembre scorso, il provvedimento autorizzatorio unico regionale sempre della Direzione Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti firmato dalla Dirigente Flaminia Tosini.
Pubblicato oggi 29 dicembre, ma firmato il 4 dicembre scorso, è arrivato puntuale anche l’ok del Dirigente “Settore Ecologia e Tutela del Territorio” Antonio Nardone della Provincia di Latina che ha firmato la determina con la quale si autorizza la società R13 per “l’impianto di recupero di rifiuti non pericolosi di matrice inerte abbinato alla gestione di altri rifiuti non pericolosi”.
Il nuovo impianto di Pontinia sorgerà in Strada delle Pignette su richiesta della proponente, la società R13, all’interno dell’area del Consorzio per lo Sviluppo Industriale Roma Latina, “in un ambito – si leggeva così nella valutazione d’impatto ambientale approvata da Regione Lazio – fortemente antropizzato da attività di tipo industriale, artigianale, agricolo e commerciale, con la presenza di alcune case sparse nel raggio di 500 metri“.
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Un impianto contrastato sin dall’inizio anche dai Comitati della zona che avevano parlato di Pontinia definendola come la pattumiera del Lazio. Comitati che, nonostante la dialettica allacciata con il Presidente della Provincia, nonché Sindaco di Pontinia, Carlo Medici, per la questione ormai annosa della Sep, sono stati di smentiti da atti e provvedimenti. Non è servita, in sostanza, la presa d’atto e il no deciso a una nuovo struttura di gestione dei rifiuti sul martoriato territorio di Pontinia.
La struttura, proposta dalla R13 (sede legale a Pontinia), si estenderà su una superficie di 12mila metri quadrati (coperti 1200 mq e 10800 mq) occupandos di 100mila tonnellate all’anno di materiale derivante da demolizioni, quali calcinacci, mattonelle, ghiaia ecc., oltreché a 5mila tonnellate, comprese nel totale, di rifiuto non indifferenziato (plastica, metalli), e altri 10mila di fanghi.
Tante le tipologie di rifiuti autorizzate dalla Provincia di Latina che il nuovo impianto potrà trattare: estratti di minerali metalliferi; scarti di ghiaia, sabbia, rocce e argilla; polveri e particolato; ceramica, cemento, rifiuti derivanti da attività di costruzione e demolizione; rifiuti inerti e scaturiti da pulizia di materiali vegetali; miscele bituminose; fanghi e rifiuti di perforazione di pozzi e contenenti barite e cloruri; scarti di dragaggio.
E ancora: plastica, gomma, carta, legno, vetro, alluminio, piombo, bronzo, rame, zinco, ferro, acciaio, fanghi e polveri di caldaia, scorie, ceneri leggere di carbone e ceneri pesanti (fanghi e polveri di caldaia prodotte dal coincenerimento).
Al giorno potranno essere trattati 333,3 tonnellate di rifiuti.
Più di trenta le prescrizioni (34 in tutto) che la società R13 dovrà osservare, oltreché alle garanzie finanziarie e alla migliore tecnologia possibile da utilizzare. Vale a dire tutto il prontuario che in questi anni esperti e cittadini hanno imparato a conoscere salvo trovarsi, a distanza di anni, con “un problema sul territorio”.
Sicuramente la società in questione sarà la migliore al mondo e non farà ripiombare Pontinia e paesi limitrofi nell’incubo che ha portato nella piccola città dell’Agro Pontina persino l’Antimafia.
Ciò che è certo, però, è che le politiche messe in piedi dall’attuale Presidente della Provincia e dai Sindaci del territorio, chiamati a dare una gestione pubblica al trattamento dei rifiuti, sono fallite prima di iniziare. Non ci stancheremo mai di scriverlo: si possono fare tutti i comitati ristretti, inviare le veline alla stampa e scandire gli alti propositi pseudo ambientalisti, ma il mondo della politica ignora e, in alcuni casi, fa finta di ignora, che là fuori i privati vanno legittimamente avanti e senza nuove disposizioni i reparti tecnici degli Enti, molto potenti perché la politica risulta inutile, continueranno a sbrigare burocraticamente le pratiche. Ed ecco che, come regalo di Natale, si può trovare sotto l’albero un altro impianto di rifiuti.